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L’UE nel 2017

Scopri tutto ciò che c’è da sapere sui traguardi raggiunti dall’Unione europea nel 2017, anno del 60º anniversario dei trattati di Roma. La relazione generale ti aggiornerà sulle azioni intraprese dall’UE per realizzare le sue dieci priorità, comprese quelle per rilanciare l’occupazione e l'economia e gli accordi commerciali con il Canada e il Giappone. Scoprirai i modi in cui l’UE affronta l’emergenza migrazione e le nuove importanti modalità di cooperazione in materia di difesa e sicurezza. La relazione mette inoltre in evidenza il dibattito sul futuro dell’Europa, che ha già coinvolto decine di migliaia di cittadini, e presenta le principali misure adottate per salvaguardare e migliorare i diritti sociali. Troverai maggiori informazioni su questi e su molti altri argomenti consultando L’UE nel 2017.

L’UE nel 2017 è disponibile in due versioni: la relazione generale completa e i risultati principali, nei formati seguenti:

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L'Unione europea nel 2017 — Relazione generale HTML PDF General Report EPUB General Report Paper General Report
L'Unione europea nel 2017 – Risultati principali PDF Highlights EPUB Highlights Paper Highlights

PREMESSA

Jean-Claude Juncker Presidente della Commissione europea. © European Union

Jean-Claude Juncker
Presidente della Commissione europea

 

Il 2017 è stato un anno decisivo per l’Unione europea. È stato l’anno in cui abbiamo celebrato il 60º anniversario dei trattati di Roma, un’occasione per riflettere sui cambiamenti avvenuti negli ultimi sessant’anni. La nostra Unione è ora più grande, più forte e più articolata rispetto al 1957.

Il 2017 è stato anche l’anno in cui abbiamo riaffermato i principi che ci accomunano. I valori e le aspirazioni che costituiscono il fondamento della nostra Unione continuano a essere la forza vitale dell’Europa odierna: libertà, democrazia, uguaglianza e rispetto della dignità umana e dello Stato di diritto: questo è ciò che ci unisce e ci protegge.

Abbiamo percorso molta strada negli ultimi anni. Stiamo lavorando sulle dieci priorità stabilite dalla Commissione e approvate dal Parlamento europeo e dagli Stati membri, assolvendo così il compito che i cittadini europei e il loro Parlamento ci hanno affidato in seguito alle elezioni europee del 2014. La presente pubblicazione illustra i progressi compiuti nel 2017.

Come afferma il Servizio di ricerca del Parlamento europeo, a tre anni dall’insediamento, questa Commissione ha già presentato l’80 % delle iniziative annunciate, e in alcuni settori prioritari quali ad esempio il mercato unico digitale, in cui la cifra raggiunge addirittura il 94 %, quasi tutte le iniziative annunciate sono già state presentate.

Ci troviamo nel quinto anno di una ripresa economica che sta coinvolgendo ogni Stato membro, con ritmi di crescita superiori rispetto a quelli degli Stati Uniti e del Giappone per il 2016 e 2017. L’occupazione ha raggiunto livelli record e la disoccupazione registra il tasso più basso degli ultimi nove anni. Il nostro piano di investimenti per l’Europa ha già mobilitato oltre 256 miliardi di euro di nuovi investimenti, che contribuiscono a creare più di 300 000 posti di lavoro. Sono lieto che il Parlamento europeo e gli Stati membri abbiano raggiunto un accordo sull’aumento e sulla proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici ad almeno 500 miliardi di euro entro il 2020.

Avevo promesso che saremmo stati grandi sulle grandi questioni e piccoli sulle piccole. Abbiamo quindi ridotto il numero delle grandi iniziative legislative da oltre 100 l’anno delle Commissioni precedenti a solo 21 nel 2017. Ci siamo concentrati su azioni concrete che migliorano la vita dei cittadini, come ad esempio abolire le tariffe di roaming, consentendo ai cittadini di non pagare più costi aggiuntivi per le chiamate, gli SMS o l’utilizzo di Internet quando viaggiano nell’UE.

Grazie alla nuova guardia di frontiera e costiera europea che effettua il pattugliamento in Grecia, Italia, Bulgaria e Spagna disponiamo di strumenti migliori per affrontare le nuove sfide poste da migrazione e sicurezza. Stiamo lavorando per affrontare le cause profonde della migrazione e aiutare le persone a costruirsi un futuro migliore nel loro paese. Allo stesso tempo la solidarietà resta l’elemento centrale della politica dell’UE sulla migrazione. L’Europa non volterà mai le spalle a chi ha realmente bisogno di protezione.

Le prime norme europee sulla cibersicurezza saranno in vigore da maggio 2018 per proteggere le nostre reti e tutelare la sicurezza dei nostri sistemi informatici. L’Europa sta promuovendo l’azione a livello globale ed è leader mondiale nell’attuazione dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Abbiamo anche rispettato gli impegni che molti ritenevano inconcepibili già all’inizio del nostro mandato. Venticinque Stati membri hanno aderito alla cooperazione strutturata permanente in materia di difesa e sicurezza, un passo avanti che contribuirà a rendere l’Europa più forte e più sicura. Quando l’avevo proposto nel 2014, come presidente eletto, molti avevano pensato che fosse una mera illusione. Ora invece la proposta è divenuta realtà, a dimostrazione di quanto si possa realizzare con l’unità e l’ambizione.

Lo stesso vale per la promessa dell’UE, fatta sessant’anni fa, di assicurare il progresso e l’equità sociale. In novembre i capi di Stato o di governo dell’UE hanno partecipato a un vertice sociale a Göteborg per esaminare le sfide comuni e scambiare il nostro patrimonio di esperienze. In tale occasione abbiamo proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali, per tener fede alla promessa di lottare per la parità e il miglioramento degli standard di vita e di lavoro.

Abbiamo dimostrato la solidità delle nostre convinzioni nelle trattative per un commercio libero ed equo. L’accordo di partenariato economico con il Giappone potrebbe far aumentare le nostre esportazioni complessive verso il Giappone di oltre un terzo e consentire alle imprese dell’UE di risparmiare un miliardo di euro di dazi doganali. Il nostro accordo commerciale con il Canada consentirà alle aziende dell’UE di risparmiare circa 600 milioni di euro l’anno. Abbiamo anche dimostrato che il nostro sostegno al libero scambio non è ingenuo, proponendo il controllo degli investimenti e l’aggiornamento dei nostri strumenti di difesa commerciale.

Tutto ciò dimostra che il 2017 è stato l’anno in cui l’Europa ha ripreso davvero a procedere a vele spiegate e ha saputo ripristinare fiducia e orgoglio. Abbiamo dato voce a questi sentimenti rendendo omaggio a coloro che hanno dedicato la propria vita a lottare per i nostri valori comuni e hanno messo la pace al di sopra di tutto il resto. Alla cerimonia d’onore, prima di questo genere, che si è svolta in luglio al Parlamento europeo a Strasburgo, abbiamo reso omaggio a Helmut Kohl, cittadino onorario d’Europa.

Credo, tuttavia, che il modo più adeguato di rendere omaggio a Helmut Kohl, a Simone Veil e a tutti gli altri grandi europei che hanno preparato il terreno per l’Europa odierna sia lasciare ai nostri figli un’Unione migliore, come le generazioni precedenti hanno fatto per noi.

È in questo spirito che abbiamo pubblicato il libro bianco sul futuro dell’Europa nel mese di marzo. L’idea era di avviare un dibattito aperto e franco sul nostro futuro, illustrando in che modo l’Unione potrebbe evolvere da qui al 2025 in base alle scelte che facciamo oggi. Abbiamo avviato questo dibattito organizzando oltre 300 dialoghi con i cittadini in 27 Stati membri e abbiamo raggiunto milioni di persone attraverso i media sociali. Dai dialoghi è emerso il forte auspicio che l’Europa sia artefice del proprio futuro, si concentri sulle questioni più importanti e ottenga risultati positivi per i suoi cittadini.

È in quest’ottica che nel mese di settembre, durante il discorso sullo stato dell’Unione, ho presentato la mia visione di un’Unione più forte, più democratica e più unita. Voglio un’Unione tra pari, un’Unione che si concentri sulle questioni essenziali, un’Unione che offra speranza, stabilità, equità e opportunità a tutti.

Questo futuro non può rimanere astratto. Dobbiamo cominciare a costruirlo oggi. Per questo motivo ho delineato una chiara tabella di marcia per conseguire l’obiettivo prima dell’incontro dei 27 leader dell’Europa al vertice speciale di Sibiu, in Romania, il 9 maggio 2019, quando getteremo le basi per il nostro futuro comune dopo la Brexit.

Abbiamo già mosso i primi passi in dicembre, presentando importanti proposte che renderanno più forte la nostra unione economica e monetaria, affinché possa contribuire a creare un’economia che fornisca sicurezza e opportunità per tutti. Da un nuovo Fondo monetario europeo a una linea di bilancio specifica per la zona euro e a un nuovo ministro europeo per l’economia e le finanze, le nostre proposte sono mezzi per conseguire obiettivi, per creare più posti di lavoro, crescita e investimenti.

A ogni passo che muoviamo sulla via di Sibiu dobbiamo tuttavia accertarci che l’Europa resti unita.

Quest’anno ci ha dimostrato che l’Europa non è solo un mercato unico, una moneta unica, una serie di istituzioni e trattati. Ci ha dimostrato che l’Europa è un’unione di persone e di culture condivise ed è questo ricco mosaico di culture e il loro retaggio che celebriamo nell’Anno europeo del patrimonio culturale 2018, inaugurato a Milano in dicembre.

Questa è l’Europa per la quale continueremo a lottare nel 2018.

Jean-Claude Juncker

CAPITOLO 1

Il rilancio dell’occupazione, della crescita e degli investimenti

«La mia prima priorità come presidente della Commissione sarà rafforzare la competitività in Europa e incoraggiare gli investimenti finalizzati alla creazione di nuovi posti di lavoro».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 14 luglio 2014

© iStockphoto.com/Rawpixel

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Promuovere la crescita e l’occupazione è stata la principale priorità dell’Unione europea nel 2017, con tendenze economiche globalmente positive. Per superare definitivamente la crisi economica e finanziaria era necessario rendere l’UE più resiliente e competitiva, garantendo nel contempo che nuove opportunità fossero disponibili per le persone maggiormente colpite dalla crisi. Occorreva quindi trovare il giusto equilibrio tra la necessità di garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e un orientamento della politica di bilancio che contribuisse a rafforzare la ripresa.

L’impegno maggiore è stato profuso a sostenere l’evidente tendenza all’aumento dell’occupazione. In novembre nella zona euro il tasso di disoccupazione destagionalizzato era pari all’8,7 %, il livello più basso dal gennaio 2009.

Il Fondo europeo per gli investimenti strategici (il primo pilastro del piano di investimenti per l’Europa) ha già mobilitato più di 256 miliardi di euro di nuovi investimenti in tutta l’UE, contribuendo a creare 300 000 posti di lavoro. In base ai progetti approvati nel 2015 e 2016, entro il 2020 il Fondo avrà sostenuto 700 000 posti di lavoro e aggiunto lo 0,7 % al prodotto interno lordo dell’UE. Visto il successo del Fondo, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha proposto di prorogarlo.

In dicembre è stato raggiunto un accordo in merito all’estensione della durata e all’ampliamento dell’obiettivo del Fondo europeo per gli investimenti strategici ad almeno 500 miliardi di euro entro il 2020. Si tratta di un considerevole incremento dell’obiettivo iniziale del piano di investimenti, che prevedeva 315 miliardi di euro di nuovi investimenti. In novembre il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione europea hanno proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali, che indicherà la via da seguire per le politiche occupazionali e sociali e fornirà un quadro di riferimento per misurare i risultati degli Stati membri.

Nel corso dell’anno l’UE ha contribuito a intensificare gli sforzi nazionali volti a continuare a promuovere l’economia dell’UE, anche con il sostegno per le piccole e medie imprese, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione, la politica regionale, i trasporti, l’occupazione, l’ambiente, l’agricoltura e la pesca.

Il piano di investimenti per l’Europa

Nel 2015 la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti hanno avviato il piano di investimenti per l’Europa, che comprende il Fondo europeo per gli investimenti strategici, creato con una dotazione iniziale di 21 miliardi di euro stanziati dall’UE allo scopo di attirare gli investimenti privati. Secondo le previsioni entro il 2020 saranno creati altri 700 000 posti di lavoro e il prodotto interno lordo dell’UE aumenterà dello 0,7 % grazie agli investimenti approvati nel 2015 e 2016. Questo dimostra che, anche in settori e in regioni duramente colpiti dalla crisi dieci anni fa, gli investimenti strategici consentono di rilanciare l’occupazione e la crescita. A seguito dell’accordo di principio raggiunto dal Parlamento europeo e dagli Stati membri a settembre, a dicembre il Parlamento ha votato per adottare un regolamento sulla proroga e sul potenziamento del Fondo europeo per gli investimenti strategici. Il calendario del nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici 2.0 è stato esteso dalla metà del 2018 fino alla fine del 2020 e il suo obiettivo di investimento è stato aumentato da 315 miliardi di euro ad almeno 500 miliardi di euro.

QUALI SONO LE NOVITÀ DEL FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI STRATEGICI 2.0?

Infografica: Il 14 settembre 2016 la Commissione, in conformità dell’articolo 18 del regolamento (UE) 2015/1017, ha proposto la proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici fino al 31 dicembre 2020 e l’introduzione di miglioramenti tecnici di tale Fondo e del polo europeo di consulenza sugli investimenti. La nuova proposta prevede un aumento della garanzia dell’UE da 16 miliardi di euro a 26 miliardi di euro e del capitale della Banca europea per gli investimenti da 5 miliardi di euro a 7,5 miliardi di euro: questo dovrebbe mobilitare investimenti pubblici e privati pari a 500 miliardi di euro per il periodo che si conclude nel 2020 (obiettivo più elevato rispetto ai 315 miliardi di euro iniziali). La proposta si concentra anche sulla sostenibilità del progetto, sul miglioramento della copertura geografica e sui modi per rafforzare la diffusione nelle regioni meno sviluppate, mirando nel contempo a rafforzare la trasparenza delle decisioni di investimento e delle procedure di governance e ad ampliare la dimensione sociale attraverso ulteriori strumenti finanziari.

Nel 2017 il Fondo ha continuato a puntare dritto all’obiettivo di mobilitare almeno 315 miliardi di euro in investimenti aggiuntivi nell’economia reale entro la metà del 2018. Il Fondo ha operato in tutti i 28 Stati membri per generare, secondo le aspettative, circa 256 miliardi di euro di investimenti entro la fine del 2017.

Fino alla fine dell’anno nell’ambito del Fondo sono stati approvati in totale 357 progetti infrastrutturali e di innovazione, con un finanziamento di 39,2 miliardi di euro. Sono state inoltre approvate 347 convenzioni di finanziamento per le piccole e medie imprese, per un valore di 11,9 miliardi di euro. Ne dovrebbero beneficiare circa 539 000 imprese di piccole e medie dimensioni.

Il sostegno sotto forma di consulenza allo sviluppo e alla preparazione di progetti è stato rafforzato attraverso il polo europeo di consulenza sugli investimenti e i progetti alla ricerca di finanziamenti hanno ottenuto la necessaria visibilità sul portale dei progetti di investimento europei.

NUOVI SETTORI AMMISSIBILI AL SOSTEGNO DEL FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI STRATEGICI 2.0

Infografica: Il sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici sarà ora esplicitamente disponibile per settori quali l’agricoltura sostenibile, la silvicoltura, la pesca e l’acquacoltura. Ciò è in linea con una maggiore importanza attribuita a livello globale agli investimenti sostenibili in tutti i settori, per contribuire a raggiungere gli obiettivi stabiliti alla conferenza di Parigi sul clima e sul sostegno a favore del passaggio a un’economia efficiente sotto il profilo delle risorse, circolare e a basse emissioni di carbonio.

Sono state adottate anche iniziative concrete per migliorare il contesto imprenditoriale e per rafforzare ulteriormente il mercato unico. A livello di UE figurano iniziative come la strategia per il mercato unico, l’unione dei mercati dei capitali, il mercato unico digitale, l’unione dell’energia e il piano d’azione per l’economia circolare. Nell’ambito del semestre europeo la Commissione ha inoltre posto un particolare accento sull’individuazione delle sfide in materia di investimenti a livello di Stati membri e sulle riforme prioritarie per affrontarle. Le sfide e le riforme sono illustrate nelle raccomandazioni specifiche per paese per 27 Stati membri, adottate dal Consiglio l’11 luglio 2017.

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Visto il successo del piano di investimenti, in seguito alla proposta del settembre 2016 di estenderne durata e finanziamenti, il Parlamento e il Consiglio hanno concordato in dicembre di incrementare l’obiettivo e la durata del Fondo europeo per gli investimenti strategici portandoli ad almeno 500 miliardi di euro e al 2020.

La conclusione positiva dei negoziati sulla revisione del regolamento finanziario, alla fine del 2017, consentirà una maggiore interoperabilità di programmi e fondi, con regole più semplici per la combinazione dei Fondi strutturali e di investimento europei e del Fondo europeo per gli investimenti strategici. Sarà anche possibile combinare sovvenzioni e strumenti finanziari nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa.

Il piano di investimenti nell’economia reale

Il Fondo europeo per gli investimenti strategici sostiene gli investimenti in settori di importanza strategica per l’economia dell’UE, fra cui l’energia, i trasporti, le tecnologie digitali, la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, l’ambiente e l’efficienza delle risorse, le infrastrutture sociali e le piccole imprese. Sono compresi gli investimenti nell’imprenditoria sociale, nell’impatto sociale e nell’innovazione sociale. Ad esempio, tramite il Fondo la Banca europea per gli investimenti ha finanziato 14 centri di assistenza primaria in Irlanda e sovvenzionato la costruzione di un nuovo campus per la Nova School of Business and Economics in Portogallo. Inoltre, nella parte dedicata alle piccole e medie imprese, il Fondo ha finanziato con un investimento di 10 milioni di euro un sistema di pagamento sulla base dei risultati in Finlandia, per promuovere l’inclusione dei rifugiati e dei migranti nel mercato del lavoro.

Politica economica e di bilancio

Il coordinamento delle politiche economiche dell’UE è organizzato ogni anno in un ciclo denominato semestre europeo. Il semestre è avviato verso la fine di ogni anno mediante, tra l’altro, la pubblicazione dell’analisi annuale della crescita e una proposta di raccomandazione sulla politica economica della zona euro.

Nel febbraio 2017 sono state pubblicate le relazioni per paese, in cui si analizzano le sfide economiche e sociali in ciascuno degli Stati membri dell’UE, ad eccezione della Grecia. Nell’analisi sono stati esaminati anche gli squilibri macroeconomici ed è stata inclusa una relazione sulle misure nazionali adottate per attuare il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria, il quale stabilisce che i bilanci nazionali di 22 dei 25 Stati membri firmatari, che hanno prestato il proprio consenso a esserne vincolati, devono essere in pareggio o in avanzo. Le relazioni sono servite da base di discussione con gli Stati membri sulle rispettive scelte politiche in vista dei programmi nazionali di riforma e dei piani di bilancio a medio termine. Al termine della primavera le relazioni hanno portato alla formulazione delle proposte della Commissione relative alle raccomandazioni specifiche per paese rivolte al Consiglio.

PROGRESSI IN CORSO NELLA RIDUZIONE DELLA DISOCCUPAZIONE NELL’UE

Infografica: Negli ultimi tre anni sono stati creati nell’UE oltre 8 milioni di posti di lavoro, la disoccupazione è scesa al livello più basso dall’inizio del 2009 e, con 235 milioni di occupati, i livelli di occupazione stanno per raggiungere il livello più alto mai registrato. Tuttavia, non possiamo riposare sugli allori. Più di 18 milioni di persone sono ancora senza lavoro, tra cui il 17 % dei giovani dell’UE.

Le suddette raccomandazioni propongono orientamenti del Consiglio agli Stati membri in merito alle strategie di rilancio della crescita e dell’occupazione. Esse si basano sulla constatazione che gli Stati membri stavano facendo progressi nell’attuazione degli orientamenti strategici individuali ricevuti nel 2016 e riguardanti il «triangolo virtuoso», ovvero rilanciare gli investimenti, portare avanti le riforme strutturali e garantire finanze pubbliche sane. Inoltre, il tasso di disoccupazione per l’intera UE nel mese di novembre è stato pari al 7,3 %, il livello più basso da ottobre 2008 (durante il mandato della Commissione Juncker sono stati creati circa 9 milioni di posti di lavoro). Il 21 dicembre gli occupati nell’UE erano 236 milioni, una cifra mai raggiunta finora. Gli Stati membri sono stati invitati ad approfittare dell’opportunità offerta dalla ripresa economica, che entra ora nel suo quinto anno.

Mentre le priorità variano da un paese all’altro dell’UE, ulteriori sforzi in tutti i settori sono ritenuti essenziali per conseguire una crescita più inclusiva, solida e sostenibile. Questo approccio comprende anche una maggiore attenzione alle priorità e alle sfide sociali negli Stati membri. In novembre i presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio dell’Unione europea e della Commissione europea hanno proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali che, basandosi sui suoi 20 principi, indicherà la via da seguire per l’elaborazione delle politiche e fornirà un quadro di riferimento per misurare i risultati degli Stati membri nei settori dell’occupazione e degli affari sociali.

Sul fronte del bilancio, le raccomandazioni presentate dalla Commissione al Consiglio in maggio hanno confermato che il patto di stabilità e di crescita è applicato in modo intelligente e flessibile. Nel valutare i piani di bilancio a medio termine degli Stati membri, si è tenuto conto delle spese specifiche relative a riforme strutturali e a eventi straordinari che sfuggono al controllo del governo, come i programmi a favore dei rifugiati e la lotta al terrorismo. Sulla base delle raccomandazioni della Commissione, il Consiglio ha chiuso le procedure per i disavanzi eccessivi di Croazia e Portogallo nel mese di giugno, Grecia in settembre e Regno Unito in dicembre. Nel 2017 sono quindi stati effettuati ulteriori progressi in questo settore, riducendo a due il numero degli Stati membri per i quali è stato accertato un disavanzo eccessivo, che erano 24 nel 2011.

Guardando alla zona euro in particolare, in novembre la Commissione ha raccomandato un orientamento sostanzialmente neutro della politica di bilancio e un mix equilibrato di politiche. Questo significa anche attuare politiche che promuovano la crescita sostenibile e inclusiva e migliorino la resilienza, il riequilibrio e la convergenza. Inoltre la Commissione ha raccomandato di operare notevoli progressi verso il completamento del mercato unico, in particolare nel settore dei servizi, compresi i servizi finanziari, il commercio digitale, l’energia e i trasporti. Considerate le condizioni congiunturali positive, tutti gli Stati membri dovrebbero dare priorità a riforme che aumentino la produttività e il potenziale di crescita, migliorino il contesto istituzionale e imprenditoriale, eliminino le strozzature agli investimenti, sostengano la creazione di posti di lavoro di qualità e riducano le disuguaglianze.

La Commissione ha inoltre raccomandato che gli Stati membri con disavanzi delle partite correnti o con un elevato debito estero puntino a contenere la crescita del costo unitario del lavoro. Gli Stati membri con avanzi elevati delle partite correnti dovrebbero promuovere la crescita salariale e attuare in via prioritaria misure che promuovano gli investimenti, sostengano la domanda interna e facilitino il riequilibrio nella zona euro.

La Commissione ha inoltre esaminato se i documenti programmatici di bilancio degli Stati membri della zona euro per il 2018 rispettassero le disposizioni del patto di stabilità e di crescita.

Per quanto riguarda il monitoraggio degli squilibri macroeconomici, la Commissione ha concluso che 12 Stati membri (Bulgaria, Cipro, Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia) saranno oggetto, nel 2018, di un esame approfondito al fine di determinare se presentino ancora tali squilibri. Si tratta degli stessi Stati membri individuati nel precedente ciclo della procedura. La Commissione presenterà gli esami approfonditi nell’ambito delle relazioni annuali per paese all’inizio del 2018. L’espansione economica sta contribuendo a correggere gli squilibri esistenti, sostenendo la riduzione degli indici d’indebitamento interno ed estero, agevolando la soluzione di problemi che persistono in ambito finanziario e migliorando la situazione del mercato del lavoro. Ulteriori progressi sono stati compiuti nell’affrontare gli squilibri esterni da parte dei paesi debitori netti e continuano a migliorare complessivamente le situazioni sui mercati del lavoro e le condizioni di crescita. Gli squilibri sono stati ancora affrontati sulla base di un numero ridotto di categorie, con particolare attenzione agli aspetti sociali e all’occupazione.

In giugno il Comitato consultivo europeo per le finanze pubbliche ha presentato il suo primo parere sull’orientamento generale della politica di bilancio della zona euro. Il Comitato è indipendente ed è composto da esperti nominati a seguito di consultazioni con gli Stati membri, i consigli nazionali per le finanze pubbliche e la Banca centrale europea.

Il Comitato ha ritenuto che un orientamento di bilancio neutro sarebbe appropriato per tutta la zona euro nel 2018 e che ciò potrebbe essere attuato mediante politiche di bilancio nazionali differenziate, nel rispetto dei parametri del patto di stabilità e di crescita. Inoltre, il comitato ha ritenuto che i governi dovrebbero perseguire una ricomposizione della spesa pubblica per aumentare la spesa per gli investimenti, che hanno subito le conseguenze più pesanti delle misure di risanamento finanziario che si sono susseguite a causa della crisi economica e finanziaria.

In novembre il Comitato europeo per le finanze pubbliche ha pubblicato la sua prima relazione annuale, che presenta una valutazione indipendente delle modalità di attuazione del quadro di bilancio dell’UE e dell’adeguatezza dell’attuale politica di bilancio a livello della zona euro e nazionale. La relazione annuale riguarda il 2016 (l’ultimo ciclo completo di sorveglianza) e conclude che, in un contesto economico estremamente difficile, sono state individuate alcune imperfezioni ma nessun errore grave nell’attuazione del patto di stabilità e di crescita. La politica di bilancio ha fornito un sostegno alla ripresa della zona euro nel suo insieme. Tuttavia, se si considera l’intera zona euro, in alcuni Stati membri tale politica è stata più restrittiva mentre in altri più accomodante del necessario. Sulla base della valutazione il Comitato ha inoltre presentato una serie di proposte per migliorare il patto di stabilità e di crescita.

Nel 2017 la Banca centrale europea ha continuato a rispettare l’obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi per salvaguardare il valore dell’euro. La stabilità dei prezzi è essenziale per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro e rappresenta il contributo più importante che la politica monetaria possa apportare in questo settore. La Banca centrale europea, insieme al meccanismo europeo di stabilità, hanno inoltre partecipato alle visite di verifica effettuate periodicamente negli Stati membri nell’ambito del sostegno successivo al programma.

Completare l’unione dei mercati dei capitali

L’unione dei mercati dei capitali, una delle principali priorità del piano di investimenti per l’Europa, si compone di un insieme di riforme normative e non normative intese a migliorare il collegamento tra risparmi e investimenti. Il suo obiettivo è rafforzare il sistema finanziario dell’UE offrendo fonti di finanziamento alternative e maggiori opportunità per gli investitori privati e istituzionali. Per le imprese, in particolare le piccole e medie imprese e le start-up, l’unione dei mercati dei capitali comporterà maggiori opportunità di finanziamento, ad esempio un accesso più semplice al capitale di rischio e ai mercati dei capitali. Particolare attenzione sarà dedicata al finanziamento sostenibile: il settore finanziario inizia ad aiutare gli investitori sensibili alla sostenibilità a scegliere imprese e progetti adeguati.

CHI TRAE BENEFICIO DALL’UNIONE DEI MERCATI DEI CAPITALI?

Infografica: Con l’unione dei mercati dei capitali la Commissione europea intende mobilitare capitali nell’UE e convogliarli verso tutte le imprese, anche di piccole e medie dimensioni, e verso progetti infrastrutturali che necessitano di capitali per espandersi e creare posti di lavoro. Mercati dei capitali più integrati e di maggiore spessore forniranno alle imprese una più ampia scelta di finanziamenti a costi inferiori, offriranno nuove opportunità per i risparmiatori e gli investitori e renderanno più resiliente il sistema finanziario.

Circa due terzi delle 33 azioni delineate nel progetto di unione dei mercati dei capitali sono stati realizzati. Tra queste figuravano una profonda revisione delle norme per le società di investimento. Le società di investimento di piccole dimensioni trarranno beneficio dalla semplificazione dei requisiti che corrispondono meglio al loro profilo di rischio. Allo stesso tempo, le grandi imprese che presentano rischi simili a quelli delle banche dovrebbero essere regolamentate e controllate come le banche. Questo consentirà a tutte le società di investimento di effettuare con maggiore efficacia il collegamento tra i risparmi dei consumatori e degli investitori e le imprese. Le nuove regole permetteranno di sostenere il corretto funzionamento dei mercati dei capitali, garantendo nel contempo la stabilità finanziaria.

Tra le nuove azioni da completare in futuro figurano: un prodotto pensionistico individuale paneuropeo, per aiutare le persone a finanziare la loro pensione e per convogliare più risparmi verso i mercati dei capitali; il costante miglioramento del quadro di vigilanza per l’integrazione dei mercati dei capitali; un riesame delle norme per la quotazione delle piccole e medie imprese; sfruttare il potenziale del settore della tecnologia finanziaria; riorientare gli investimenti per sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio più efficiente sotto il profilo delle risorse e più circolare.

L’UE come partner commerciale

Come dichiarato nel documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione, pubblicato nel maggio 2017, l’UE si impegna a realizzare un sistema commerciale multilaterale aperto, fondato sulle regole ed equo, sul quale è fondata la sua prosperità e indispensabile per trasformare il commercio in un fattore positivo in tutto il mondo. Nel discorso annuale sullo stato dell’Unione Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha proposto un nuovo quadro dell’UE per il controllo degli investimenti esteri che rafforzerà la trasparenza e la cooperazione con gli Stati membri. L’UE ha inoltre compiuto progressi nell’apertura di nuovi mercati per le esportazioni attraverso l’avvio di negoziati commerciali con diversi partner. Due accordi commerciali, in particolare, sono destinati a rilanciare l’occupazione, la crescita e gli investimenti. L’UE e il Giappone hanno concluso i negoziati relativi a un accordo di partenariato economico UE-Giappone e l’UE e il Canada hanno iniziato ad applicare in via provvisoria l’accordo economico e commerciale globale. Si veda il capitolo 6 per ulteriori informazioni sugli sviluppi della politica commerciale nel 2017.

Promuovere una concorrenza senza distorsioni per sostenere la crescita e gli investimenti

La politica di concorrenza dell’UE e l a sua attuazione dimostrano che ogni impresa è libera di investire e operare nel mercato unico, a condizione di rispettarne le regole. Nel corso dell’anno l’UE ha continuato ad applicare le regole di concorrenza a beneficio delle imprese e delle famiglie.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, partecipa alla conferenza dei portatori d’interesse dell’economia circolare. Bruxelles, 9 marzo 2017.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione europea, partecipa alla conferenza dei portatori d’interesse dell’economia circolare. Bruxelles, 9 marzo 2017.

In marzo sono stati proposti nuovi strumenti e nuove regole per consentire alle autorità garanti della concorrenza degli Stati membri di applicare in modo ancora più efficace le norme antitrust dell’UE. Nel mese di maggio sono state approvate norme semplificate che esonerano alcune misure di sostegno pubblico a favore di porti e aeroporti, della cultura e delle regioni ultraperiferiche dall’obbligo di notifica preventiva ai sensi della legislazione sugli aiuti di Stato. Le nuove norme agevolano gli investimenti pubblici per la creazione di posti di lavoro e la crescita, pur proteggendo la concorrenza.

Nel corso dell’anno la Commissione ha adottato 338 decisioni di concentrazione, quattro decisioni antitrust, sette decisioni relative a cartelli e 263 decisioni in materia di aiuti di Stato, che generano notevoli vantaggi per i consumatori dell’UE e sostengono la crescita. La Commissione ha imposto sanzioni per un totale di 4 398 miliardi di euro a imprese che hanno violato le regole di concorrenza dell’UE e ha ordinato agli Stati membri interessati di recuperare circa 618,6 milioni di euro di aiuti illegali e incompatibili dalle imprese che ne hanno beneficiato.

Per incentivare l’attività economica all’interno dell’Unione europea sono stati sospesi i dazi all’importazione sulle materie prime, sui prodotti semilavorati e sui componenti per un importo di oltre 1,2 miliardi di euro. Questa misura mira inoltre a migliorare la capacità competitiva dell’industria a valle e a consentire alle imprese di mantenere o creare posti di lavoro e di ammodernare le proprie strutture.

Una crescita sostenibile per creare posti di lavoro e tutelare l’ambiente

La transizione verso un’economia più circolare, in cui le risorse, compresa l’energia, sono utilizzate in modo più efficiente e i rifiuti sono ridotti, comporta grandi opportunità per i cittadini e le imprese in tutta l’Unione europea.

L’UE ha continuato a progredire nell’attuazione del pacchetto 2015 sull’economia circolare. Al fine di contribuire alla chiusura del cerchio di progettazione, produzione, consumo e gestione dei rifiuti la Commissione, insieme alla Banca europea per gli investimenti, ha istituito una piattaforma per il sostegno finanziario all’economia circolare, per promuovere gli investimenti in soluzioni innovative e circolari. La Commissione ha inoltre offerto agli Stati membri orientamenti su come estrarre energia dai rifiuti e ha proposto aggiornamenti della legislazione per limitare l’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Si stima che le misure impediranno la creazione di oltre 3 000 tonnellate di rifiuti pericolosi all’anno nell’UE e consentiranno di risparmiare energia e materie prime. Solo nel settore sanitario si potrebbero ottenere risparmi sui costi pari a un importo stimato di 170 milioni di euro consentendo agli ospedali di acquistare e vendere dispositivi medici usati.

L’elemento centrale del pacchetto è costituito dall’accordo provvisorio sulle proposte legislative in materia di rifiuti raggiunto dal Parlamento e dal Consiglio, che prevede obiettivi ambizioni ma realistici di riduzione e riciclaggio dei rifiuti da conseguire entro il 2035.

Continuare a sostenere gli Stati membri dell’UE

Il programma di sostegno alle riforme strutturali è stato istituito a maggio con un bilancio di 142,8 milioni di euro per il periodo 2017-2020. Su richiesta degli Stati membri il programma finanzia l’assistenza tecnica su misura per aiutarli nei settori chiave delle loro attività di riforma. Attraverso il programma la Commissione fornisce un sostegno mirato che rafforza la capacità degli Stati membri di progettare e attuare le riforme che ritengono necessarie per rendere le loro economie più competitive e favorevoli agli investimenti. L’assistenza tecnica riguarda le riforme relative a governance e pubblica amministrazione, gestione delle finanze pubbliche, contesto imprenditoriale, mercati del lavoro, servizi sanitari e sociali, settore finanziario e accesso ai finanziamenti. È disponibile per tutti gli Stati membri dell’UE, è prestata in funzione della domanda e non richiede il cofinanziamento.

Il programma è attuato dal servizio di assistenza per le riforme strutturali, in collaborazione con altri servizi competenti della Commissione. Finora il servizio ha accompagnato 15 Stati membri nella realizzazione di oltre 150 progetti di assistenza. Per il ciclo di progetto del 2018 ha ricevuto oltre 400 richieste di assistenza provenienti da più di 20 Stati membri, un sostanziale eccesso di domanda per il bilancio del programma, che per tale anno ammonta a 30,5 milioni di euro.

GLI INVESTIMENTI NEGLI STATI MEMBRI DELL’UE

Infografica: Occupazione, crescita e investimenti costituiscono una delle dieci priorità della Commissione Juncker. Il piano di investimenti per l’Europa mira a promuovere il finanziamento degli investimenti, con il sostegno della Banca europea per gli investimenti e del Fondo europeo per gli investimenti, che formano il gruppo Banca europea per gli investimenti. Questa strategia è parte integrante del «triangolo virtuoso» costituito da riforme strutturali, politiche di bilancio responsabili e investimenti. Dal 26 novembre 2014, data in cui è stato presentato il piano di investimenti, le condizioni per un aumento degli investimenti sono migliorate. La crescita e la fiducia nell’economia dell’UE stanno tornando.

L’UE ha continuato a fornire assistenza post-programma a Cipro, Irlanda, Portogallo, Romania e Spagna. Nel corso dell’anno sono stati compiuti progressi soddisfacenti nell’attuazione del programma greco destinato a creare le condizioni per ripristinare la fiducia e a porre le basi per una ripresa economica duratura in Grecia. La seconda verifica si è conclusa nel mese di luglio, consentendo l’autorizzazione della terza rata del finanziamento da parte del meccanismo europeo di stabilità, per un importo di 8,5 miliardi di euro. La terza verifica era in corso nel mese di dicembre, e all’inizio di tale mese era stato raggiunto un accordo tecnico.

La Grecia ha inoltre continuato a ricevere il sostegno economico del piano di investimenti per l’Europa.

Il servizio di assistenza per le riforme strutturali ha anche assunto incarichi speciali per aiutare a coordinare la risposta alla crisi dei rifugiati in Grecia e ad attuare il programma di aiuti dell’UE alla comunità turco-cipriota.

Politica regionale

La politica regionale e urbana dell’UE continua a investire in posti di lavoro e crescita attraverso progetti di qualsiasi tipo e dimensione, nonché in infrastrutture che favoriscano l’attività imprenditoriale come la banda larga e le reti di trasporto. Sono state inoltre attuate numerose iniziative e strategie per promuovere la crescita e l’innovazione su scala più ampia, tra cui una nuova serie di iniziative intese ad aiutare le regioni dell’UE a investire nei loro settori di nicchia per forza competitiva, strategia definita «specializzazione intelligente». Due progetti pilota lanciati nel 2017 consentiranno alle regioni di lavorare in partenariato con squadre di esperti della Commissione per rafforzare la loro capacità di innovazione, eliminare gli ostacoli agli investimenti e preparare il cambiamento industriale e della società. Saranno individuati e ampliati i progetti interregionali «finanziabili» che possono creare catene del valore dell’UE nei settori prioritari.

La commissaria Corina Crețu visita il Biopark Charleroi Brussels South, Belgio, il 24 marzo 2017.

La commissaria Corina Crețu visita il Biopark Charleroi Brussels South. Charleroi, Belgio, 24 marzo 2017.

Nel quadro dell’agenda urbana per l’UE, per aiutare le città a esprimere il loro punto di vista durante l’elaborazione delle politiche che le riguardano, sono stati avviati 12 nuovi partenariati tematici su argomenti quali l’economia circolare, la transizione digitale, l’occupazione e le competenze, la mobilità urbana. Per facilitare gli investimenti in questi settori, la Commissione europea, in collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, ha creato un nuovo servizio. Il sostegno agli investimenti urbani fornisce servizi di consulenza tecnica e finanziaria su misura per le città in tutte le fasi essenziali della preparazione e attuazione di progetti urbani integrati. Sono già stati pubblicati i piani d’azione di tre partenariati e il resto seguirà nel 2018.

Dragica Sekulić, ministro dell’economia del Montenegro, il commissario Johannes Hahn e Aleksandar Andrija Pejović, ministro degli affari europei del Montenegro, visitano il cantiere di una sottostazione del corridoio elettrico transbalcanico, rientrante nell’agenda «Connettività», che contribuirà alla creazione del mercato elettrico regionale. Lastva, Montenegro, 9 giugno 2017.

Dragica Sekulić, ministro dell’economia del Montenegro, il commissario Johannes Hahn e Aleksandar Andrija Pejović, ministro degli affari europei del Montenegro, visitano il cantiere di una sottostazione del corridoio elettrico transbalcanico, rientrante nell’agenda «Connettività», che contribuirà alla creazione del mercato elettrico regionale. Lastva, Montenegro, 9 giugno 2017.

La politica di coesione dell’UE mira a ridurre il divario di sviluppo e le disparità tra Stati membri e regioni dell’Unione. La Commissione ha avviato un’iniziativa per aiutare le regioni meno sviluppate a recuperare il ritardo. Il suo obiettivo è esaminare i fattori che frenano la crescita in tali regioni e fornire raccomandazioni e assistenza per liberare il loro potenziale di crescita. La Polonia e la Romania sono i primi Stati membri a sperimentare quest’iniziativa, ciascuno con due regioni. Sulla base dei risultati dei progetti pilota il modello sarà in seguito trasferito ad altre regioni che affrontano sfide analoghe.

Le regioni ultraperiferiche dell’UE beneficeranno di una nuova strategia varata in ottobre per un partenariato privilegiato, rinnovato e rafforzato che opera cercando di sfruttare al massimo i loro punti di forza.

Ricerca e innovazione

La valutazione dei primi anni di Orizzonte 2020, il programma di ricerca e innovazione dell’UE, conferma che è sulla buona strada per contribuire a creare crescita e posti di lavoro, affrontare le principali sfide per la società e migliorare la vita dei cittadini. Solo nel 2017 Orizzonte 2020 ha investito 8,62 miliardi di euro. Sono stati sostenuti più di 4 900 progetti, che hanno riunito più partner provenienti dall’UE, dai 16 paesi associati al programma e da altri paesi. In ottobre la Commissione ha avviato l’ultima serie di inviti a presentare proposte nell’ambito di Orizzonte 2020 e altre attività, con circa 30 miliardi di euro disponibili per ricercatori e innovatori.

Il commissario Carlos Moedas e il professor David Lane, fondatore e direttore dell’Edinburgh Centre for Robotics, discutono di un veicolo subacqueo autonomo denominato «Iver» nel corso di una visita alla Heriot-Watt University. Edimburgo, Regno Unito, 18 ottobre 2017. © Mike Wilkinson

Il commissario Carlos Moedas e il professor David Lane, fondatore e direttore dell’Edinburgh Centre for Robotics, discutono di un veicolo subacqueo autonomo denominato «Iver» nel corso di una visita alla Heriot-Watt University. Edimburgo, Regno Unito, 18 ottobre 2017.

Collegare l’Europa

Il primo invito misto del meccanismo per collegare l’Europa è stato pubblicato nel mese di febbraio e metterà a disposizione 1,35 miliardi di euro per finanziare progetti nel settore dei trasporti. Un invito misto combina sovvenzioni e finanziamenti del Fondo europeo per gli investimenti strategici, della Banca europea per gli investimenti, di banche di promozione nazionali o investitori del settore privato.

Per sostenere la mobilità pulita, competitiva e interconnessa, la Commissione ha approvato un elenco di 152 progetti nel settore dei trasporti che usufruiranno di 2,7 miliardi di euro di finanziamenti UE nel quadro del meccanismo per collegare l’Europa.

Crescita e occupazione grazie all’agricoltura

Nell’UE il settore agroalimentare rappresenta circa 44 milioni di posti di lavoro ed esporta merci per oltre 130 miliardi di euro l’anno. La politica agricola comune contribuisce a tali risultati con un bilancio annuo di circa 59 miliardi di euro, suddiviso tra diversi strumenti complementari. Nel 2017 la Commissione ha effettuato un’ampia consultazione sulla semplificazione e la modernizzazione della politica agricola comune. Si è trattato di una vasta consultazione pubblica che ha generato oltre 322 000 comunicazioni e più di 1 400 documenti programmatici.

In novembre è stata quindi adottata la comunicazione «Il futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura», che presenta orientamenti politici di massima per lo sviluppo futuro della politica agricola comune. La comunicazione contribuirà a orientare il dibattito sulla futura politica in vista delle proposte per il prossimo quadro finanziario pluriennale nel 2018, senza però pregiudicarle.

Il commissario Phil Hogan (al centro) visita un progetto d’irrigazione. Pozoblanco, Spagna, 8 giugno 2017.

Il commissario Phil Hogan (al centro) visita un progetto d’irrigazione. Pozoblanco, Spagna, 8 giugno 2017.

Avere cura degli oceani

Nell’ambito dei lavori volti a creare un’alleanza globale degli oceani su questioni marittime con i partner internazionali, l’UE ha ospitato la quarta conferenza internazionale «Our Ocean» a Malta nel mese di ottobre. Mille «campioni degli oceani» di alto livello si sono impegnati ad agire per oceani sani e produttivi e per dare seguito a precedenti impegni.

I partecipanti dei governi, delle imprese e della società civile hanno messo a disposizione la cifra record di oltre 7 miliardi di euro per la salute degli oceani e si sono anche impegnati a creare nuove zone marine protette che si estendono su 2,5 milioni di km2 e, per la prima volta, la conferenza ha visto una mobilitazione su vasta scala del settore societario a favore della conservazione degli oceani. L’UE ha annunciato misure per 550 milioni di euro riguardanti la protezione dell’ambiente marino, l’inquinamento marino, i cambiamenti climatici, la pesca sostenibile, la sicurezza marittima e l’economia blu sostenibile.

Il commissario Karmenu Vella (al centro) incontra i pescatori locali al porto di Zara, Croazia, il 20 marzo 2017.

Il commissario Karmenu Vella (al centro) incontra i pescatori locali al porto di Zara, Croazia, il 20 marzo 2017.

Aiutare le piccole e medie imprese a trovare nuovi finanziamenti, nuovi partner e nuovi mercati

Ogni anno l’UE sostiene più di 200 000 imprese con diverse tipologie di finanziamento, tra cui crediti, microfinanza, garanzie e capitale di rischio. Il finanziamento dell’UE è disponibile per le start-up, gli imprenditori e le imprese di qualsiasi dimensione e settore economico. La decisione di fornire finanziamenti garantiti dall’UE spetta a istituti finanziari locali quali banche, investitori di capitale di rischio e «business angels» (investitori informali). Il sostegno dell’UE, spesso sotto forma di cofinanziamento che integra i fondi messi a disposizione da istituti finanziari locali, consente alle imprese di ricevere un sostegno finanziario più ampio.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, partecipa all’evento inaugurale della settimana Startup Europe 2017 a Bruxelles, il 6 febbraio 2017.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, partecipa all’evento inaugurale della settimana Startup Europe 2017. Bruxelles, 6 febbraio 2017.

L’UE fornisce inoltre consulenza e sostegno pratico alle imprese. Nel 2017 la rete Enterprise Europe ha aiutato più di 3 500 piccole imprese con ambizioni internazionali a trovare finanziamenti, nuovi partner e nuovi mercati. La rete opera in più di 60 paesi in tutto il mondo. Essa riunisce esperti provenienti da oltre 600 organizzazioni aderenti per aiutare le imprese dell’UE a innovarsi e a crescere a livello internazionale.

Investire nelle persone

Nel 2017 è ricorso il 60º anniversario del Fondo sociale europeo, che aiuta i lavoratori a ottenere qualifiche e aumentare il loro livello di competenza. Si prevede che il Fondo aiuti 8 milioni di lavoratori nell’UE tra il 2014 e il 2020.

ATTIVITÀ DEL FONDO SOCIALE EUROPEO

Infografica: Il Fondo sociale europeo è il principale strumento dell’UE per promuovere l’occupazione e l’inclusione sociale: permette di aiutare le persone a trovare un lavoro (o un lavoro migliore), di integrare nella società le persone svantaggiate e di garantire a tutti la possibilità di vivere in modo più equo. A tal fine, il Fondo investe nelle persone e nelle loro competenze, che siano lavoratori dipendenti o disoccupati, giovani o meno giovani. Il Fondo aiuta ogni anno circa 10 milioni di persone a reinserirsi nel mondo del lavoro o a migliorare le loro competenze per trovare lavoro in futuro.

A quattro anni dal suo avvio nel 2013, l’alleanza europea per l’apprendistato, che è aperta ai membri dell’Associazione europea di libero scambio e ai paesi candidati all’adesione all’UE, comprende oltre 35 paesi. Circa 230 impegni sono stati formulati dalle parti interessate, tra cui le imprese e gli intermediari che si sono impegnati a fornire oltre 800 000 opportunità di formazione e di primo lavoro. In tale contesto, a giugno è stata avviata una nuova rete europea degli apprendisti per dare più voce ai giovani studenti. In ottobre la Commissione ha presentato una proposta relativa ad un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità ed è stata avviata una nuova azione ErasmusPro per sostenere la mobilità a lungo termine per gli apprendisti e per gli studenti nel settore dell’istruzione e formazione professionale.

A luglio l’UE ha pubblicato la classificazione europea di abilità, competenze, qualifiche e occupazioni e lo strumento europeo di determinazione delle competenze dei cittadini di paesi terzi, compresi i richiedenti asilo e i rifugiati. Questi due nuovi strumenti online intendono migliorare la mobilità a fini lavorativi e di apprendimento in tutta l’UE rendendo più trasparenti le competenze e le qualifiche.

Unione economica e monetaria: promuovere l’equità sociale per tutti i cittadini dell’UE.

Il 20 dicembre la Commissione ha proposto una nuova direttiva per integrare e ammodernare gli obblighi attuali di informare ogni lavoratore in merito alle sue condizioni di lavoro. Essa consentirebbe di introdurre norme minime per garantire che tutti i lavoratori, compresi quelli con contratti atipici, beneficino di maggiore prevedibilità e chiarezza. La proposta consentirebbe la copertura e la protezione di circa 2-3 milioni di ulteriori lavoratori con contratti atipici.

Promuovere le competenze digitali

L’UE sta promuovendo iniziative volte ad aumentare le possibilità, per i cittadini, di acquisire competenze digitali. In marzo è stato annunciato un progetto per l’organizzazione di tirocini digitali per 5 000-6 000 studenti laureati nel periodo 2018-2020. Vengono effettuati investimenti in progetti volti a concepire soluzioni di formazione per migliorare le competenze dei lavoratori che operano nelle piccole e medie imprese e riqualificare i disoccupati affinché possano accedere a posti di lavoro nelle piccole imprese.

Collegare i cittadini

Nel 2017 l’UE ha celebrato il 30º anniversario del programma Erasmus, con eventi in tutta Europa. Quello che era nato nel 1987 come un modesto programma di mobilità per studenti universitari è diventato il programma Erasmus+ per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

Negli ultimi trent’anni circa 9 milioni di persone hanno beneficiato di una vasta gamma di opportunità offerte dal programma Erasmus di ampliare i loro orizzonti e acquisire nuove conoscenze e competenze attraverso lo studio, tirocini, apprendistati, scambi di giovani, attività di insegnamento e sportive in tutta l’Europa e altrove. Nel 2017, con un bilancio di oltre 2,5 miliardi di euro, il programma ha consentito a circa 560 000 giovani e 160 000 dipendenti di istituti d’istruzione e organizzazioni giovanili di beneficiare delle opportunità offerte. Nel mese di giugno gli Stati membri hanno dato il via libera all’attuazione dell’iniziativa ErasmusPro, che metterà a disposizione di studenti nel settore dell’istruzione e formazione professionale e apprendisti fino a 50 000 nuove opportunità di beneficiare di esperienze lavorative di lunga durata all’estero per i prossimi tre anni.

Il commissario Tibor Navracsics a una cerimonia per il 30º anniversario del programma Erasmus presso il Parlamento europeo. Bruxelles, 25 gennaio 2017.

Il commissario Tibor Navracsics a una cerimonia per il 30º anniversario del programma Erasmus presso il Parlamento europeo. Bruxelles, 25 gennaio 2017.

Con l’aiuto del Parlamento e del Consiglio, la Commissione ha aumentato i finanziamenti per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile — il programma di sostegno finanziario mirato dell’UE — e ha assistito gli Stati membri nella mobilitazione della loro rispettiva quota del Fondo sociale europeo. Complessivamente oltre 18 milioni di giovani hanno aderito ai sistemi di garanzia per i giovani da gennaio 2014 e 11 milioni hanno accettato un’offerta di lavoro, di apprendistato, di tirocinio o di istruzione continua.

Aiutare i giovani a diventare imprenditori

Erasmus per giovani imprenditori fornisce agli aspiranti imprenditori europei le competenze necessarie per avviare e/o gestire con successo una piccola impresa in Europa. I nuovi imprenditori acquisiscono e scambiano conoscenze e idee imprenditoriali presso un imprenditore esperto per un periodo di 1-6 mesi. Il nuovo imprenditore acquisisce le competenze necessarie per gestire un’impresa di piccole dimensioni, mentre l’imprenditore ospite trae beneficio dalle nuove prospettive per la propria attività e impara a conoscere nuovi mercati.

Il programma è finanziato dalla Commissione europea e opera nei paesi partecipanti con l’aiuto dei centri di contatto locali, che sono competenti in materia di sostegno alle imprese (ad esempio, le camere di commercio, i centri di assistenza alle start up e gli incubatori di imprese). Nel corso dell’anno più di 1 000 aspiranti imprenditori hanno seguito questo programma di mentoring.

Il Corpo europeo di solidarietà

Istituito nel dicembre 2016, il Corpo europeo di solidarietà ha potuto assumere rapidamente le sue funzioni. Nel maggio 2017 la Commissione ha proposto una base giuridica specifica e un bilancio per i prossimi tre anni. Alla fine di dicembre oltre 45 000 persone si erano registrate e oltre 2 500 avevano partecipato ad attività di solidarietà in tutta Europa. In agosto, ad esempio, 16 volontari sono arrivati a Norcia per partecipare ai lavori di riparazione e ricostruzione dei servizi sociali per la comunità locale duramente colpita dai gravi terremoti del 2016. Verso la metà del 2017 è stata creata la sezione occupazionale del Corpo europeo di solidarietà. Secondo le previsioni nei prossimi due anni sarà offerto a 6 000 giovani un posto di lavoro o un tirocinio nel settore della solidarietà, grazie a progetti finanziati nell’ambito del programma UE per l’occupazione e l’innovazione sociale, coordinato dai servizi pubblici per l’impiego francesi e italiani.

Il corpo europeo di solidarietà: un impegno nel volontariato a favore delle comunità e delle persone in tutta Europa.

Tutelare la salute dei cittadini a favore dell’economia

In giugno la Commissione ha adottato il nuovo piano d’azione contro la resistenza antimicrobica. L’approccio del piano d’azione «One Health» affronta la resistenza antimicrobica nell’uomo e negli animali, una minaccia crescente che nell’Unione europea causa ogni anno la morte di 25 000 persone e la perdita di 1,5 miliardi di euro. Il primo ciclo biennale dell’iniziativa «Lo stato della salute nell’UE» si è concluso con la pubblicazione di relazioni specifiche sulla situazione sanitaria in ogni Stato membro e di un documento di accompagnamento dei servizi della Commissione che le collega a un più ampio programma dell’UE. Nell’attuare tale iniziativa la Commissione ha collaborato con l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e l’Osservatorio europeo delle politiche e dei sistemi sanitari.

Un bilancio dell’UE incentrato sui risultati

Il bilancio dell’UE per il 2017 ha contribuito a promuovere la creazione di posti di lavoro, in particolare per i giovani, e a incrementare gli investimenti strategici. Basandosi sulle iniziative degli scorsi anni, ha continuato a dedicare particolare attenzione alla sfida della migrazione. Quasi la metà dei fondi (75 miliardi di euro) è stata stanziata per la crescita, l’occupazione e la competitività, per sostenere la ricerca e l’innovazione (Orizzonte 2020), per l’istruzione, la formazione e la gioventù (Erasmus+), per le piccole e medie imprese (programma dell’UE per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese) e le infrastrutture di trasporto (meccanismo per collegare l’Europa). Il bilancio dell’UE ha anche sostenuto il Fondo europeo per gli investimenti strategici, che ha incoraggiato importanti progetti di investimento nell’UE. Gli agricoltori hanno ricevuto circa 43 miliardi di euro. L’UE ha contribuito con un totale di quasi 6 miliardi di euro a rafforzare la protezione delle sue frontiere esterne e ad affrontare la migrazione e i flussi di rifugiati.

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, alla firma del primo contratto di prestito garantito dallo strumento di finanziamento del capitale naturale. Bruxelles, 11 aprile 2017.

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, alla firma del primo contratto di prestito garantito dallo strumento di finanziamento del capitale naturale. Bruxelles, 11 aprile 2017.

In maggio la Commissione ha proposto un finanziamento di oltre 340 milioni di euro per creare, entro il 2020, 100 000 opportunità di inserimento professionale per i giovani disposti a impegnarsi in attività di solidarietà (volontariato, tirocini o lavoro) attraverso il Corpo europeo di solidarietà.

La revisione intermedia dell’attuale quadro finanziario pluriennale (2014-2020) è stata adottata nel mese di giugno. L’obiettivo della revisione era fornire mezzi finanziari supplementari per affrontare i flussi migratori e i rischi per la sicurezza, per promuovere la crescita economica, la competitività e l’occupazione e per aumentare la capacità del bilancio UE di far fronte a circostanze impreviste.

Il commissario Günther Oettinger in occasione della presentazione del documento di riflessione della Commissione sul futuro delle finanze dell’UE. Bruxelles, 28 giugno 2017.

Il commissario Günther Oettinger in occasione della presentazione del documento di riflessione della Commissione sul futuro delle finanze dell’UE. Bruxelles, 28 giugno 2017.

La Commissione ha inoltre adottato una proposta legislativa volta a ridurre gli oneri amministrativi per i destinatari dei fondi dell’UE. Il 28 giugno la Commissione ha pubblicato un documento di riflessione per avviare un dibattito sul futuro delle finanze dell’UE.

CAPITOLO 2

Un mercato unico del digitale connesso

«Sono convinto che dobbiamo sfruttare in maniera decisamente migliore le notevoli opportunità offerte dalle tecnologie digitali, che non conoscono confini».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 1 luglio 2014

© iStockphoto.com/chombosan

© iStockphoto.com/chombosan

L’UE ha proseguito nel suo impegno per completare il mercato unico del digitale e abbattere le barriere online, lavorando per consentire ai cittadini, ai governi e alle imprese di sfruttare pienamente le opportunità offerte da Internet e da altre tecnologie digitali. Il 2017 è stato l’anno della presentazione della maggior parte delle proposte legislative e della realizzazione delle iniziative politiche annunciate nel 2015 nella strategia per il mercato unico del digitale.

L’UE inoltre ha abolito definitivamente le tariffe di roaming e perciò ora i consumatori che viaggiano nell’Unione europea pagano le chiamate, gli SMS e i dati mobili lo stesso prezzo che pagherebbero nel loro paese.

Dal 2018 i cittadini, quando viaggiano nell’UE, potranno usufruire di servizi online prepagati per accedere a film, eventi sportivi, musica e videogiochi e inoltre un finanziamento dell’Unione europea contribuirà a fornire l’accesso wi-fi nei luoghi pubblici.

L’UE ha utilizzato il proprio potere esecutivo per tutelare i consumatori e garantire la concorrenza leale nell’economia delle piattaforme online. A Google ha inflitto una sanzione di 2,42 miliardi di euro per abuso di posizione dominante sul mercato perché il motore di ricerca favoriva illegalmente i suoi servizi di acquisti comparativi. In settembre Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell’Unione ha annunciato una serie di misure per proteggere l’UE dai ciberattacchi. Nello stesso mese la Commissione ha definito misure per migliorare il libero flusso di dati non personali insieme a orientamenti e principi per contrastare la diffusione di contenuti illeciti tramite le piattaforme online.

A settembre la presidenza estone ha organizzato un vertice a Tallinn, durante il quale si è nuovamente affermato con convinzione che l’UE deve costruire il proprio futuro economico su politiche digitali solide e unitarie.

Realizzare il mercato unico del digitale

La Commissione ha presentato 43 delle principali proposte legislative e ha realizzato varie iniziative politiche per il completamento del mercato unico del digitale, indicate nella strategia per il mercato unico del digitale del maggio 2015. Tra queste iniziative legislative, 24 sono state presentate al Parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione europea alla fine del 2017.

Il riesame intermedio dei progressi compiuti, pubblicato a maggio 2017, indica le azioni successive per quanto riguarda le piattaforme online, l’economia dei dati e la cibersicurezza. A settembre, in concomitanza con il discorso sullo stato dell’Unione, la Commissione ha presentato una proposta di nuove norme sulla cibersicurezza e sul libero flusso di dati non personali nell’UE. Nello stesso mese è stata anche pubblicata una comunicazione sulla responsabilità delle piattaforme per contrastare i contenuti illeciti online.

A luglio 2017 Mariya Gabriel è stata nominata nuova commissaria per l’economia e la società digitali.

A luglio 2017 Mariya Gabriel è stata nominata nuova commissaria per l’economia e la società digitali.

Nell’UE il mercato del lavoro e la società in continuo mutamento richiedono competenze digitali adatte, ma il 37 % della forza lavoro non possiede nemmeno quelle di base. Entro il 2020 un milione di giovani disoccupati sarà istruito grazie alla coalizione per le competenze e l’occupazione, mentre il piano d’azione per l’eGovernment 2016-2020 semplificherà la vita dei cittadini e delle imprese e permetterà alle autorità pubbliche di offrire nuovi servizi. L’attenzione ora è rivolta al raggiungimento di un accordo politico con il Parlamento europeo e con il Consiglio su tutte le proposte.

Nel corso del vertice di Tallinn sul digitale, svoltosi a settembre, si sono tenute discussioni ad alto livello su come l’Unione europea possa mantenersi alla testa della parabola tecnologica e restare all’avanguardia nel settore. In tale occasione sono stati affrontati vari temi, tra cui l’equità fiscale nell’economia digitale, il miglioramento delle competenze digitali dei cittadini e la costruzione nell’UE di una solida struttura per la cibersicurezza. Gli Stati membri hanno inoltre convenuto di completare il mercato unico del digitale entro il 2018, di investire in infrastrutture digitali e di impegnarsi per assicurare la libera circolazione dei dati.

Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jüri Ratas, primo ministro dell'Estonia, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, al vertice sul digitale. Tallinn, Estonia, 29 settembre 2017.

Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jüri Ratas, primo ministro dell'Estonia, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, al vertice sul digitale. Tallinn, Estonia, 29 settembre 2017.

Costruire un’effettiva cibersicurezza nell’UE

Le tecnologie digitali offrono ai cittadini nuove opportunità di connessione: facilitano lo scambio di informazioni e costituiscono la spina dorsale dell’economia dell’UE. Tuttavia, esse hanno anche posto nuovi rischi. L’UE ha fatto notevoli passi avanti nel preservare l’incolumità delle persone che accedono alla rete e, a decorrere dal 2018, i cittadini e le imprese potranno beneficiare di una maggiore protezione. Le norme che disciplineranno questo settore si applicheranno anche ai nuovi operatori che forniscono servizi di comunicazione elettronica.

L’UE tuttavia deve prepararsi meglio a gestire il preoccupante aumento dei ciberattacchi. Nel quadro del discorso sullo stato dell’Unione del presidente Juncker, a settembre la Commissione ha proposto un approccio globale per migliorare la cibersicurezza. Il pacchetto di misure comprende il rafforzamento dell’agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza, un piano d’azione coordinato tra gli Stati membri per rispondere ai ciberattacchi e un nuovo sistema europeo di certificazione della cibersicurezza per garantire che i prodotti e i servizi del mondo digitale siano sicuri. Per la prima volta la Commissione inoltre concentra la propria attenzione sulla ciberdifesa, riproducendo il suo rinnovato impegno per un’unione della sicurezza e della difesa.

RESILIENZA DELL’UE AI CIBERATTACCHI

Infografica: La Commissione europea e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno proposto una vasta gamma di misure concrete che rafforzeranno ulteriormente le strutture e le capacità dell’UE in materia di cibersicurezza, con una maggiore cooperazione tra gli Stati membri e le diverse strutture dell’Unione interessate. Tali misure garantiranno che l’UE sia preparata più adeguatamente ad affrontare le crescenti sfide in materia di cibersicurezza.

Sfruttare appieno il potenziale dell’economia dei dati dell’UE

Entro il 2020, secondo le stime, 10,4 milioni di persone saranno impiegate nell’economia dei dati dell’UE. La Commissione ha proposto nuove norme per disciplinare il libero flusso di dati non personali. Tali norme, unitamente a quelle vigenti sulla protezione dei dati personali, autorizzeranno l’archiviazione e il trattamento di dati non personali in tutta l’UE. Ciò consentirà di rafforzare la competitività delle imprese nell’UE e di modernizzare i servizi pubblici in un vero e proprio mercato unico per i servizi di dati dell’UE. Eliminare le restrizioni all’ubicazione dei dati è molto importante per l’economia dei dati: il mercato dell’Internet degli oggetti potrebbe arrivare a generare ricavi per 112 miliardi di euro, con un aumento del prodotto interno lordo dell’UE del 4 % entro il 2020.

Guardando al futuro, l’UE investe affinché l’Europa diventi un polo di calcolo ad alte prestazioni di eccellenza internazionale, in grado di analizzare un’enorme quantità di dati in tempo reale. Inoltre prepara il terreno per varare nel 2018 una serie di iniziative faro per un miliardo di euro nel campo delle tecnologie quantistiche.

Garantire la concorrenza leale nell’economia delle piattaforme online

La commissaria Margrethe Vestager partecipa a un Ted Talk a The Town Hall. New York, Stati Uniti, 20 settembre 2017. © Ryan Lash/TED

La commissaria Margrethe Vestager partecipa a un Ted Talk a The Town Hall. New York, Stati Uniti, 20 settembre 2017.

Le piattaforme online sono soggette alle norme dell’UE in settori come la concorrenza e la tutela dei consumatori. Questo infonde fiducia nelle imprese e nella gente in generale. Quando è necessario, l’UE agisce affinché tali norme siano applicate.

A maggio 2017 è stata adottata una decisione che rende giuridicamente vincolanti gli impegni assunti da Amazon a intervenire a seguito di riserve preliminari sotto il profilo della concorrenza su diverse clausole contenute negli accordi di distribuzione conclusi tra Amazon e gli editori di libri digitali in Europa. In giugno la Commissione ha inflitto a Google una multa di 2,42 miliardi di euro per abuso di posizione dominante in quanto il motore di ricerca concedeva vantaggi illeciti al suo servizio di acquisti comparativi.

LA COMMISSIONE HA INFLITTO A GOOGLE UNA MULTA PER ABUSO DI POSIZIONE DOMINANTE

Infografica: La Commissione europea ha imposto a Google una sanzione di 2,42 miliardi di euro per violazione delle norme antitrust dell’UE. Google ha abusato della propria posizione dominante sul mercato come motore di ricerca fornendo un vantaggio illecito a un altro prodotto Google, il suo servizio di acquisti comparativo.

Migliorare la connettività

L’UE ha approvato un programma in base al quale tra 6 000 e 8 000 comunità in tutta l’UE potranno usufruire di hotspot wi-fi pubblici. Con l’iniziativa WiFi4EU saranno stanziati 120 milioni di euro per fornire l’accesso wi-fi in spazi pubblici quali parchi, piazze, edifici pubblici, biblioteche, musei e centri sanitari.

L’iniziativa WiFi4EU rientra nell’ambizioso pacchetto di misure adottato dalla Commissione a settembre 2016, concepito per soddisfare il crescente fabbisogno di connettività dei cittadini e rafforzare la competitività dell’UE. Il pacchetto comprende anche un piano d’azione per promuovere la realizzazione di reti wireless 5G d’avanguardia in tutta l’UE.

Un passo importante verso il conseguimento di questo obiettivo è stato fatto a maggio 2017, quando il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato una decisione volta ad assicurare la disponibilità della banda 700 Mhz per i servizi a banda larga wireless entro il 2020.

La modernizzazione delle attuali norme UE sulle telecomunicazioni (la proposta di codice europeo delle comunicazioni elettroniche) offre un contesto normativo più attraente che incoraggerà gli investimenti in infrastrutture di elevata qualità in tutti gli Stati membri.

Abolizione dei costi di roaming

La fine delle tariffe di roaming: il roam come a casa.

TARIFFE DI ROAMING PER CHI VIAGGIA NELL’UE

Infografica: La Commissione europea ha iniziato ad agire nel 2007 per abolire le tariffe di roaming nell’UE. In una prima fase l’eurotariffa ha introdotto limiti massimi dei prezzi per tutta l’UE. Le tariffe sono state progressivamente ridotte e le spese di roaming sono state completamente eliminate. Dal 15 giugno 2017 i consumatori pagano prezzi nazionali per le chiamate, gli SMS e la navigazione su Internet quando si recano in altri Stati membri dell’UE.

Le tariffe di roaming sono state abolite il 15 giugno 2017. Questo significa che quando si viaggia nell’UE è possibile telefonare, inviare messaggi o navigare in Internet con il proprio cellulare pagando lo stesso prezzo che si pagherebbe nel proprio paese.

Accedere al contenuto digitale

Dal 2018 le persone che vivono nell’UE potranno usufruire dei servizi di contenuti online a pagamento ovunque si trovino in Europa. Nuove norme approvate nel giugno 2017 consentono ai consumatori che hanno sottoscritto servizi di contenuti online a pagamento nel loro paese di residenza di potervi accedere quando si recano in un altro Stato membro. I servizi in chiaro, come quelli forniti da alcune emittenti pubbliche, potranno trarre beneficio dal regolamento a condizione che queste ultime verifichino il paese di residenza dei loro abbonati.

In luglio, nell’ambito del processo attualmente in corso di modernizzazione della legislazione UE in materia di diritto d’autore, è stata approvata la normativa che aiuterà milioni di persone non vedenti e ipovedenti a disporre più facilmente di libri in un formato a loro accessibile. La nuova normativa dell’UE entrerà in vigore a ottobre 2018.

In novembre il Parlamento, il Consiglio e la Commissione hanno raggiunto un accordo politico per porre fine a geoblocchi ingiustificati per i consumatori che desiderano acquistare prodotti o servizi online all’interno dell’UE. Le nuove norme permetteranno di promuovere il commercio elettronico a beneficio sia dei consumatori sia delle imprese.

Promuovere la leadership dell’Europa nel calcolo ad alte prestazioni

La dichiarazione europea sul calcolo ad alte prestazioni, volta a sostenere finanziariamente un’infrastruttura di dati e supercalcolo di prossima generazione, è stata siglata in marzo dai ministri di sette paesi (Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna). Il Belgio, la Bulgaria, la Croazia, la Grecia, la Slovenia e la Svizzera vi hanno aderito successivamente.

Condividere i dati per migliorare la ricerca

Il nuovo cloud europeo per la scienza aperta, nato nel 2017, offrirà a 1 milione e 700 mila ricercatori e a 70 milioni di professionisti della scienza e della tecnologia un ambiente virtuale in cui archiviare, condividere e riutilizzare i dati a livello interdisciplinare e transfrontaliero. Il finanziamento di oltre 260 milioni di euro che contribuisce alla creazione del cloud è a titolo del programma Orizzonte 2020.

Istruzione

Nel 2017 la Commissione ha varato uno strumento di autovalutazione per aiutare le scuole ad analizzare la loro capacità digitale. Lo strumento permette alle scuole di ottenere sostegno per sviluppare e migliorare l’utilizzo delle tecnologie per l’insegnamento e l’apprendimento. A dicembre 650 scuole di 14 paesi avevano partecipato al progetto pilota «Selfie». Nel 2018 Selfie sarà accessibile alle scuole in tutta l’UE.

Pubblica amministrazione in rete

In maggio è stata avanzata una proposta che darà alle persone e alle imprese un accesso più agevole, attraverso un unico punto di ingresso digitale, a informazioni di qualità, procedure amministrative e servizi di assistenza online. Ogni anno lo sportello digitale unico potrebbe aiutare le imprese a risparmiare oltre 11 miliardi di euro e potrebbe permettere ai cittadini dell’UE di economizzare fino a 855 000 ore.

I cittadini e le imprese private possono cercare informazioni sulle imprese registrate in qualsiasi Stato membro dell’UE, ma anche in Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Il sistema di interconnessione dei registri delle imprese fa parte del portale europeo della giustizia, uno sportello unico elettronico per i cittadini, le imprese e gli operatori della giustizia in tutta Europa e rappresenta uno sforzo comune da parte della Commissione e dei governi. Il sistema fornisce un accesso pubblico alle informazioni sulle imprese degli Stati partecipanti e garantisce l’interconnessione elettronica protetta di tutti i registri delle imprese europei. Gli obiettivi finali sono quelli di rafforzare la fiducia nel mercato unico attraverso la trasparenza e le informazioni aggiornate e di ridurre gli oneri inutili che gravano sulle imprese. Tra il mese di giugno, data della sua inaugurazione, e la fine dell’anno, il sistema di interconnessione dei registri delle imprese è stato utilizzato per eseguire ricerche su oltre 139 000 imprese.

Nel mese di luglio è stato inoltre avviato il sistema di scambio elettronico di informazioni previdenziali. Questa nuova piattaforma informatica collega circa 15 000 enti previdenziali degli Stati membri dell’UE, dell’Islanda, del Liechtenstein, della Norvegia e della Svizzera e contribuisce a prevenire errori e frodi. Gli enti previdenziali useranno documenti elettronici standardizzati redatti nella lingua nazionale e questo garantirà che i dati scambiati siano esatti e completi. Il nuovo strumento sarà utile anche ai cittadini che hanno vissuto e lavorato in diversi paesi (tra quelli partecipanti) in quanto consentirà di calcolare le prestazioni previdenziali in modo più semplice e rapido.

A ottobre gli Stati membri hanno convenuto di seguire un metodo comune per prestare servizi pubblici online sia a livello transettoriale sia a livello transfrontaliero e questo nell’ottica di ridurre gli adempimenti burocratici che spettano a cittadini e imprese quando ad esempio richiedono certificati, si iscrivono per ottenere un servizio o presentano le dichiarazioni dei redditi.

Finanziare la connettività e l’imprenditoria digitale

I Fondi strutturali e di investimento europei e la politica di coesione dell’UE contribuiscono in modo significativo al conseguimento degli obiettivi del mercato unico del digitale. In base alle strategie degli Stati membri e delle regioni, mirate alla crescita digitale, i Fondi strutturali e di investimento europei sostengono la nascita di start-up digitali con una dotazione di oltre 20 miliardi di euro. Questo permette alle piccole e medie imprese di sfruttare i vantaggi della digitalizzazione, alle pubbliche amministrazioni di essere più efficienti e prestare servizi migliori e più rapidi a cittadini e imprese e alle aree poco servite di usufruire di un accesso alla banda larga a portata di tutti. A novembre 2017 è stata avviata una rete di centri di competenza per la banda larga per favorire la diffusione della banda larga veloce e aiutare a superare il divario digitale tra le zone urbane e quelle rurali. I centri sono distribuiti a livello regionale e nazionale e forniscono informazioni e sostegno per la diffusione della banda larga. Nel corso dell’anno sono proseguiti i lavori affinché entro il 2020 la banda larga sia fornita a 18 milioni di abitanti delle zone rurali.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, partecipa al congresso mondiale sulla telefonia mobile 2017 dell'associazione GSM. Barcellona, Spagna, 27 febbraio 2017.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, partecipa al congresso mondiale sulla telefonia mobile 2017 dell'associazione GSM. Barcellona, Spagna, 27 febbraio 2017.

Assistenza sanitaria digitale

A marzo sono state inaugurate le prime 24 reti di riferimento europee per le malattie rare e complesse, che riuniscono oltre 900 unità di assistenza sanitaria altamente specializzate appartenenti a più di 300 ospedali in 25 Stati membri dell’UE e in Norvegia. Queste reti affrontano patologie complesse o rare che richiedono cure specifiche e una concentrazione di conoscenze e risorse e si occupano di una serie di problemi patologici tra cui malattie ossee, tumori infantili e immunodeficienza.

Comprendere l’impatto della digitalizzazione sul settore finanziario

La tecnologia sta trasformando il settore finanziario; in qualità di principale utilizzatore di prodotti e servizi informatici, tale settore può sicuramente sfruttare vantaggiosamente la nuova generazione di tecnologie per l’elaborazione, l’archiviazione, la mobilità e l’autenticazione, ma anche le reti sociali, l’intelligenza artificiale e i sistemi distribuiti. I nuovi modelli d’impresa emergenti potrebbero contribuire a trasformare in realtà concreta il mercato unico dell’UE dei servizi finanziari, un mercato unico in cui il rapporto tra clienti e fornitori non è più limitato dalla distanza fisica o da differenze linguistiche. Questo scenario solleva importanti questioni politiche e normative nell’ambito delle strategie riguardanti il settore dei servizi finanziari dell’UE: tali questioni sono state affrontate in una vasta consultazione pubblica volta a stabilire se fosse necessaria un’azione concreta a livello dell’Unione.

Le tecnologie digitali per un traffico scorrevole

Nel corso della Giornata digitale tenutasi il 23 marzo a Roma, 29 paesi (Stati membri dell’UE e dello Spazio economico europeo) hanno firmato una lettera di intenti per istituire un quadro giuridico per la sperimentazione transfrontaliera della guida connessa e automatizzata in base a norme armonizzate sull’accesso ai dati, sulla responsabilità e sulla connettività. Gli Stati hanno convenuto di intensificare la cooperazione nel campo della sperimentazione dei trasporti stradali automatizzati in siti transfrontalieri e ora collaborano con partner industriali per dare attuazione a tale accordo. Attualmente la Commissione promuove i corridoi di trasporto transfrontaliero connessi.

La commissaria Violeta Bulc accoglie Tom Enders, amministratore delegato di Airbus SE. Bruxelles, 18 ottobre 2017.

La commissaria Violeta Bulc accoglie Tom Enders, amministratore delegato di Airbus SE. Bruxelles, 18 ottobre 2017.

In maggio sono state presentate proposte per modernizzare la mobilità e i trasporti nell’UE. «Europa in movimento» è la denominazione di un’ampia serie di iniziative per rendere il traffico più sicuro, incoraggiare il ricorso a sistemi di pedaggio più equi, ridurre le emissioni di biossido di carbonio, l’inquinamento atmosferico e la congestione del traffico, ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, combattere le pratiche occupazionali illecite e garantire ai lavoratori condizioni e tempi di riposo adeguati. La Commissione promuove inoltre le soluzioni di mobilità senza interruzioni per facilitare i viaggi in tutta l’Unione europea. Ad esempio ha presentato una proposta per garantire l’interoperabilità dei sistemi di pedaggio in modo che i cittadini possano spostarsi in tutta l’UE senza doversi preoccupare delle diverse formalità amministrative. Specifiche comuni per i dati relativi al trasporto pubblico, inoltre, permetteranno di pianificare meglio il viaggio e di seguire l’itinerario migliore anche attraversando le frontiere.

Tecnologia dei droni

A giugno è stato presentato un progetto per rendere sicuro e rispettoso dell’ambiente l’uso dei droni nello spazio aereo inferiore. Il sistema di gestione dei droni U-Space copre attualmente altitudini fino a 150 metri e aprirà la strada allo sviluppo di un mercato dell’UE di servizi droni solido e dinamico. Entro il 2019 saranno istituiti un registro dei droni, dei loro operatori e della loro identità elettronica e un sistema per definire confini virtuali (geofencing).

Un’autenticazione più sicura dei clienti che usano sistemi elettronici di pagamento

Nel 2017 l’aumento del livello di sicurezza dei pagamenti elettronici è rimasto uno dei principali obiettivi della politica digitale dell’UE. A novembre la Commissione ha introdotto a questo scopo una serie di prescrizioni di sicurezza che devono essere rispettate dai fornitori di servizi di pagamento, siano essi banche o altri istituti di pagamento, quando trattano i pagamenti o i servizi connessi.

CAPITOLO 3

Un’unione dell’energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici

«È mia intenzione riformare e riorganizzare la politica energetica europea per creare una nuova unione europea dell’energia (…). Dobbiamo aumentare la quota delle energie rinnovabili nel nostro continente, mossi non soltanto dalla volontà di adottare una politica responsabile in materia di cambiamenti climatici ma (…) anche da esigenze di politica industriale».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 14 luglio 2014

© iStockphoto.com/william87

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Non possiamo gestire i cambiamenti climatici senza ripensare i nostri metodi di produzione e utilizzo dell’energia: trasformare i nostri sistemi energetici è fondamentale per fare dell’UE una società a basse emissioni di carbonio. A due anni dal lancio della strategia dell’unione dell’energia, vari segnali dimostrano che la modernizzazione dell’economia dell’UE e la transizione verso l’era delle basse emissioni di carbonio sono oramai in atto.

L’UE e gli Stati membri hanno continuato a compiere notevoli progressi verso la realizzazione degli obiettivi dell’unione dell’energia, in particolare gli obiettivi climatici ed energetici per il 2020 relativi alle emissioni di gas a effetto serra, all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili. L’energia pulita può creare 900 000 nuovi posti di lavoro e sbloccare 177 miliardi di euro di investimenti ogni anno a partire dal 2021. L’accordo politico sulla prestazione energetica nell’edilizia conclude l’iter della prima di otto proposte legislative contenute nel pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», presentato nel 2016.

Nel 2017 l’UE ha continuato a guidare gli sforzi per contrastare i cambiamenti climatici, anche spronando la comunità internazionale a mantenere lo slancio creato dall’accordo di Parigi, che intende porre il pianeta sulla strada giusta per evitare cambiamenti climatici pericolosi.

Sono stati compiuti notevoli progressi sulle proposte legislative connesse all’attuazione degli impegni climatici assunti dall’UE per ridurre le emissioni interne di gas a effetto serra di almeno il 40 % entro il 2030.

In dicembre sono stati raggiunti accordi politici sul regolamento relativo alla condivisione degli sforzi per ridurre le emissioni nel settore dei trasporti, dell’edilizia, dei rifiuti e dell’agricoltura, nonché sulle nuove norme relative alla contabilizzazione delle emissioni risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura. Con tali accordi, e con la revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE dopo il 2020, si conclude la creazione del quadro giuridico della politica climatica dell’UE per il 2030.

La Commissione europea ha inoltre definito un programma per una transizione socialmente equa verso una mobilità e un trasporto puliti, competitivi e interconnessi.

Verso un’unione dell’energia moderna e ambiziosa

La transizione dell’Unione europea verso una società a basse emissioni di carbonio si sta concretizzando sul terreno. Grazie ai progressi compiuti nel 2017, l’UE è sulla buona strada per realizzare l’unione dell’energia e creare posti di lavoro, crescita e investimenti. A due anni dal lancio della strategia, la Commissione ha presentato tutte le principali proposte necessarie per accrescere l’efficienza energetica, sostenere la leadership globale dell’UE nell’azione per il clima e le energie rinnovabili e offrire un trattamento equo ai consumatori di energia.

La terza relazione sullo stato dell’unione dell’energia, pubblicata nel novembre 2017, indica che l’UE sta rispettando i tempi previsti per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici del 2020. Il consumo finale di energia è già al di sotto dell’obiettivo fissato per il 2020. Le emissioni di gas a effetto serra sono scese del 23 % dal 1990 mentre l’economia è cresciuta del 53 % La tendenza conferma quello che l’UE continua a dimostrare: le iniziative per la riduzione delle emissioni sono compatibili con la crescita economica. Con una quota di energia da fonti rinnovabili già oltre il 16 % del suo mix energetico, l’UE è ben avviata a conseguire l’obiettivo del 20 % entro il 2020. Undici Stati membri avevano già raggiunto i propri obiettivi a livello nazionale per il 2020 entro marzo 2017.

Nel 2017 sono stati compiuti progressi significativi sul pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», presentato nel novembre 2016, ed è stato raggiunto un accordo provvisorio sul fascicolo relativo alla prestazione energetica nell’edilizia. Il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto un orientamento generale su sette degli otto fascicoli entro dicembre, mentre è prevista per l’inizio del 2018 la posizione del Parlamento europeo su tutti gli otto fascicoli: un accordo politico sulle altre questioni è dunque oramai a portata di mano. I consumatori di tutta l’UE disporranno di una migliore scelta di fonti di approvvigionamento energetico, potranno accedere a strumenti affidabili di confronto dei prezzi dell’energia e avranno la possibilità di produrre e vendere energia autonomamente.

Aiutare gli abitanti delle isole dell'UE a passare all'energia pulita.

L’iniziativa «Energia pulita per le isole dell’UE», avviata nel mese di maggio, mira ad aiutare le isole dell’UE a ridurre la loro dipendenza dalle importazioni di energia grazie a un migliore sfruttamento delle loro fonti energetiche rinnovabili e all’utilizzo di sistemi energetici più moderni e innovativi. Di conseguenza, i benefici non saranno visibili solo in termini di riduzione dei costi energetici, ma anche di miglioramento della qualità dell’aria e di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Tutte le regioni dovrebbero essere coinvolte nel processo di abbandono di un’economia basata sui combustibili fossili. A dicembre è stata istituita una nuova piattaforma che permetterà di sviluppare progetti e strategie a lungo termine nelle regioni carbonifere, con l’obiettivo di innescare il processo di transizione e rispondere alle sfide ambientali e sociali.

Efficienza energetica

Nel mese di marzo è stato firmato un accordo per una maggiore chiarezza delle norme per l’etichettatura energetica. È stata prevista anche una riorganizzazione delle categorie di informazione sui prodotti per tener conto dei progressi compiuti negli ultimi anni. Di pari passo con la progettazione ecocompatibile, la revisione dell’etichettatura di efficienza energetica potrebbe far risparmiare alle famiglie quasi 500 euro l’anno.

Oltre all’accordo politico sulle nuove norme per migliorare la prestazione energetica degli edifici, nel 2017 è stata pubblicata la revisione degli orientamenti sulle modalità di registrazione dei contratti di rendimento energetico nei conti nazionali. In questo modo le scuole, gli ospedali e altri edifici pubblici, che rappresentano oltre il 10 % del parco immobiliare nell’UE, potranno investire più facilmente nel miglioramento dell’efficienza energetica.

L’iniziativa «Assistenza energetica europea a livello locale» è stata varata nel mese di maggio dalla Banca europea per gli investimenti e aiuterà le autorità regionali a redigere progetti nel settore dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili.

In settembre tutti gli Stati membri hanno firmato la dichiarazione di Tallinn sulla digitalizzazione dell’energia, con l’obiettivo di incoraggiare la collaborazione tra gli Stati membri e il settore privato nello sviluppo di una strategia di ampia portata per la digitalizzazione dell’energia.

Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, e Uli Paetzel, presidente del comitato esecutivo di Emschergenossenschaft firmano il contratto di prestito della BEI da 450 milioni di euro  per il ripristino su vasta scala del sistema fluviale Emscher. Oberhausen, Germania, 13 luglio 2017. © European Investment Bank © European Investment Bank

Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, e Uli Paetzel, presidente del comitato esecutivo di Emschergenossenschaft firmano il contratto di prestito della BEI da 450 milioni di euro per il ripristino su vasta scala del sistema fluviale Emscher. Oberhausen, Germania, 13 luglio 2017. © European Investment Bank

In novembre l’UE ha pubblicato una relazione di valutazione dei progressi compiuti dagli Stati membri verso gli obiettivi nazionali di efficienza energetica fissati per il 2020. Una delle conclusioni più importanti è stata che, nonostante un aumento del consumo di energia nel 2015, dovuto in parte a un inverno più rigido e a un calo dei prezzi dei combustibili, l’UE rimane comunque in condizione di raggiungere l’obiettivo di efficienza energetica previsto per il 2020.

Sicurezza energetica, solidarietà e fiducia

Uno degli elementi fondamentali dell’unione dell’energia è garantire l’approvvigionamento energetico per i consumatori dell’UE. Il 1º novembre, poco prima dell’inverno, stagione di riscaldamento, sono entrate in vigore nuove norme che aiutano gli Stati membri a coordinarsi meglio e a gestire con maggiore rapidità ed efficacia eventuali crisi di approvvigionamento di gas. Gli Stati membri sono tenuti ad assistere i paesi vicini in caso di grave crisi, così che i nuclei domestici non siano lasciati al freddo.

Nel quadro di un’azione più ampia per lo sviluppo di mercati del gas diversificati e sicuri negli Stati baltici, in aprile la Lettonia ha aperto alla concorrenza il suo mercato del gas; i consumatori, di conseguenza, non dovranno più dipendere da un unico fornitore.

La quarta riunione ministeriale ad alto livello dell’iniziativa della Commissione per l’interconnessione nell’Europa centrale e sudorientale ha segnato una tappa storica per l’intera regione. I ministri hanno firmato un memorandum d’intesa che prevede una strategia comune per i mercati dell’energia elettrica, per l’efficienza energetica e per lo sviluppo di energie rinnovabili. È stato raggiunto un accordo su come risolvere al meglio, al più tardi entro la fine di maggio 2018, il problema della sincronizzazione della rete elettrica degli Stati baltici con il sistema dell’Europa continentale.

La sicurezza nucleare rimane una priorità assoluta per l’UE. Nel maggio 2017 l’UE ha pubblicato la prima relazione sulla gestione responsabile e sicura del combustibile esaurito e dei residui radioattivi nell’UE. Nella relazione viene delineato un quadro chiaro della situazione attuale e si constata che nell’UE le norme sono migliorate, benché in alcuni settori importanti siano necessari ulteriori miglioramenti e maggiore attenzione. Tra gli eventi dell’anno a livello internazionale va segnalato il seminario ad alto livello UE-Iran sulla cooperazione internazionale nel settore nucleare, svoltosi a Bruxelles dal 28 febbraio al 1º marzo.

Un mercato interno dell’energia pienamente integrato

Proseguono gli sforzi per costruire un mercato unico in cui l’energia pulita possa circolare liberamente e in sicurezza. La terza relazione sullo stato dell’unione dell’energia ha confermato che la transizione energetica non è realizzabile se le infrastrutture non saranno adattate alle esigenze del futuro sistema energetico. Moltissimo è già stato fatto, ma rimangono strozzature, in particolare nel settore dell’energia elettrica. Per risolvere questa situazione, a novembre la Commissione ha adottato una comunicazione su un obiettivo di interconnessione dell’energia elettrica del 15 % per il 2030. La Commissione ha inoltre pubblicato il terzo elenco di progetti di interesse comune, che contiene 173 progetti di rilevanza europea e che prevede, per la prima volta, quattro progetti di reti transfrontaliere del biossido di carbonio.

A sostegno dell’attuazione dei progetti, l’UE ha investito 1,7 miliardi di euro in 96 progetti nei settori dell’energia elettrica, del gas e delle infrastrutture per le reti intelligenti a titolo del meccanismo per collegare l’Europa. Per i progetti nel campo dell’energia, nel periodo 2014-2020 saranno quindi stanziati 5,35 miliardi di euro. Attraverso il meccanismo, in aprile l’UE ha liberato 800 milioni di euro per finanziare progetti nei settori dell’energia elettrica, del gas e delle infrastrutture per le reti intelligenti.

L’UE ha continuato ad attivarsi per il collegamento delle reti elettriche e dei gasdotti tra gli Stati membri, realizzando tra l’altro un corridoio settentrionale per il trasporto del gas che unisce la Norvegia alla Polonia attraverso la Danimarca e un interconnettore celtico che collega i sistemi elettrici di Francia e Irlanda, e contribuendo a rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione del gas nell’Europa centrale e sudorientale. L’UE prevede inoltre di investire 101,4 milioni di euro nella costruzione del terminale per il gas naturale liquefatto a Veglia, in Croazia.

Nel 2017 l’UE ha dato seguito all’indagine di settore sugli aiuti di Stato nell’ambito dei meccanismi nazionali di regolazione della capacità. In particolare l’UE ha valutato se tali meccanismi garantiscano un approvvigionamento sufficiente di energia elettrica senza distorsioni della concorrenza o degli scambi commerciali nel mercato unico. Alcuni Stati membri hanno introdotto meccanismi di regolazione della capacità per garantire in qualsiasi momento un approvvigionamento sufficiente. L’UE collabora attualmente con gli Stati membri per assicurare che le misure esistenti e previste siano in linea con le norme sugli aiuti di Stato.

A livello internazionale la Commissione ha proposto i termini di un mandato per negoziare con la Russia i principi di funzionamento del progetto Nord Stream 2, relativo all’approvvigionamento di gas russo per il mercato dell’UE.

Per migliorare il funzionamento del mercato interno dell’energia dell’UE e promuovere la solidarietà tra gli Stati membri, in novembre la Commissione ha proposto norme comuni per i gasdotti che accedono al mercato interno del gas.

Xie Zhenhua, inviato speciale cinese, Catherine McKenna, ministro canadese per l'ambiente e i cambiamenti climatici e il commissario Miguel Arias Cañete uniscono le forze per approfondire l'azione globale per il clima. Montréal, Canada, 16 settembre 2017.

Xie Zhenhua, inviato speciale cinese, Catherine McKenna, ministro canadese per l'ambiente e i cambiamenti climatici e il commissario Miguel Arias Cañete uniscono le forze per approfondire l'azione globale per il clima. Montréal, Canada, 16 settembre 2017.

Decarbonizzazione dell’economia

Progressi nell’azione globale per il clima

Nel corso dell’anno l’UE ha continuato a promuovere l’azione internazionale sui cambiamenti climatici. Nel mese di giugno gli Stati Uniti hanno comunicato la loro intenzione di ritirarsi dallo storico accordo mondiale sul clima concluso a Parigi, in Francia, nel 2015; contestualmente, l’UE e i partner internazionali hanno ribadito con forza l’impegno comune ad attuare pienamente l’accordo, che impone di mantenere l’aumento delle temperature medie globali ben al di sotto dei 2 °C rispetto ai livelli preindustriali.

Assieme a 79 paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico, l’Unione europea ha invitato la comunità internazionale a mantenere lo slancio per un’azione ambiziosa nel settore dei cambiamenti climatici. A settembre rappresentanti di paesi di tutto il mondo si sono incontrati a Montreal, in Canada, per una riunione ministeriale organizzata congiuntamente da UE, Canada e Cina per accelerare la transizione verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio.

CHE COSA PENSANO I CITTADINI DELL’UE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI E DELLE ENERGIE PULITE?

Infografica: Da un sondaggio d’opinione del 2017 risulta che attualmente il 92 % dei cittadini dell’UE considera i cambiamenti climatici un problema grave e che quasi l’80 % ritiene che la lotta ai cambiamenti climatici e l’uso più efficiente delle risorse energetiche possano apportare vantaggi economici.

L’UE ha proseguito le negoziazioni internazionali per elaborare le procedure e gli orientamenti necessari all’attuazione concreta dell’accordo di Parigi, in particolare in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, svoltasi a Bonn, in Germania, nel mese di novembre.

A dicembre, nel corso del vertice One Planet, organizzato a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron, la Commissione ha presentato il suo nuovo piano d’azione per il pianeta, articolato in dieci iniziative di trasformazione per un’economia moderna e una società equa.

La Commissione ha ad esempio annunciato investimenti in tre settori mirati nel quadro del piano per gli investimenti esterni dell’UE, che dovrebbe mobilitare entro il 2020 almeno 44 miliardi di euro di investimenti sostenibili per l’Africa e i paesi del vicinato europeo. Questa spesa dovrebbe generare fino a 9 miliardi di euro di investimenti entro il 2020.

L’UE conferma il proprio impegno a favore dell’obiettivo mondiale comune di raccogliere da diverse fonti 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 e fino al 2025 per finanziare l’azione a favore del clima nei paesi in via di sviluppo. L’UE continuerà a far crescere significativamente i finanziamenti per le azioni di adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici. Nel 2016 l’UE e gli Stati membri hanno stanziato un totale di 20,2 miliardi di euro in finanziamenti per il clima, con un incremento di oltre il 15 % rispetto al 2015.

Realizzare gli impegni assunti a Parigi

L’UE guida gli sforzi internazionali per eliminare gradualmente in tutto il mondo gli idrofluorocarburi, pericolosi gas che provocano il riscaldamento climatico comunemente utilizzati negli impianti di riscaldamento e di raffreddamento. Invertendo la rapida tendenza alla crescita delle emissioni di idrofluorocarburi, che sono migliaia di volte più potenti del biossido di carbonio, si contribuirà in modo significativo al conseguimento dell’obiettivo sulle temperature stabilito nell’accordo di Parigi. Nell’ottobre 2016 a Kigali, in Ruanda, quasi 200 paesi hanno concordato di limitare gradualmente la produzione e l’uso di questi gas. Nel novembre 2017 gli Stati membri dell’UE hanno avviato le procedure per l’entrata in vigore dell’accordo, che sarà applicabile a partire dal gennaio 2019. L’UE ha ricevuto un premio alla leadership politica per il ruolo svolto nell’adozione dell’accordo.

Sul fronte interno, è stato trovato un accordo su tutte le principali proposte necessarie per concretizzare l’impegno assunto dall’UE nel quadro dell’accordo che prevede di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’UE di almeno il 40 % entro il 2030. Tra queste vi sono la revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE, gli obiettivi di emissione nazionali per gli Stati membri, l’integrazione del settore dell’uso del suolo nella normativa dell’UE in materia di clima e la gestione delle emissioni del settore dell’aviazione.

In novembre il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla revisione del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE per il periodo successivo al 2020. Grazie alla riforma di questo strumento chiave dell’UE, usato per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in modo efficace in termini di costi, l’UE potrà avanzare notevolmente nella tabella di marcia verso la riduzione delle emissioni di almeno il 40 % entro il 2030.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, partecipa a una diretta Facebook durante il vertice One Planet a Parigi, Francia, l'11 dicembre 2017.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, partecipa a una diretta Facebook durante il vertice One Planet a Parigi, Francia, l'11 dicembre 2017.

La revisione apporterà modifiche sostanziali al sistema per accelerare la riduzione delle emissioni e dell’attuale offerta eccedentaria di quote di emissione sul mercato del carbonio. Saranno inoltre introdotte garanzie aggiuntive per fornire all’industria dell’UE una maggiore protezione, se necessario, contro il rischio di rilocalizzazione delle emissioni e sono previsti diversi meccanismi di sostegno per aiutare l’industria e i settori energetici a gestire le sfide dell’innovazione e degli investimenti per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

L’UE ha inoltre adottato misure per mantenere l’integrità ambientale del sistema di scambio di quote di emissione quando il diritto dell’UE non si applicherà più al Regno Unito in seguito al suo recesso dall’Unione.

È stato raggiunto un accordo con l’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale su una misura mondiale basata sul mercato intesa a stabilizzare le emissioni prodotte dal trasporto aereo internazionale ai livelli del 2020 mediante compensazione. L’UE ha modificato di conseguenza il suo sistema di scambio di quote di emissione per limitarne l’ambito geografico ai voli intraeuropei. In questo modo sarà salvaguardato il contributo del settore dell’aviazione agli obiettivi climatici dell’UE e potrà essere attuata correttamente la misura mondiale basata sul mercato.

Collegando il sistema di scambio di quote di emissione dell’UE a sistemi analoghi si amplia il mercato per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e si riduce di conseguenza il costo della lotta ai cambiamenti climatici. Nel mese di novembre l’UE e la Svizzera hanno firmato un accordo per il collegamento dei loro sistemi. Si tratta del primo accordo di questo tipo per l’UE e tra due parti dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. L’UE e la Cina stanno inoltre intensificando la cooperazione in materia di mercati del carbonio, alla vigilia del varo del sistema di scambio di quote di emissione della Cina.

In dicembre è stato raggiunto un accordo politico sul regolamento relativo alla condivisione degli sforzi, che ha come obiettivo la riduzione delle emissioni prodotte nel settore dei trasporti, dagli edifici, dai rifiuti e dall’agricoltura coerentemente con l’obiettivo climatico dell’UE per il 2030. Si è trovato un accordo anche sulle nuove norme relative alla contabilizzazione delle emissioni risultanti dall’uso del suolo, dai cambiamenti di uso del suolo e dalla silvicoltura. Le nuove norme permetteranno di rafforzare il ruolo del suolo e delle foreste come pozzi di assorbimento del carbonio e ne incentiveranno l’uso produttivo e sostenibile, migliorando ulteriormente la bioeconomia e l’agricoltura adeguata ai cambiamenti climatici.

Verso una mobilità pulita, competitiva e interconnessa

Nel 2017 la Commissione ha presentato una serie di proposte volte a modernizzare la mobilità e i trasporti dell’UE, con l’obiettivo di aiutare il settore a effettuare la transizione verso l’energia pulita e la digitalizzazione, garantendo al tempo stesso che rimanga competitivo e socialmente inclusivo.

Pacchetto per la mobilità pulita: a favore di trasporti puliti per combattere i cambiamenti climatici.

INCORAGGIARE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE E PULITA

Infografica: Il trasporto su strada genera quasi il 20 % delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE ed è la prima causa di inquinamento atmosferico nei centri urbani. È necessario ricorrere con urgenza a combustibili alternativi per spezzare la dipendenza del settore dei trasporti dell’UE dal petrolio. Attualmente tale settore soddisfa il 94 % del suo fabbisogno energetico con il petrolio, l’84 % del quale importato da paesi terzi. I costi annui per le importazioni di petrolio greggio sono stimati a circa 187 miliardi di euro.

Il pacchetto «Europa in movimento» è stato presentato nel mese di maggio e ha come obiettivi principali una maggiore sicurezza del traffico e una riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, dell’inquinamento atmosferico e della congestione.

A novembre è stato seguito da un altro pacchetto di misure intese a stimolare l’innovazione nelle nuove tecnologie e nei modelli d’impresa e a promuovere un uso più efficiente di tutti i modi di trasporto delle merci. Le misure prevedono tra l’altro la proposta di introdurre nuovi obiettivi di emissione di biossido di carbonio per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri, così da contribuire ad accelerare la transizione ai veicoli a basse o a zero emissioni. In base alla proposta, nel 2030 le emissioni medie di biossido di carbonio del parco autovetture e veicoli commerciali leggeri nuovi venduti nell’UE dovranno essere inferiori del 30 % rispetto al 2021.

La Commissione sta avviando una serie di iniziative per una mobilità pulita, interconnessa e competitiva. Con l’aumento dell’elettromobilità in tutta l’UE crescerà sensibilmente la domanda di batterie. La Commissione sta quindi predisponendo l’istituzione di un’alleanza europea delle batterie, che riunirà gli Stati membri e le imprese attive nella relativa catena di valore e che sarà varata nel febbraio 2018 in occasione del forum industriale per l’energia pulita.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, ricarica un'auto elettrica sotto lo sguardo attento di João Pedro Matos Fernandes, ministro portoghese dell'ambiente. Lisbona, Portogallo, 17 luglio 2017.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione, ricarica un'auto elettrica sotto lo sguardo attento di João Pedro Matos Fernandes, ministro portoghese dell'ambiente. Lisbona, Portogallo, 17 luglio 2017.

Integrazione della politica per il clima in altre politiche

Per finanziare la transizione dell’UE verso un futuro più sostenibile e a basse emissioni di carbonio, la Commissione ha approvato un pacchetto di investimenti di 222 milioni di euro dal bilancio dell’UE nel quadro del programma LIFE per l’ambiente e l’azione per il clima. Ciò consentirà di mobilitare ulteriori investimenti, per un totale di 379 milioni di euro per 139 nuovi progetti in 20 Stati membri. I progetti aiuteranno gli Stati membri nella transizione verso un’economia più circolare e sosterranno l’attuazione del piano d’azione dell’UE per la tutela della natura. I finanziamenti contribuiranno ad esempio a migliorare la resilienza dell’estuario della Schelda in Belgio, una delle vie navigabili più trafficate d’Europa, a mettere a punto strumenti per prevedere le tempeste di sabbia e a contrastare il fenomeno dell’isola di calore nelle città.

CAPITOLO 4

Un mercato interno più integrato e più equo con una base industriale più solida

«In quest’era di sempre maggiore globalizzazione il mercato interno è la migliore carta a disposizione dell’Europa. Voglio quindi che la prossima Commissione costruisca sulla forza del mercato unico sfruttandone appieno le potenzialità in tutte le sue dimensioni».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

© iStockphoto.com/GlobalStock

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Il mercato interno, noto anche come mercato unico, è uno dei maggiori risultati ottenuti dall’UE. È stato un’importante fonte di crescita economica per gli Stati membri dell’UE e oggi semplifica la vita quotidiana dei cittadini e delle imprese. Il suo corretto funzionamento continua tuttavia ad essere ostacolato, ovvero esiste ancora un potenziale non sfruttato di crescita e di creazione di posti di lavoro.

L’UE si sta adoperando per migliorare il funzionamento concreto del mercato unico in due modi: innanzitutto assicurandosi che le norme in vigore siano debitamente rispettate; in secondo luogo stabilendo condizioni in cui i professionisti di determinati settori possano fornire i loro servizi più facilmente in un altro Stato membro dell’UE ed evitando situazioni in cui gli operatori commerciali si ritrovino con le merci bloccate alla frontiera. Tutto questo in un sistema in cui la concorrenza sia leale, le frodi vengano combattute e l’imposizione transfrontaliera resti semplice.

Nel 2017 è stata intrapresa un’azione per rafforzare EURES, il portale europeo della mobilità professionale, per aiutare chi cerca lavoro e consentire alle imprese di trovare il personale qualificato di cui necessitano. Poiché i cittadini possono lavorare in uno Stato membro ed essere iscritti al sistema di previdenza sociale di un altro Stato membro, sono proseguiti i negoziati su una proposta volta a garantire l’equità e la sostenibilità sociale. La proposta è accompagnata da misure intese a limitare il lavoro non dichiarato e a migliorare ulteriormente la salute e la sicurezza sul lavoro.

Per garantire un’agevole circolazione di merci e persone attraverso le frontiere è necessario disporre di reti trasporto efficienti. Le attività di potenziamento delle reti sono proseguite per tutto l’anno, in particolare nelle regioni meno servite. Queste regioni ricevono anche un sostegno che consente loro di far fruttare le loro potenzialità, in modo che anche le zone più periferiche possano partecipare al mercato unico.

Una politica industriale dell’UE rinnovata

Nel suo discorso sullo stato dell’Unione di settembre, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha annunciato una nuova strategia per la politica industriale volta a creare un contesto che consenta alle imprese dell’UE di continuare a contribuire alla crescita sostenibile e alla creazione di posti di lavoro. Essa riunisce tutte le iniziative nuove e in corso in una strategia industriale globale e chiarisce i compiti futuri per tutti i soggetti coinvolti.

Un libero scambio di beni e servizi che funziona nella pratica

Alla maggior parte dei prodotti oggetto di scambi commerciali tra gli Stati membri si applicano norme armonizzate. Questo significa che le norme sui prodotti sono le stesse per tutti e che non vi sono ostacoli agli scambi commerciali attraverso le frontiere. In assenza di norme comuni si applica tuttavia il principio del riconoscimento reciproco. Secondo tale principio, se un prodotto è ritenuto idoneo alla vendita in uno Stato membro, lo sarà in tutti gli Stati membri. Nella pratica tuttavia le cose non funzionano sempre come dovrebbero e può succedere che vengano bloccate alla frontiera merci che dovrebbero essere scambiate liberamente in tutti i paesi del mercato unico. Una nuova proposta prevede che i venditori in un paese possano utilizzare una dichiarazione di riconoscimento reciproco al fine di dimostrare che il prodotto soddisfa tutti i requisiti in un altro paese. La proposta è stata elaborata contemporaneamente a un’altra volta a rafforzare la vigilanza del mercato affinché le autorità nazionali possano controllare meglio i beni venduti nel loro paese.

CONSENTIRE AI PROFESSIONISTI DI OFFRIRE SERVIZI IN TUTTA L’UE IN MODO RAPIDO E SEMPLICE

Infografica: Il settore dei servizi rappresenta due terzi dell’economia dell’UE e contribuisce per il 90 % alla creazione di posti di lavoro. Per migliorare il funzionamento del mercato unico per i cittadini e le imprese in Europa, la Commissione ha presentato un pacchetto di misure che potrebbero rendere la prestazione di servizi nell’UE più facile per le aziende e per i professionisti.

L’UE continua ad attivarsi per migliorare il funzionamento del mercato unico per i cittadini e per le imprese. Permangono tuttavia ostacoli che continuano a impedire l’avviamento e l’espansione delle imprese, con il rischio di determinare prezzi più elevati e una scelta meno ampia per i consumatori. Per invertire questa tendenza e creare più posti di lavoro e più crescita, gli Stati membri devono utilizzare meglio le potenzialità del mercato unico dei servizi.

Nel 2017 è stato presentato un pacchetto di misure per rendere la prestazione di servizi nell’UE più facile per le imprese e per i professionisti. Esso comprende una nuova carta elettronica europea dei servizi: una procedura elettronica semplificata che consente ai fornitori di servizi alle imprese e di servizi nel settore edile di espletare in modo più semplice le formalità amministrative necessarie per prestare servizi all’estero. Un’altra proposta è volta a garantire che i requisiti che gli Stati membri applicano nella regolamentazione delle professioni siano proporzionati e giustificati.

Promuovere gli appalti e l’innovazione

Al fine di rafforzare il mercato unico e come parte del suo impegno continuo per incoraggiare gli investimenti nell’UE, in ottobre la Commissione ha presentato una proposta intitolata «Appalti pubblici efficaci in Europa e per l’Europa». La proposta presenta un approccio per ottenere più efficienza e sostenibilità in materia di appalti pubblici facendo nel contempo pieno uso delle tecnologie digitali per semplificare e accelerare le procedure.

Per incoraggiare le aziende, in particolare le piccole e medie imprese e le start-up, a investire nell’innovazione e nella creatività, la Commissione ha inoltre proposto misure volte ad assicurare una tutela efficace dei diritti di proprietà intellettuale. Le misure rafforzeranno la capacità collettiva dell’UE di catturare i «pesci grossi» che stanno dietro ai prodotti contraffatti e ai contenuti piratati che nuocciono alle imprese e all’occupazione. Esse proteggeranno inoltre la salute e la sicurezza dei consumatori in relazione, ad esempio, ai farmaci e ai giocattoli. La proposta relativa a un sistema di concessione di brevetti dovrebbe contribuire alla diffusione delle tecnologie che consentono l’interconnessione e la connettività (Internet delle cose), dagli smartphone alle automobili connesse.

Servizi finanziari: prodotti migliori e più scelta per i consumatori

L’UE si è impegnata a sviluppare un mercato unico più profondo e più equo, anche mediante gli strumenti digitali. Nel settore dei servizi finanziari ciò significa rafforzare la concorrenza e ampliare la scelta, affinché i consumatori possano beneficiare di prezzi più bassi e di una qualità migliore, sia nel loro paese sia all’estero, per l’acquisto di servizi finanziari quali conti bancari, assicurazione auto, trasferimenti di denaro e pensioni. Anche i fornitori di servizi finanziari dovrebbero essere in grado di sfruttare i vantaggi dell’intero mercato dell’UE.

Per questo motivo la Commissione ha avviato il piano d’azione per i servizi finanziari ai consumatori, che individua gli aspetti sui quali è necessario intervenire ulteriormente per offrire ai consumatori il prodotto migliore al prezzo più conveniente. Tra gli altri obiettivi, il piano si prefigge, da un lato, di fare in modo che i conducenti possano far applicare più facilmente la loro classe di merito (bonus-malus) all’estero e, dall’altro, di ridurre le commissioni per le operazioni transfrontaliere in valute diverse dall’euro e gli ostacoli giuridici e normativi per le imprese che tentano di espandersi all’estero.

NUOVI TIPI DI PENSIONI INDIVIDUALI NELL’UE

Infografica: La Commissione europea propone un nuovo tipo di pensione individuale volontaria che consentirà ai consumatori di integrare i loro risparmi per la pensione beneficiando di una solida protezione dei consumatori. Anche i fornitori di servizi finanziari dovrebbero essere in grado di sfruttare i vantaggi dell’intero mercato dell’UE.

I consumatori nell’UE beneficeranno presto di maggiori possibilità di scelta nel risparmio a fini pensionistici grazie ai piani della Commissione relativi alla creazione di una nuova classe di prodotti pensionistici. Attualmente il mercato delle pensioni individuali nell’UE è frammentato e disomogeneo. Il nuovo tipo di pensione individuale volontaria proposto consentirà ai consumatori di integrare i risparmi per la pensione beneficiando di una solida protezione dei consumatori.

Consentire ai cittadini di trovare lavoro e lavorare legalmente e in sicurezza

Il tuo primo posto di lavoro EURES: aiutare i giovani a trovare un posto di lavoro in altri Stati membri dell'UE.

Il mercato unico per i lavoratori funziona in modo ottimale se i cittadini sono in grado di trovare lavori adatti a loro in altri Stati membri. Nel corso dell’anno sono stati compiuti notevoli progressi verso l’espansione di EURES, il portale europeo della mobilità professionale che offre un servizio gratuito ai disoccupati, ai lavoratori e ai datori di lavoro in cerca di personale in qualsiasi paese dell’UE. Nel 2018 la rete sarà aperta a un maggior numero di partner, ad esempio ai servizi per l’impiego privati, e saranno pubblicati sul portale più posti di lavoro e più CV.

L’UE continua a proteggere la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Nel 2017 gli agenti cancerogeni e mutageni sono stati oggetto di una nuova proposta legislativa intesa a ridurre l’esposizione professionale a sette sostanze, tra cui gli oli motore usati e il tricloroetilene. Una proposta del 2016 relativa ad altre 13 sostanze è stata approvata dal Parlamento europeo in ottobre.

LAVORATORI DISTACCATI NELL’UE

Infografica: Il numero dei lavoratori inviati dal loro datore di lavoro a lavorare in un altro Stato membro dell’UE su base temporanea è aumentato di oltre il 40 % tra il 2010 ed il 2015. Nel 2015 i lavoratori distaccati erano più di due milioni. La durata media del distacco è inferiore a quattro mesi. Il diritto dell’UE definisce una serie di norme vincolanti relative alle condizioni di lavoro e di occupazione da applicarsi ai lavoratori distaccati.

La Commissione ha aiutato gli Stati membri a far rispettare le norme in materia di libera circolazione dei lavoratori, mentre prosegue il suo impegno nella revisione delle norme sul distacco dei lavoratori per adeguarle alle esigenze del futuro. Tali norme tutelano i diritti dei lavoratori che sono trasferiti temporaneamente in un altro Stato membro dai loro datori di lavoro. Le norme rivedute dovrebbero stabilire il principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo, rafforzare l’equità e la sostenibilità sociale del mercato unico ed essere vantaggiose per le imprese e per i lavoratori, contribuendo a garantire parità di condizioni. In ottobre il Consiglio dell’Unione europea ha raggiunto un orientamento generale sulla revisione della direttiva esistente e in novembre il Parlamento e il Consiglio hanno avviato negoziati al fine di raggiungere un accordo su questo fascicolo. I negoziati erano ancora in corso alla fine del 2017.

Sono proseguiti i lavori al Parlamento e al Consiglio per un accordo sulla proposta della Commissione del 2016 relativa alla modernizzazione delle norme sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale. La proposta è volta a garantire che le norme siano eque, chiare e di più facile applicazione, a vantaggio di chi attraversa le frontiere all’interno dell’UE e dei contribuenti.

Regole rispettate e procedure semplificate

I diritti nel mercato unico possono essere esercitati pienamente sia dai cittadini sia dalle imprese se le norme stabilite di comune accordo sono adeguate e correttamente applicate in tutta l’UE. Per conseguire tale obiettivo un accesso tempestivo a informazioni di mercato precise è indispensabile, così come lo è il sostegno in caso di problemi. Il portale «La tua Europa» ha aiutato cittadini e imprese a reperire informazioni pratiche sui loro diritti nel mercato unico più di 20 milioni di volte nel 2017. Nel corso dell’anno il servizio di consulenza del portale ha risposto a oltre 22 000 domande sulla legislazione del mercato unico, e Solvit ha gestito più di 2 000 casi concreti in cui cittadini e imprese avevano problemi con le autorità nell’UE. In base al tipo di richieste di aiuto ricevute, Solvit informa inoltre la Commissione circa i settori in cui è maggiormente necessario migliorare l’applicazione del diritto dell’Unione.

La Commissione ha proposto a maggio la creazione di uno sportello digitale unico per offrire ai cittadini e alle imprese un accesso più agevole, attraverso un unico punto di ingresso digitale, a informazioni di qualità, procedure amministrative e servizi di assistenza online. Ciò significa che qualsiasi procedura attualmente disponibile online per gli utenti di uno Stato membro sarà accessibile anche agli utenti di altri Stati membri, e sarà disponibile in un’altra lingua dell’UE oltre alla lingua nazionale al fine di renderne più semplice l’utilizzo per i cittadini di un altro Stato membro.

In determinate circostanze il proposto strumento di informazione per il mercato unico potrebbe anche consentire la raccolta di dati in casi che comportano gravi difficoltà nell’applicazione della legislazione sul mercato unico.

In luglio la Commissione ha adottato una comunicazione sulla vigilanza del mercato per i prodotti venduti online. Il rapido sviluppo del commercio elettronico ha creato nuove sfide per le autorità degli Stati membri chiamate a verificare se i prodotti siano sicuri e conformi alla normativa dell’UE. La comunicazione intende chiarire alcune questioni e fornire soluzioni, contribuendo così a rafforzare la vigilanza del mercato per i prodotti venduti online, a beneficio dei consumatori, e a garantire parità di condizioni per le imprese.

Mobilità intelligente, socialmente equa e competitiva

I trasporti e la mobilità sono fondamentali per l’economia e la competitività dell’UE. Il settore si trova tuttavia di fronte a una serie di sfide senza precedenti. La normativa sociale esistente non è applicata e non è rispettata in modo uniforme nell’UE; società di comodo si stabiliscono in Stati membri nei quali non svolgono realmente un’attività, ma dove beneficiano di norme meno rigorose; il trasporto su strada genera, da solo, circa un quinto delle emissioni di gas ad effetto serra dell’UE. Nel mese di maggio la Commissione ha definito una strategia a lungo termine per realizzare la mobilità pulita, competitiva e interconnessa entro il 2025.

Tale strategia è delineata nella comunicazione della Commissione «L’Europa in movimento». La comunicazione è accompagnata da otto proposte legislative riguardanti in modo specifico il trasporto su strada. Le proposte mirano, fra gli altri obiettivi, a migliorare il funzionamento del mercato del trasporto di merci su strada, le condizioni sociali e occupazionali dei lavoratori e a semplificare l’applicazione delle leggi nazionali in materia di salario minimo. L’obiettivo generale della Commissione consiste nel promuovere forme più sostenibili di trasporto su strada con pedaggi che tengano conto dei costi esterni dell’inquinamento atmosferico e mediante soluzioni digitali, per ridurre gli oneri amministrativi e integrare i diversi modi di trasporto. I vantaggi a lungo termine si estenderanno ben oltre il settore dei trasporti, promuovendo l’occupazione, la crescita e gli investimenti.

In giugno la Commissione ha adottato una serie di iniziative volte ad introdurre miglioramenti nel settore dell’aviazione, in linea con la strategia per l’aviazione in Europa. Fra tali iniziative figura una proposta intesa a garantire la competitività delle compagnie aeree dell’UE, che sosterrà anche la crescita e l’occupazione in settori come quello aeroportuale e della fornitura di servizi di navigazione aerea. La Commissione ha inoltre elencato una serie di interventi concreti atti a migliorare la continuità del servizio di gestione del traffico aereo nel quadro di azioni sindacali. Pur non influendo in alcun modo sul diritto di sciopero, questi interventi pratici possono ridurre al minimo le interruzioni del servizio.

Il commissario Pierre Moscovici visita uno stabilimento automobilistico per discutere i finanziamenti dell'UE in Bourgogne-Franche-Comté, Francia, il 6 ottobre 2017.

Il commissario Pierre Moscovici visita uno stabilimento automobilistico per discutere i finanziamenti dell'UE in Bourgogne-Franche-Comté, Francia, il 6 ottobre 2017.

Sono stati anche stabiliti orientamenti relativi ai requisiti in materia di proprietà e di controllo applicabili alle compagnie aeree nell’UE. Gli orientamenti dovrebbero contribuire a una migliore comprensione di tali norme e quindi facilitare gli investimenti esteri, il che a sua volta è vantaggioso dal punto di vista dell’occupazione nell’industria aeronautica dell’UE. La Commissione ha inoltre invitato il Parlamento e il Consiglio ad adottare le misure proposte nell’ambito dell’iniziativa «Cielo unico europeo». Queste misure dovrebbero incrementare l’efficienza del sistema di gestione del traffico aereo, ridurre la frammentazione e limitare le perturbazioni del traffico aereo.

La commissaria Elżbieta Bieńkowska con il capitano Yann Lardet presso il centro di formazione di Airbus a Singapore, il 10 ottobre 2017.

La commissaria Elżbieta Bieńkowska con il capitano Yann Lardet presso il centro di formazione di Airbus a Singapore, il 10 ottobre 2017.

Il Parlamento e il Consiglio hanno convenuto di semplificare e migliorare le norme di sicurezza per le navi passeggeri nelle acque dell’UE. Si tratta di un aggiornamento legislativo basato sull’esperienza acquisita, anche dagli incidenti e dagli sviluppi tecnologici. Unitamente ad altri miglioramenti, consentirà alle autorità competenti di accedere immediatamente ai dati pertinenti in caso di emergenza.

La concorrenza che incoraggia l’innovazione

Compito della Commissione quale autorità garante della concorrenza nel settore del controllo delle concentrazioni è garantire che una concentrazione non privi i cittadini dell’UE dei vantaggi offerti dalla concorrenza, ad esempio prezzi più bassi, più scelta per i consumatori e una maggiore innovazione dei prodotti. Nel 2017 sono state approvate, a determinate condizioni, due significative concentrazioni nel settore dell’agrochimica. Si tratta dell’acquisizione di Syngenta da parte di ChemChina e della concentrazione tra Dow e DuPont. L’innovazione è un fattore cruciale per l’industria agrochimica e la Commissione ha valutato le possibili future conseguenze delle concentrazioni per l’innovazione. Nella concentrazione tra Dow e DuPont entrambe le società stavano lavorando a una serie di progetti simili sullo sviluppo di nuovi pesticidi. Una parte importante della misura correttiva che ha consentito alla concentrazione di essere approvata è stata la cessione dell’intera struttura mondiale di ricerca e sviluppo di DuPont nel settore dei pesticidi.

In giugno la Commissione ha approvato l’erogazione di aiuti di Stato per 377 milioni di euro da parte di Francia e Germania per la realizzazione del progetto di elicottero innovativo Airbus X6. La motivazione è costituita dal fatto che i mercati finanziari erano riluttanti a finanziare un progetto così ambizioso in cui l’utile sul capitale investito si sarebbe recuperato soltanto nel lungo periodo, ma il sostegno al progetto avrebbe attratto ulteriori investimenti.

In ottobre la Commissione ha concluso che il Lussemburgo aveva concesso indebiti vantaggi fiscali ad Amazon per un importo pari a circa 250 milioni di euro. Questo trattamento è illegale ai sensi delle norme dell’UE sugli aiuti di Stato, poiché ha permesso ad Amazon di ridurre notevolmente il proprio carico fiscale rispetto ad altre imprese. Il Lussemburgo deve ora recuperare l’aiuto illegale.

Sempre in ottobre, la Commissione ha deciso di deferire l’Irlanda alla Corte di giustizia dell’Unione europea per aver omesso di recuperare da Apple fino a 13 miliardi di euro di aiuti di Stato illegali. Nell’agosto 2016 la Commissione aveva concluso che i vantaggi fiscali concessi dall’Irlanda ad Apple erano illegali ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato, poiché avevano consentito alla società di versare imposte notevolmente inferiori rispetto ad altre imprese. Di fatto questo trattamento selettivo aveva permesso ad Apple di versare un’imposta societaria sugli utili europei a un’aliquota effettiva dell’1 % nel 2003, ridotta allo 0,005 % nel 2014.

Lo spazio unico dell'IVA: rendere l'IVA più semplice e più equa

In giugno è stata inflitta a Google una multa di 2,42 miliardi di euro per aver violato le norme antitrust dell’Unione abusando della sua posizione dominante sul mercato come motore di ricerca (si veda anche il capitolo 2).

Affrontare le frodi e semplificare la fiscalità

Per garantire il corretto funzionamento del mercato unico sono state proposte nuove regole sulla trasparenza per gli intermediari quali consulenti fiscali, contabili, banche e avvocati che elaborano e promuovono sistemi di pianificazione fiscale per i loro clienti. I sistemi transfrontalieri con determinate caratteristiche, che potrebbero causare perdite per i governi, dovranno ora essere automaticamente segnalati alle autorità fiscali prima del loro utilizzo.

Con 360 milioni di persone che utilizzano Internet ogni giorno nell’UE, il mercato unico digitale necessita di un quadro fiscale moderno e stabile. In settembre la Commissione ha lanciato una nuova agenda UE per garantire che l’economia digitale sia tassata in modo equo e favorevole alla crescita.

La Commissione ha inoltre presentato una proposta legislativa per l’introduzione di un sistema dell’IVA definitivo per la tassazione degli scambi tra gli Stati membri. Il nuovo sistema proposto è basato sul principio della tassazione nello Stato membro di destinazione delle merci e l’aliquota IVA addebitata dal fornitore è quella di tale Stato.

Ogni anno si perdono oltre 150 miliardi di euro di entrate IVA, ovvero gli Stati membri dell’UE perdono introiti che potrebbero ad esempio essere utilizzati per le scuole, le strade e l’assistenza sanitaria. Secondo le stime circa 50 miliardi di euro delle suddette perdite, o circa 100 euro l’anno per ogni cittadino dell’UE, derivano dalle frodi IVA a livello transfrontaliero.

Fermare le frodi fiscali transfrontaliere.

In novembre è stata presentata una proposta legislativa per combattere le frodi in relazione all’IVA intensificando la cooperazione tra le amministrazioni fiscali e doganali e gli organismi preposti all’applicazione della legge. In dicembre il Consiglio ha adottato una decisione relativa alla firma di un accordo di cooperazione amministrativa, assistenza in materia di recupero e lotta alle frodi IVA tra l’UE e la Norvegia.

Consentire alle regioni dell’UE di valorizzare i loro punti di forza

La globalizzazione ha portato enormi vantaggi alle economie meno sviluppate nel mondo e molte opportunità per i cittadini dell’UE. Tuttavia, mentre i benefici sono ampiamente distribuiti, i costi sono spesso sostenuti in modo non uniforme. L’Unione europea deve diventare più resiliente e deve anche favorire l’emancipazione delle sue regioni per aiutarle a creare valore. Occorre quindi sostenere l’innovazione, la digitalizzazione e la decarbonizzazione e sviluppare le competenze dei cittadini. È inoltre necessario mettere i fondi UE a disposizione di tutte le regioni dell’Unione affinché possano investire nei loro settori di nicchia attraverso partenariati tra gli attori dell’innovazione, che conducono a una specializzazione intelligente. Nel 2017 la Commissione ha avviato due progetti pilota per sperimentare approcci innovativi alla cooperazione interregionale.

Chi vive nelle regioni ultraperiferiche dell’UE può anche sentirsi svantaggiato a causa del loro relativo isolamento. Grazie a norme semplificate le autorità pubbliche potranno risarcire più facilmente le imprese dei costi aggiuntivi che sostengono quando operano nelle regioni ultraperiferiche dell’Unione. In questo modo si tiene conto delle sfide specifiche cui tali regioni devono far fronte, come la loro lontananza e la loro dipendenza dal commercio di un assortimento limitato di prodotti.

CAPITOLO 5

Un’unione economica e monetaria più profonda e più equa

«Nel prossimo quinquennio voglio proseguire la riforma dell’unione economica e monetaria per salvaguardare la stabilità della nostra moneta unica e aumentare, tra gli Stati membri che la condividono, la convergenza delle politiche economiche, di bilancio e del mercato del lavoro».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

© iStockphoto.com/instamatics

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Nel 2017 l’UE ha superato varie tappe sul percorso verso il conseguimento di un’unione economica e monetaria più profonda e più equa con un’autentica unione bancaria. Ad opera ultimata l’UE, sorretta da responsabilità democratica e con l’aiuto di istituzioni solide, potrà affrontare le sfide attuali e future, garantendo un’ulteriore convergenza economica e sociale, una crescita maggiore e un’occupazione più elevata.

Sulla scia della relazione dei cinque presidenti di giugno 2015, la Commissione europea ha pubblicato a maggio 2017, nell’ambito dell’ampio dibattito avviato a marzo con il libro bianco sul futuro dell’Europa, un documento di riflessione sull’approfondimento dell’unione economica e monetaria.

A ottobre la Commissione ha sollecitato la definitiva attuazione dell’unione bancaria in quanto parte integrante della sua visione di un’unione economica e monetaria più profonda, che offra benefici tangibili a cittadini e imprese.

Un’altra tappa è stata superata nel mese di dicembre, quando la Commissione ha presentato il suo pacchetto di proposte sull’unione economica e monetaria. Rispettando la tabella di marcia per le iniziative e con varie misure concrete, la Commissione ha trasformato in realtà l’impegno di approfondire l’unione economica e monetaria dell’Europa assunto da Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2017.

Una delle proposte riguarda la trasformazione, nel quadro giuridico dell’UE, del meccanismo europeo di stabilità in un Fondo monetario europeo per assistere gli Stati membri della zona euro in difficoltà finanziarie. Le proposte indicano anche la visione della Commissione di come si possano sviluppare alcune funzioni di bilancio essenziali per la zona euro e per l’intera UE. Ciò consentirebbe di aiutare gli Stati membri ad attuare le riforme strutturali.

Verso un’unione economica e monetaria più profonda

Il 2017 è stato un anno in cui tutte le persone impegnate a costruire un’Unione europea più forte, più democratica e più unita, hanno dovuto dare prova di forza e chiarezza di idee. L’unione economica e monetaria è parte essenziale del dibattito e riveste un ruolo centrale nella creazione di un’Unione europea di persone uguali centrata su ciò che ha davvero importanza.

Il 1º marzo la Commissione ha presentato un libro bianco nel quale sono definiti cinque scenari che offrono uno spaccato di come l’UE potrebbe evolvere entro il 2025 e le principali scelte che ciascun percorso potrebbe comportare. Ogni scelta potrebbe influire sul futuro dell’unione economica e monetaria. Vogliamo, in quanto Unione, continuare ed essere ciò che siamo ora? Dovremmo concentrarci solo sul mercato unico? Dovremmo consentire a chi è pronto di portarsi avanti e fare di più insieme? Dobbiamo scegliere di fare meno in modo più efficiente? O dovremmo tentare di realizzare molto di più insieme?

In maggio la Commissione ha ampliato il dibattito sull’approfondimento dell’unione economica e monetaria con la pubblicazione del suo documento di riflessione. Le idee esposte nel documento sono parte della visione di un’Unione europea più forte, più democratica e più unita. In settembre, nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente Juncker ha delineato il contesto più generale: una visione che offre speranza, stabilità, equità e opportunità a tutti.

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, presso la sede della Banca a Francoforte, Germania, con la nuova banconota da 50 euro entrata in circolazione il 4 aprile 2017. © Banca centrale europea

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, presso la sede della Banca a Francoforte, Germania, con la nuova banconota da 50 euro entrata in circolazione il 4 aprile 2017.

Il documento di riflessione ha sottolineato che un’unione economica e monetaria efficace e stabile deve poter contare su un sistema finanziario integrato che funzioni correttamente. Sull’onda di quanto è già stato realizzato in questi ultimi anni, è il momento di trovare un consenso su come proseguire fino al 2025. Completare l’unione bancaria, ridurre e condividere i rischi del settore bancario e rendere le banche dell’UE ancor più resilienti sono le prossime misure necessarie da abbinare alla creazione di opportunità di finanziamento diverse e più innovative per l’economia reale, in una vera e propria unione dei mercati dei capitali.

Sollecitare un’unione bancaria completa

L’unione bancaria difende la stabilità finanziaria ed è essenziale per il corretto funzionamento della zona euro e dell’UE nel suo complesso. La riduzione e la condivisione dei rischi vanno di pari passo con il suo completamento. Sono stati compiuti notevoli progressi verso banche dell’UE più resilienti e la conseguente riduzione dei rischi nel settore bancario, e ulteriori misure sono in preparazione. Dall’inizio della crisi la Commissione ha presentato più di 50 proposte volte ad aumentare la resilienza del settore finanziario.

È ora giunto il momento di completare l’unione bancaria. Nel 2013 gli Stati membri hanno deciso di comune accordo la creazione di un dispositivo di sostegno (o rete di sicurezza) per il Fondo di risoluzione unico, ma dopo quattro anni non è ancora operativo. Nel suo discorso sullo stato dell’Unione nel 2017, il presidente Juncker ha sottolineato l’urgente necessità che questo dispositivo entri in funzione. La Commissione propone che il dispositivo di sostegno faccia parte del futuro Fondo monetario europeo. Si tratta di un importante passo avanti verso il completamento dell’unione bancaria.

Completare l’unione economica e monetaria.

Affinché l’unione economica e monetaria abbia un successo duraturo è essenziale rendere le strutture economiche e sociali degli Stati membri più resilienti. Inoltre, tra gli altri elementi essenziali, occorre rafforzare il semestre europeo (il quadro per il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio in tutta l’UE) e creare un collegamento tra il sostegno finanziario proveniente dal bilancio dell’UE e le riforme strutturali. È stata inoltre proposta la creazione di una struttura centralizzata per aiutare gli Stati membri della zona euro in caso di shock macroeconomici.

Il documento di riflessione della Commissione ha sottolineato che la riforma dell’unione economica e monetaria può avvenire solo unitamente a una maggiore responsabilità democratica e a un rafforzamento delle istituzioni della zona euro. La via da seguire è quella della maggior condivisione delle responsabilità e delle decisioni sulle questioni relative alla zona euro entro un quadro giuridico comune.

Il documento ha confermato l’impegno verso una reale convergenza tra le parti più ricche e quelle più povere dell’UE.

COMPLETARE L’UNIONE ECONOMICA E MONETARIA

Infografica: La Commissione europea sta definendo una tabella di marcia per l’approfondimento dell’unione economica e monetaria. L’obiettivo generale consiste nel rafforzare l’unità, l’efficienza e la responsabilità democratica dell’unione economica e monetaria dell’Europa entro il 2025.

In dicembre la Commissione ha varato il pacchetto di misure per l’unione economica e monetaria, che comprende proposte per trasformare il meccanismo europeo di stabilità in un Fondo monetario europeo ancorato all’ordinamento giuridico dell’UE. Il Fondo continuerebbe ad assistere gli Stati membri della zona euro in difficoltà finanziarie e costituirebbe un dispositivo di sostegno comune per il Fondo di risoluzione unico agendo in qualità di prestatore di ultima istanza, al fine di facilitare la risoluzione ordinata delle banche in difficoltà. È previsto inoltre un processo decisionale più rapido in caso di urgenza e maggior coinvolgimento diretto nella gestione dei programmi di assistenza finanziaria. Nel corso del tempo, il Fondo monetario europeo potrebbe anche sviluppare nuovi strumenti finanziari, ad esempio per sostenere un’eventuale funzione di stabilizzazione.

La Commissione ha anche avviato una discussione su nuovi strumenti di bilancio a favore di una zona euro stabile nel quadro dell’Unione europea. Ha delineato la propria visione circa il modo in cui certe funzioni di bilancio essenziali per la zona euro e per l’UE nel suo complesso possano essere sviluppate nel quadro delle finanze pubbliche dell’UE. Tali funzioni sono:

  • il sostegno alle riforme strutturali negli Stati membri attraverso uno strumento per la realizzazione delle riforme e assistenza tecnica su richiesta degli Stati membri;
  • un apposito meccanismo di convergenza per gli Stati membri che intendono aderire alla zona euro;
  • un dispositivo di sostegno per l’unione bancaria, mediante il Fondo monetario europeo/il meccanismo europeo di stabilità, da concordare entro la metà del 2018 e rendere operativo entro il 2019;
  • una funzione di stabilizzazione per difendere gli investimenti in caso di gravi shock asimmetrici negli Stati membri.

A maggio 2018 la Commissione, nel contesto delle sue proposte, presenterà le iniziative necessarie per il quadro finanziario pluriennale post-2020. Per il periodo 2018-2020, la Commissione ha proposto di rafforzare il sostegno tecnico fornito agli Stati membri attraverso il programma di sostegno alle riforme strutturali, raddoppiando la dotazione finanziaria e portandola a 300 milioni di euro entro il 2020.

IL 64 % DEI CITTADINI DELLA ZONA EURO APPROVA L’EURO

Infografica: L’UE si trova in una situazione favorevole per quanto riguarda non solo le prestazioni economiche, ma anche la fiducia dei cittadini nella moneta unica. Da una nuova indagine Flash Eurobarometro sulla zona euro pubblicata nel dicembre 2017 è emerso che per il 64 % degli intervistati l’euro è una cosa positiva per il loro paese.

La Commissione di testare il nuovo strumento di attuazione della riforma in una fase pilota. A tal fine ha proposto modifiche mirate al regolamento recante disposizioni comuni che disciplina i fondi strutturali e di investimento europei, in modo che gli Stati membri possano usare la riserva di efficacia dell’attuazione per attuare riforme concordate.

La Commissione ha inoltre proposto di integrare il contenuto del trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’unione economica e monetaria nel diritto dell’UE, tenendo conto dell’adeguata flessibilità insita nel patto di stabilità e crescita.

Inoltre, nel pacchetto sull’unione economica e monetaria la Commissione ha spiegato come prefigura le eventuali funzioni di un ministro dell’economia e delle finanze con doppio mandato. Il ministro, nella sua veste di vicepresidente della Commissione e di presidente dell’eurogruppo, riunirebbe in una sola persona le responsabilità attuali e le competenze disponibili. La persona incaricata rafforzerebbe inoltre la coerenza, l’efficacia, la trasparenza e la responsabilità democratica della definizione delle politiche economiche per l’UE e per la zona euro, nel pieno rispetto delle competenze nazionali.

Utilizzare le opportunità che si presentano per la crescita e l’occupazione

Il semestre europeo 2017 è stato caratterizzato da nuove procedure razionalizzate. In seguito alle raccomandazioni presentate in maggio, successivamente adottate dal Consiglio dell’Unione europea, la Commissione ha fornito orientamenti per tutti gli Stati membri e per la zona euro nel suo complesso. Tali orientamenti contenevano un messaggio essenziale, ossia che è il momento di cogliere le opportunità offerte dalla ripresa economica per conseguire una crescita più inclusiva, solida e sostenibile mediante riforme che creino più posti di lavoro, aumentino la convergenza e la resilienza e contribuiscano a una società più equa.

Sebbene nell’UE le priorità varino, dal processo del semestre è emerso che eseguire riforme strutturali, stimolare gli investimenti e rafforzare le finanze pubbliche sono strumenti indispensabili per sostenere la ripresa economica.

Il ciclo del semestre europeo 2018 è stato avviato il 22 novembre. La Commissione raccomanda ulteriori riforme strutturali e invita gli Stati membri a rilanciare gli investimenti per sostenere l’espansione e incrementare la produttività e la crescita a lungo termine. Questo ciclo metta in pratica il quadro di valutazione sociale, introdotto come uno degli strumenti per realizzare il pilastro europeo dei diritti sociali.

Garantire una concorrenza senza distorsioni e controllare gli aiuti di Stato

I casi di aiuti di Stato emersi nel 2017 dimostrano che la graduale attuazione del quadro dell’unione bancaria può ridurre progressivamente la pressione fiscale sui contribuenti derivante dal salvataggio delle banche. Altri miglioramenti in corso, soprattutto il rafforzamento dei requisiti minimi per i fondi propri e per le passività ammissibili, ridurranno ulteriormente il ricorso al denaro dei contribuenti in futuro.

Il primo caso disciplinato dal quadro giuridico di risoluzione delle banche nel contesto dell’unione bancaria si è verificato nel 2017 e ha interessato il Banco Popular in Spagna. Dopo la decisione del Comitato di risoluzione unico di convertire e ridurre gli strumenti di capitale della banca spagnola, quest’ultima è stata venduta al gruppo Santander. Non è stato necessario che la Commissione, nella sua veste di autorità per gli aiuti di Stato, intervenisse poiché non si è fatto ricorso all’aiuto del Fondo.

Il controllo sugli aiuti di Stato, nel settore bancario, rimane tuttavia importante. Ad esempio, nei casi di ricapitalizzazione precauzionale (in cui uno Stato sottoscrive fondi propri in una banca solvibile per preservare la stabilità finanziaria) si applicano le norme relative agli aiuti di Stato. Un esempio è la banca Monte dei Paschi di Siena, che ha beneficiato nel 2017 di aiuti approvati in conformità delle norme sugli aiuti di Stato, in base a un piano di profonda ristrutturazione.

A determinate condizioni possono essere autorizzati aiuti alla liquidazione nell’ambito di procedimenti nazionali di insolvenza, così in giugno la Commissione ha autorizzato gli aiuti concessi dall’Italia alla Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca per agevolarne l’uscita ordinata dal mercato ed evitare che l’economia della regione Veneto fosse perturbata, ma anche per prevenire l’azzardo morale e scongiurare la distorsione della concorrenza nel settore bancario.

La Commissione ha autorizzato gli aiuti a queste tre banche a condizione che gli azionisti e i detentori di obbligazioni subordinate condividessero i costi, riducendo in tal modo l’onere che sarebbe gravato sui contribuenti.

La valutazione effettuata in virtù della normativa sugli aiuti di Stato può concludere che lo Stato agisce come un normale investitore che riceva una remunerazione che tenga conto del rischio a condizioni di mercato. Se tali sono le conclusioni, non si configurano aiuti di Stato. È stato questo il caso della Caixa Geral de Depósitos portoghese, per la quale lo Stato ha sottoscritto fondi propri a sostegno di una strategia di ristrutturazione di ampia portata.

L’unione bancaria

Autorità di vigilanza europee

A settembre la Commissione ha pubblicato alcune proposte volte a rendere la vigilanza dell’UE di banche, mercati finanziari, assicurazioni e pensioni più forte e più integrata. L’intenzione è garantire l’applicazione uniforme delle norme dell’Unione e rendere i mercati interessati più resilienti. Le proposte tengono conto dei nuovi sviluppi nel settore delle tecnologie finanziarie e della crescente importanza del fattore sostenibilità.

COSA OFFRE L’UNIONE BANCARIA

Infografica: Nell’Unione europea l’unione bancaria comporta, in molti Stati membri, il trasferimento della responsabilità per la politica del settore bancario dal livello nazionale al livello dell’UE. L’unione bancaria è stata avviata nel 2012 in risposta alla crisi della zona euro. Le motivazioni per l’unione bancaria sono state la fragilità di numerose banche della zona euro e l’identificazione di un circolo vizioso tra le condizioni di credito per tali banche e il credito sovrano dei loro rispettivi paesi d’origine. In diversi paesi i debiti privati derivanti da bolle immobiliari sono stati trasferiti al debito sovrano in conseguenza dei salvataggi del sistema bancario e delle risposte dei governi al rallentamento delle economie successivo alla bolla immobiliare. L’unione bancaria era stata concepita come risposta politica a tale sfida.

L’unione bancaria deve essere completata perché possa svolgere pienamente il suo ruolo e cioè rendere l’unione economica e monetaria più stabile e resiliente agli shock, limitando nel contempo la necessità che il settore pubblico condivida i rischi. Unione dei mercati dei capitali e unione bancaria completa promuoveranno insieme un sistema finanziario stabile e integrato nell’UE.

Sulla scia dei progressi già realizzati e in base agli impegni già assunti dal Consiglio, la Commissione ha definito un percorso ambizioso ma realistico per garantire l’accordo su tutti gli elementi dell’unione bancaria ancora in sospeso. Nel corso dell’anno, in base alle proposte della Commissione presentate a novembre 2016, il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo su importanti misure future per ridurre i rischi nel settore bancario. Ad esempio è prevista maggiore trasparenza in merito alla costituzione delle riserve per assorbire le perdite e per semplificare la risoluzione di una banca, qualora sia necessario, senza ricorrere al denaro dei contribuenti.

Sono già stati realizzati significativi progressi per ridurre lo stock di crediti deteriorati nei bilanci delle banche, ma occorre fare di più. I crediti deteriorati incidono sulla redditività delle banche e sulla loro capacità di concedere prestiti all’economia e inoltre minano la certezza della stabilità del sistema bancario. L’UE perciò sta svolgendo un piano d’azione per ridurre ulteriormente i crediti deteriorati ed evitare che se ne costituiscano di nuovi, in primo luogo mediante una serie di misure.

Servizi finanziari al dettaglio

Le nuove tecnologie finanziarie influiscono in modo significativo sul settore finanziario, sia dal punto di vista dei consumatori sia da quello dei prestatori di servizi. In marzo la Commissione ha pubblicato un piano d’azione sui servizi finanziari al consumatore per rafforzare il mercato unico dei servizi finanziari al dettaglio. Il piano d’azione si prefigge di proteggere meglio i consumatori in questo settore e di sfruttare il potenziale della digitalizzazione e dello sviluppo tecnologico in modo da migliorare la scelta e l’accesso dei consumatori ai servizi finanziari in tutta l’UE. È stata inoltre aperta una consultazione pubblica riguardante l’innovazione tecnologica nel settore dei servizi finanziari (FinTech), su questioni come le opportunità di accesso ai servizi finanziari, l’efficienza dei costi o la concorrenza, ma anche sui rischi relativi alla cibersicurezza o alla protezione dei dati. La consultazione mirava inoltre a valutare gli ostacoli che si frappongono all’espansione di tale innovazione in tutta Europa.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, presenta il piano d’azione per i servizi finanziari ai consumatori. Bruxelles, 23 marzo 2017.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, presenta il piano d’azione per i servizi finanziari ai consumatori. Bruxelles, 23 marzo 2017.

Il pilastro europeo dei diritti sociali

In aprile la Commissione ha proposto un ampio pacchetto sociale come ulteriore progresso verso un’Unione europea più equa, con una forte dimensione sociale. La proposta relativa al pilastro europeo dei diritti sociali è stata al centro di questa iniziativa. Il pilastro enuncia 20 principi e diritti fondamentali che favoriscono mercati del lavoro e sistemi di protezione sociale equi e ben funzionanti. È stato concepito come guida di un processo rinnovato volto a offrire migliori condizioni di vita e di lavoro in tutta l’UE.

COSA OFFRE IL PILASTRO EUROPEO DEI DIRITTI SOCIALI

Infografica: Il pilastro europeo dei diritti sociali stabilisce 20 principi e diritti fondamentali per assicurare l’equità e il buon funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi previdenziali nel XXI secolo. Si distinguono tre categorie: 1) pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; 2) condizioni di lavoro eque; 3) protezione e inclusione sociali. L’accento è posto su come realizzare la promessa di un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale.

I DODICI SETTORI DEL QUADRO DI VALUTAZIONE SOCIALE

Infografica: Il pilastro europeo dei diritti sociali è accompagnato da un quadro di valutazione della situazione sociale che sorveglierà l’attuazione esaminando le tendenze e i risultati degli Stati membri in 12 settori. Questo contribuirà al ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’UE.

Il pilastro è accompagnato da una serie di iniziative legislative e non legislative, in particolare per quanto riguarda l’equilibrio tra vita professionale e vita privata di genitori e prestatori di assistenza, le condizioni di lavoro, l’accesso alla protezione sociale e l’orario di lavoro.

La proposta presentata in dicembre dalla Commissione relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili integra e aggiorna gli obblighi vigenti riguardanti le informazioni sulle condizioni di lavoro che ogni lavoratore deve ricevere. La proposta mira inoltre a introdurre nuovi requisiti minimi per garantire che tutti i lavoratori, compresi quelli con contratti atipici, beneficino di maggiore prevedibilità e chiarezza per quanto riguarda le loro condizioni di lavoro.

È stato definito un quadro di valutazione sociale che permette di monitorare le tendenze e le prestazioni degli Stati membri in dodici settori e di valutare i progressi compiuti verso un rating sociale «tripla A» per tutta l’Unione europea. I risultati del quadro di valutazione sociale serviranno a preparare il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche e contribuirà ad accentrare l’attenzione su occupazione e prestazioni sociali. Il 17 novembre a Göteborg, in Svezia, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Stefan Löfven, primo ministro svedese, hanno presieduto il vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque durante il quale è stato proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali.

Conciliare lavoro e vita familiare

In aprile la Commissione ha presentato una proposta riguardante l’equilibrio tra vita professionale e vita privata che stabilisce una serie di standard minimi nuovi o più elevati per il congedo di paternità, il congedo parentale e il congedo per i prestatori di assistenza. Le misure proposte intendono in particolare offrire agli uomini maggiori possibilità di assumersi responsabilità genitoriali e di assistenza, a vantaggio dei figli e delle donne, che potranno aumentare la loro partecipazione al mercato del lavoro riducendo in tal modo la disparità di genere nell’occupazione. La proposta concede inoltre ai genitori di bambini fino a 12 anni e ai prestatori di assistenza il diritto di chiedere modalità di lavoro flessibili.

La dimensione sociale dell’Europa

A seguito della pubblicazione, in marzo, del libro bianco sul futuro dell’Europa, in aprile la Commissione ha pubblicato un documento di riflessione sulla dimensione sociale dell’Europa in cui s’interroga su come sostenere il tenore di vita dell’Europa, creare nuovi e migliori posti di lavoro, dotare le persone delle giuste competenze e rendere più unita la nostra società, in previsione della società e del mondo del lavoro futuri. Il vertice sociale per l’occupazione e la crescita eque tenutosi a Göteborg a novembre, culminante con la proclamazione del pilastro europeo dei diritti sociali, rappresenta un contributo essenziale al dibattito.

Conversazione tra un espositore e la commissaria Marianne Thyssen (a destra), Alastair Macphail della Fondazione europea per la formazione professionale (secondo da destra) e Oren Lamdan, insegnante (al centro), alla conferenza del Torino Process 2016-2017 «Cambiare le competenze per un mondo che cambia». Torino, Italia, 8 giugno 2017.

Conversazione tra un espositore e la commissaria Marianne Thyssen (a destra), Alastair Macphail della Fondazione europea per la formazione professionale (secondo da destra) e Oren Lamdan, insegnante (al centro), alla conferenza del Torino Process 2016-2017 «Cambiare le competenze per un mondo che cambia». Torino, 8 giugno 2017.

In ottobre è stata avviata una campagna di sensibilizzazione sull’efficienza energetica e la povertà energetica. Tra le azioni figura il progetto pilota condotto in quattro Stati membri (Grecia, Portogallo, Repubblica ceca e Romania) che prevede la definizione e la diffusione di materiale di comunicazione ed eventi organizzati con i principali portatori di interessi e moltiplicatori, come i comuni e le organizzazioni dei consumatori. Se il progetto avrà successo verrà considerata la possibilità di coinvolgere altri Stati membri. La campagna è una priorità in un momento in cui molte famiglie in tutta l’UE subiscono ancora gli effetti della crisi finanziaria ed economica. I livelli di povertà energetica in molti Stati membri restano elevati e le famiglie più duramente colpite sono spesso quelle monoparentali con figli a carico.

Dialogo sociale europeo

L’UE ha continuato a mettere in pratica la dichiarazione «Un nuovo inizio per il dialogo sociale» e la dichiarazione congiunta del giugno 2016 sul ruolo fondamentale del dialogo sociale europeo quale componente significativa del processo di definizione delle politiche occupazionali e sociali dell’UE. La Commissione ha consultato i sindacati, i datori di lavoro e le altre parti sociali sulle principali iniziative. In linea con il principio del pilastro europeo dei diritti sociali, le parti sociali svolgeranno un ruolo importante durante la fase di attuazione.

Istruzione e formazione per accrescere il potenziale umano

Sistemi efficaci di istruzione e formazione offrono ai giovani le conoscenze, le competenze e le capacità per trovare un lavoro soddisfacente e diventare cittadini indipendenti e impegnati. Essi inoltre danno ai lavoratori sia l’opportunità di migliorare le loro competenze per far fronte all’evoluzione dei metodi di lavoro e alle esigenze del mercato del lavoro sia di contribuire ad aumentare la produttività e la crescita.

Le riforme dei sistemi di istruzione e formazione sono una priorità nella maggior parte degli Stati membri e hanno occupato un posto di primo piano nel semestre europeo 2017 (si veda il capitolo 1 per ulteriori informazioni sul semestre). Quattordici Stati membri hanno ricevuto una raccomandazione specifica per paese nel settore dell’istruzione e della formazione.

Le riforme sono state inoltre al centro della strategia dell’UE per un’istruzione di qualità per tutti, adottata a maggio, che comprendeva nuove iniziative sullo sviluppo della scuola e su una nuova agenda per l’istruzione superiore. In novembre il Consiglio ha adottato la proposta relativa al monitoraggio dei percorsi di carriera dei laureati per aiutare gli Stati membri a raccogliere informazioni sulle scelte posteriori agli studi dei laureati e la Commissione ha formulato una proposta ai leader dell’UE sul modo in cui lavorare congiuntamente verso uno Spazio europeo della formazione rafforzando l’identità europea per mezzo dell’istruzione e della cultura. A dicembre i leader dell’UE hanno invitato la Commissione europea a impegnarsi per aumentare la mobilità con una proroga del programma Erasmus+; per creare 20 università europee entro il 2024; per promuovere l’apprendimento delle lingue; per elaborare una carta europea dello studente; per cooperare con gli Stati membri per il riconoscimento reciproco dell’istruzione superiore e dei diplomi scolastici; per promuovere la cultura mediante l’Anno europeo del patrimonio culturale 2018.

Avvicinare i cittadini

Sintesi dei dialoghi con i cittadini 2017

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, interviene a un dialogo con i cittadini a St. Vith, Belgio, il 15 novembre 2017.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, interviene a un dialogo con i cittadini a St. Vith, Belgio, il 15 novembre 2017.

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione, e Joseph Muscat, primo ministro di Malta, partecipano a un dialogo con i cittadini a Roma, Italia, il 24 marzo 2017.

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione, e Joseph Muscat, primo ministro di Malta, partecipano a un dialogo con i cittadini a Roma, Italia, il 24 marzo 2017.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, partecipa a un dialogo con i cittadini dagli studi televisivi di Slovenija TV a Lubiana, Slovenia, il 4 settembre 2017.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, partecipa a un dialogo con i cittadini dagli studi televisivi di Slovenija TV a Lubiana, Slovenia, il 4 settembre 2017.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, durante un dialogo con i cittadini sulle opportunità offerte dal mercato unico del digitale a Budapest, Ungheria, il 9 novembre 2017.

Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione, durante un dialogo con i cittadini sulle opportunità offerte dal mercato unico del digitale a Budapest, Ungheria, il 9 novembre 2017.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, durante un dialogo con i cittadini sugli investimenti e sullo stato delle politiche economiche e di bilancio dell’UE a Tartu, Estonia, il 31 ottobre 2017.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, durante un dialogo con i cittadini sugli investimenti e sullo stato delle politiche economiche e di bilancio dell’UE a Tartu, Estonia, il 31 ottobre 2017.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione presenta l’unione dell’energia nel corso di un dialogo con i cittadini a Tallinn, Estonia, il 21 settembre 2017.

Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione presenta l’unione dell’energia nel corso di un dialogo con i cittadini a Tallinn, Estonia, il 21 settembre 2017.

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, durante un dialogo con i cittadini sul futuro dell’Europa a Kuopio, Finlandia, il 24 novembre 2017.

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, durante un dialogo con i cittadini sul futuro dell’Europa a Kuopio, Finlandia, il 24 novembre 2017.

CAPITOLO 6

Una politica commerciale equilibrata e lungimirante per gestire correttamente la globalizzazione

«Sarò (...) inequivocabile nell’indisponibilità a immolare sull’altare del libero scambio le norme europee in materia di sicurezza, salute, protezione sociale e protezione dei dati oppure la nostra diversità culturale. Da presidente della Commissione, saranno per me non negoziabili, in particolare, la sicurezza degli alimenti di cui ci nutriamo e la protezione dei dati personali degli europei. Né accetterò che negli Stati membri dell’UE la competenza dei giudici sia limitata da regimi speciali in tema di controversie sugli investimenti: anche in questo contesto devono applicarsi lo Stato di diritto e il principio dell’uguaglianza dinanzi alla legge».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

© iStockphoto.com/ake1150sb

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L’Unione europea è una delle economie più aperte del mondo e persegue un programma ambizioso di negoziati commerciali allo scopo di aprire i mercati e creare condizioni di parità per le imprese dell’UE in tutto il mondo. L’economia dell’UE poggia sul commercio: a ogni miliardo di euro di esportazioni corrispondono 14 000 posti di lavoro supplementari in Europa. L’apertura, insieme agli standard elevati, resta la soluzione migliore per far sì che la globalizzazione vada a vantaggio di tutti i cittadini dell’UE.

Considerato che 31 milioni di posti di lavoro nell’UE dipendono dalle esportazioni, che i quattro quinti delle importazioni nell’Unione confluiscono nella produzione di beni o servizi dell’UE e che il 90 % della crescita mondiale nei prossimi decenni avverrà al di fuori dell’Unione europea, il libero scambio è oggi più importante che mai per l’Unione europea.

L’UE sostiene un sistema commerciale multilaterale fondato su regole quale base della sua prosperità, e continua a svolgere un ruolo di primo piano nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Quando altri violano le regole commerciali internazionali o ricorrono a pratiche commerciali sleali, l’UE difende le imprese e i lavoratori europei.

Nel 2017 l’UE e il Giappone hanno concluso i negoziati per un accordo di partenariato economico UE-Giappone, mentre l’UE e il Canada hanno iniziato ad applicare in via provvisoria l’accordo economico e commerciale globale. L’UE ha compiuto notevoli progressi in vari negoziati commerciali bilaterali e ha aperto le trattative per gli scambi con il Cile; la Commissione europea ha inoltre proposto di avviare negoziati commerciali con l’Australia e la Nuova Zelanda.

Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo su una proposta di modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale ed è entrato in vigore un nuovo metodo di calcolo del dumping che rafforzerà ancora di più questi strumenti dell’UE. La Commissione ha proposto un nuovo quadro per il controllo degli investimenti strategici provenienti da paesi terzi e l’UE ha adottato misure concrete per contrastare le pratiche non etiche come il commercio di minerali originari di zone di conflitto.

Una politica commerciale equilibrata e lungimirante

In questi ultimi anni il commercio internazionale ha dovuto gestire sfide sempre più incalzanti; sono emersi nuovi dubbi sulle conseguenze della globalizzazione, perplessità sugli obiettivi e sul valore degli accordi commerciali e concreti rischi di recrudescenza del protezionismo. La Commissione sa bene che per rispondere a tali sfide è necessaria, oggi più che mai, una politica commerciale efficace, trasparente e basata sui valori. Per questo i principi fondamentali della strategia «Commercio per tutti», varata nell’ottobre 2015, hanno continuato a ispirare l’approccio intrapreso nel 2017: l’apertura, abbinata agli standard elevati, resta la soluzione più adatta per far sì che la globalizzazione vada a vantaggio di tutti nell’UE.

Nel contesto del discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato a settembre dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e preceduto dalla pubblicazione, in maggio, di un documento di riflessione sulla gestione della globalizzazione, il vicepresidente della Commissione Jyrki Katainen e la commissaria Cecilia Malmström hanno presentato un pacchetto di iniziative su un’ampia serie di questioni legate al commercio. Il pacchetto includeva: una comunicazione sulla politica commerciale; i progetti di mandato per i negoziati con l’Australia e la Nuova Zelanda e per un nuovo tribunale multilaterale per gli investimenti; un quadro per il controllo degli investimenti diretti esteri per garantire che tali investimenti continuino a essere una fonte importante di crescita nell’UE tutelando al tempo stesso gli interessi essenziali dell’Unione. Il pacchetto comprendeva inoltre una relazione sullo stato di avanzamento della strategia «Commercio per tutti». In novembre la Commissione ha pubblicato una relazione sull’attuazione degli accordi di libero scambio dell’UE.

L’UE ha continuato a svolgere un ruolo di primo piano nell’Organizzazione mondiale del commercio, in particolare in occasione dell’11a conferenza ministeriale a Buenos Aires, in Argentina, svoltasi in dicembre. Anche se questa conferenza non ha prodotto risultati multilaterali, l’UE ha ribadito il suo forte impegno nell’Organizzazione mondiale del commercio e il suo continuo sostegno alla ricerca di soluzioni degli importanti problemi presenti nel sistema commerciale multilaterale globale.

Attraverso la sua strategia di accesso ai mercati, l’UE punta all’apertura dei mercati opponendosi agli ostacoli all’accesso in tutto il mondo, sempre nel rispetto di un commercio basato su regole, equilibrato e responsabile.

L’accordo commerciale tra l’Unione europea e il Canada entra in vigore.

Un’Europa che protegge

L’UE si impegna a realizzare un sistema commerciale multilaterale fondato su regole, che sia alla base della sua prosperità e sia indispensabile per trasformare il commercio in un fattore positivo in tutto il mondo. La sua politica commerciale difende strenuamente le imprese e i lavoratori dell’UE quando altri violano le regole commerciali internazionali o ricorrono a pratiche sleali.

L’UE è tra i membri che ricorrono più frequentemente e con maggior successo al meccanismo di risoluzione delle controversie dell’Organizzazione mondiale del commercio: quando gli interventi diplomatici risultano vani, l’UE non esita a ricorrere a queste procedure per far valere i diritti che le derivano dalle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio e assicurarsi di ricevere, per le imprese, i lavoratori e gli agricoltori, tutti i vantaggi dell’appartenenza a questa organizzazione. Nel 2017 ha conseguito vari risultati tra cui: l’Organizzazione mondiale del commercio ha dichiarato illegale il divieto russo di importazione di carni suine e di prodotti a base di carni suine dall’UE; la Cina ha rimosso le restrizioni sulle esportazioni di determinate materie prime critiche; la Russia ha ridotto i dazi all’importazione su vari prodotti provenienti dall’UE.

In conformità alle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio e alla normativa dell’Unione, l’UE ha istituito 34 misure di difesa commerciale nei confronti di pratiche commerciali sleali di paesi terzi, tra cui dazi antidumping sull’acciaio cinese (un dazio antidumping è una tariffa che un’amministrazione pubblica nazionale applica a importazioni straniere perché ritiene che abbiano un prezzo inferiore al valore di mercato). Nel 2017 l’UE ha istituito 11 misure di difesa dell’industria siderurgica europea, che in base a dati pubblicamente disponibili sta ritornando ad essere redditizia.

L’UE difende inoltre le sue industrie quando paesi non membri dell’UE conducono inchieste relative a dazi antidumping e compensativi contro le esportazioni provenienti dall’Unione, come nel caso dei recenti procedimenti aperti dall’Australia (pomodori trasformati), dalla Cina (fecola di patate) e dagli Stati Uniti (olive).

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, durante una conferenza stampa di presentazione dell’agenda della Commissione per una politica commerciale equilibrata e progressiva. Bruxelles, 14 settembre 2017.

Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione, durante una conferenza stampa di presentazione dell’agenda della Commissione per una politica commerciale equilibrata e progressiva. Bruxelles, 14 settembre 2017.

Nel mese di dicembre l’UE ha deciso di modernizzare i regolamenti antidumping e antisovvenzioni per adeguare i suoi strumenti di difesa commerciale alle sfide dell’economia globale. Questi diventeranno più efficaci, più trasparenti e più semplici da usare per le imprese e, in alcuni casi, consentiranno all’UE di istituire dazi più elevati sui prodotti oggetto di dumping. È stato modificato anche il metodo di calcolo del dumping per le inchieste antidumping relative alle importazioni dei paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio, nel caso in cui i prezzi e i costi siano distorti a causa di un intervento statale.

Gli esportatori dell’UE continuano a incontrare ostacoli al commercio in tutto il mondo. La relazione annuale della Commissione sugli ostacoli al commercio e agli investimenti ha riferito di un incremento del 10 % degli ostacoli commerciali incontrati dagli esportatori dell’UE nel 2016, per un totale di 372 ostacoli in oltre 50 paesi in tutto il mondo. La relazione indicava che 36 nuovi ostacoli registrati nel 2016 potevano ripercuotersi su esportazioni dell’UE per un valore di 27 miliardi di euro, ma che grazie alla strategia di accesso ai mercati della Commissione era stato possibile rimuoverne altri 20 che interessavano esportazioni per un valore di 4,2 miliardi di euro.

Nel mese di settembre l’UE ha varato tre programmi chiave di cooperazione e assistenza nel settore della proprietà intellettuale con la Cina, l’America latina e il sud-est asiatico. L’obiettivo è ridurre il commercio illegale di beni che violano i diritti di proprietà intellettuale di artisti, inventori e marchi provenienti dall’Unione europea e promuovere la protezione internazionale di tali diritti.

L’UE ha inoltre adottato misure concrete per contrastare le pratiche non etiche come il commercio di minerali originari di zone di conflitto. Un nuovo regolamento inteso a contrastare il commercio delle risorse naturali che vengono vendute per alimentare e finanziare la violenza armata nelle zone di guerra è stato adottato in aprile e ha preso effetto due mesi più tardi. Il regolamento impone norme relative al dovere di diligenza alle imprese che importano stagno, tantalio, tungsteno e loro minerali e oro: metalli e minerali che sono utilizzati per fabbricare prodotti di uso quotidiano come telefoni cellulari, automobili e gioielli. Le norme riguarderanno il 95 % circa delle importazioni dell’UE a partire dal gennaio 2021.

L’UE si è pronunciata contro la tortura e la pena di morte e, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in settembre, ha varato l’alleanza globale per un commercio libero da tortura insieme all’Argentina e alla Mongolia. Le delegazioni di 58 paesi hanno firmato una dichiarazione politica in cui si sono impegnate a porre in atto misure normative o a istituire sistemi di controllo per restringere o eliminare il commercio di articoli che potrebbero essere utilizzati per la pena di morte e la tortura.

Un’Europa che assume un ruolo guida

Gli accordi commerciali che l’UE ha negoziato o sta negoziando con paesi di tutto il mondo servono a garantire che il commercio vada a beneficio di tutti. Questi accordi commerciali aprono i mercati e diffondono valori dell’UE come la protezione dei diritti dei lavoratori e dell’ambiente.

In quest’ottica la Commissione ha proposto di avviare negoziati per istituire un tribunale multilaterale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti, che costituirebbe un’importante novità nella governance globale.

Accordo di partenariato economico UE-Giappone

Il Giappone è la quarta economia del mondo. Nel mese di luglio l’UE e il Giappone hanno concordato, in linea di principio, i punti chiave dell’accordo di partenariato economico UE-Giappone e in dicembre hanno annunciato la conclusione positiva delle discussioni finali. L’accordo eliminerà gli ostacoli agli scambi e consentirà all’UE e al Giappone di definire insieme norme commerciali internazionali. L’accordo bilaterale sarà il più importante che l’UE abbia mai concluso.

Sono previsti, per la prima volta in un accordo commerciale dell’UE, un impegno specifico relativo all’accordo di Parigi sul clima, un capitolo ad hoc per le piccole imprese riguardante la trasparenza e uno specifico assetto istituzionale.

L’accordo di partenariato economico eliminerà la maggior parte dei dazi pagati dalle imprese dell’UE ogni anno, per un valore di un miliardo di euro, permetterà di aumentare le esportazioni e creerà nuove opportunità per le imprese dell’UE, grandi e piccole, per i loro dipendenti e per i consumatori. Aprirà il mercato giapponese alle principali esportazioni agricole dell’UE e offrirà maggiori opportunità in tutta una serie di settori. Il valore delle esportazioni dell’UE potrebbe salire di ben 20 miliardi di euro. Grazie all’accordo sarà inoltre più facile per le imprese dell’UE prestare servizi in Giappone in settori quali il trasporto marittimo e le telecomunicazioni.

L’accordo di partenariato economico fissa standard elevatissimi in termini di lavoro, sicurezza e tutela dell’ambiente e dei consumatori, salvaguarda pienamente i servizi pubblici e contiene un capitolo specifico sullo sviluppo sostenibile. Parallelamente all’accordo, l’UE e il Giappone si sono impegnati ad agevolare il flusso di dati tra le due economie.

UE E GIAPPONE HANNO NEGOZIATO UN ACCORDO COMMERCIALE

Infografica: L’accordo di partenariato economico tra l’UE e il Giappone offrirà enormi opportunità di mercato a entrambe le parti e rafforzerà la cooperazione in vari settori. L’UE e i suoi Stati membri saranno esentati dalla maggior parte dei dazi pagati dalle imprese (che ammontano a un miliardo di euro l’anno), le esportazioni agricole più importanti potranno beneficiare dell’apertura del mercato giapponese e per molti settori aumenteranno le opportunità.Stabilisce tra i più elevati standard di lavoro, sicurezza, protezione dell’ambiente e dei consumatori, salvaguarda pienamente i servizi pubblici e comprende un capitolo specifico dedicato allo sviluppo sostenibile. Parallelamente all’accordo, l’UE e il Giappone si sono impegnati ad agevolare il flusso di dati tra le due economie.
Infografica: L’accordo di partenariato economico tra l’UE e il Giappone offrirà enormi opportunità di mercato a entrambe le parti e rafforzerà la cooperazione in vari settori. L’UE e i suoi Stati membri saranno esentati dalla maggior parte dei dazi pagati dalle imprese (che ammontano a un miliardo di euro l’anno), le esportazioni agricole più importanti potranno beneficiare dell’apertura del mercato giapponese e per molti settori aumenteranno le opportunità.Stabilisce tra i più elevati standard di lavoro, sicurezza, protezione dell’ambiente e dei consumatori, salvaguarda pienamente i servizi pubblici e comprende un capitolo specifico dedicato allo sviluppo sostenibile. Parallelamente all’accordo, l’UE e il Giappone si sono impegnati ad agevolare il flusso di dati tra le due economie.

L’accordo economico e commerciale globale con il Canada

L’accordo economico e commerciale globale dell’UE con il Canada è applicato in via provvisoria dal 21 settembre.

Questo accordo consentirà alle aziende dell’UE di risparmiare oltre 500 milioni di euro l’anno, somma corrispondente ai dazi doganali precedentemente pagati su merci esportate in Canada. Questo risparmio, dell’ordine del 99 %, è iniziato già il primo giorno di applicazione dell’accordo, che offrirà inoltre alle imprese dell’UE il miglior accesso mai avuto agli appalti pubblici canadesi a livello federale, provinciale e municipale.

Tutte le imprese potranno risparmiare tempo e denaro grazie alla riduzione dei costi unitari connessi all’esportazione, ad esempio evitando di sottoporre i prodotti a test disciplinati da prescrizioni identiche ed eliminando lunghe procedure doganali e onerose spese legali.

L’accordo con il Canada creerà nuove opportunità per gli agricoltori e i produttori del settore alimentare. Per alcuni prodotti l’UE ha aperto il suo mercato in modo limitato e calibrato; il più ampio accesso consentito al Canada nel mercato dell’UE è controbilanciato dall’apertura del mercato canadese in settori nei quali i produttori dell’Unione europea vorrebbero esportare di più, ad esempio formaggi, vini e alcolici, ortofrutta e prodotti trasformati. L’accordo tutela inoltre sul mercato canadese 143 prodotti regionali enogastronomici caratteristici di alta qualità (le cosiddette indicazioni geografiche) per impedire che prodotti simili vengano venduti con la stessa denominazione. L’accordo salvaguarda i diritti di proprietà intellettuale, allineando le norme canadesi alla normativa dell’UE in materia di protezione delle nuove tecnologie e di gestione dei diritti digitali.

Anche i 500 milioni di consumatori dell’UE beneficeranno dell’accordo, perché solo i prodotti e i servizi che rispettano pienamente tutta la normativa dell’UE potranno essere immessi sul mercato. L’accordo quindi non modificherà il modo in cui l’UE disciplina la sicurezza alimentare, neanche per quanto riguarda le norme sui prodotti contenenti organismi geneticamente modificati e il divieto di commercializzare carne bovina trattata con ormoni.

L’accordo offrirà maggiore certezza giuridica nell’economia dei servizi, una migliore mobilità per i dipendenti delle aziende e un quadro per il riconoscimento delle qualifiche professionali, da quella di architetto a quella di gruista.

L’ACCORDO ECONOMICO E COMMERCIALE GLOBALE UE-CANADA IN 60 SECONDI

Infografica: L’accordo commerciale tra l’UE e il Canada offre alle imprese dell’UE di tutte le dimensioni nuove opportunità di esportare in Canada. Consentirà alle aziende dell’UE di risparmiare 590 milioni di euro l’anno, somma che esse versano a titolo dei dazi doganali sulle merci che esportano nel paese. L’accordo favorirà soprattutto le imprese più piccole, che più difficilmente possono sostenere i costi degli adempimenti burocratici connessi alle esportazioni in Canada. Le piccole imprese risparmieranno tempo e denaro, ad esempio evitando di sottoporre i prodotti a test disciplinati da prescrizioni identiche, evitando lunghe procedure doganali e onerose spese legali.L’accordo creerà nuove opportunità per gli agricoltori e i produttori del settore alimentare dell’UE, garantendo nel contempo la piena protezione dei settori sensibili dell’Unione. L’UE ha ulteriormente aperto, in modo limitato e calibrato, il proprio mercato a determinati prodotti canadesi concorrenti, garantendo nel contempo un migliore accesso al mercato canadese per importanti prodotti europei di esportazione, tra cui formaggi, vini e liquori, frutta e verdura nonché prodotti trasformati.L’accordo offre maggiore certezza giuridica nell’economia dei servizi, una maggiore mobilità per i dipendenti delle aziende e un quadro che consentirà il riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali, da quella di architetto a quella di gruista.

Un processo negoziale trasparente e inclusivo

Nel 2017 la trasparenza e l’impegno nei confronti dei cittadini sono rimasti due elementi essenziali per garantire la democrazia, la fiducia del pubblico e la responsabilità nella politica commerciale. La trasparenza e l’impegno devono essere presenti prima, durante e dopo i negoziati e quando gli accordi sono attuati. Nel 2017 l’UE ha adottato ulteriori misure in questo campo, diventando un leader in fatto di trasparenza nel settore della politica commerciale.

Nel mese di settembre la Commissione ha pubblicato le sue raccomandazioni sull’avvio dei negoziati relativi agli accordi commerciali con l’Australia e la Nuova Zelanda e sul tribunale multilaterale per gli investimenti. Le raccomandazioni sono state trasmesse automaticamente al Parlamento europeo e a tutti i parlamenti nazionali degli Stati membri nello stesso momento in cui sono state inviate al Consiglio. Questo permetterà ai parlamenti nazionali e ai portatori d’interesse di comunicare il loro punto di vista ai governi che li rappresentano nell’ambito delle discussioni del Consiglio, in una fase quanto più precoce possibile. Il Consiglio ha pubblicato le direttive di negoziato per l’accordo di partenariato economico UE-Giappone.

TRASPARENZA NEI NEGOZIATI COMMERCIALI

Infografica: Nel 2017 i funzionari dell’UE, desiderosi di rispettare al massimo il principio della trasparenza, hanno prodotto 17 relazioni negoziali, hanno elaborato 82 documenti sui negoziati commerciali e hanno presentato 65 proposte di testi negoziali. Sono state organizzate 23 riunioni con organizzazioni della società civile e 14 riunioni ufficiali con la commissione per il Commercio internazionale del Parlamento europeo.

La Commissione ha continuato a pubblicare relazioni sui cicli negoziali, documenti di sintesi e proposte di testo per la redazione degli accordi commerciali in fase di negoziato; ha diffuso inoltre ampio materiale di altro tipo sugli accordi commerciali dell’UE con il Canada e il Giappone, in modo che i cittadini e le imprese venissero a conoscenza di tali accordi e di come trarne vantaggio.

Nel corso dell’anno la Commissione ha pubblicato la prima relazione annuale globale di valutazione dell’attuazione degli accordi commerciali dell’UE. Le altre istituzioni dell’UE, i portatori d’interesse e la società civile hanno di conseguenza potuto verificare come l’UE attui i suoi accordi. La Commissione esegue inoltre regolarmente valutazioni d’impatto, valutazioni d’impatto sulla sostenibilità e analisi dei suoi negoziati commerciali e dei successivi accordi. Sono previste tra l’altro consultazioni approfondite con i portatori d’interesse e riunioni regolari con i gruppi della società civile durante tutto il processo.

In dicembre la Commissione ha istituito il gruppo di esperti sugli accordi commerciali dell’UE, un organo consultivo composto da sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro, associazioni di consumatori e altre organizzazioni non governative che fornisce alla Commissione diverse opinioni e indicazioni nel settore degli scambi commerciali.

Altri negoziati commerciali

Nel corso dell’anno sono proseguite le attività per l’apertura di nuovi mercati per le esportazioni dell’UE mediante l’aumento del numero di partner con cui concludere accordi commerciali rispetto agli attuali 91. L’UE ha avviato nuovi negoziati commerciali e compiuto progressi positivi in quelli attualmente in corso. Con l’interruzione dei negoziati relativi a un accordo transatlantico per il commercio e gli investimenti con gli Stati Uniti, la politica commerciale dell’UE con gli Stati Uniti si è concentrata nell’identificare i settori in cui la collaborazione potrebbe essere intensificata per poter rispondere meglio alle sfide mondiali. Le due parti hanno nel frattempo firmato un accordo bilaterale in materia di assicurazione e riassicurazione, che consentirà di accrescere la tutela dei consumatori e di ridurre i costi e gli oneri amministrativi per gli assicuratori e i riassicuratori dell’UE operanti negli Stati Uniti.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, partecipa al forum UE-Asia-Pacifico a Hong Kong, il 1º dicembre 2017.

Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, partecipa al forum UE-Asia-Pacifico a Hong Kong, il 1º dicembre 2017.

Vicinato meridionale e orientale

Nel vicinato meridionale l’UE si è concentrata sui negoziati per una zona di libero scambio globale e approfondita con la Tunisia, aprendo così la strada per futuri progressi con l’Africa settentrionale. In giugno, a complemento dei negoziati, la Commissione e il Centro internazionale per il commercio di Ginevra hanno lanciato l’EuroMed Trade Helpdesk. Questo, fornendo alle aziende le informazioni essenziali sui mercati, le tariffe e le prescrizioni in materia di importazione, ha l’obiettivo di rafforzare i legami economici tra l’UE e nove paesi partner mediterranei, nonché tra i paesi mediterranei stessi.

Nel vicinato orientale, l’UE si è concentrata sull’attuazione dei suoi accordi per la creazione di zone di libero scambio globali e approfondite con la Georgia, la Moldova e l’Ucraina.

America latina

L’UE ha portato avanti i negoziati avviati nel 2016 per l’aggiornamento dell’accordo commerciale firmato con il Messico nel 2000. Si sono tenuti cinque cicli di negoziato e i progressi sono stati positivi. Il nuovo accordo consentirà di semplificare gli oneri amministrativi, ridurre la burocrazia, stimolare la crescita e la competitività, ampliare le possibilità di scelta dei consumatori e creare posti di lavoro per entrambe le parti, supportando al tempo stesso lo sviluppo sostenibile. In linea con l’innovatrice agenda commerciale dell’UE, l’accordo prevede disposizioni specifiche per la lotta alla corruzione.

Sono proseguiti nel 2017 i colloqui commerciali con i quattro membri fondatori del blocco commerciale Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay). Scopo dei colloqui è integrare i due mercati regionali, abbassare le tariffe, aumentare sensibilmente le opportunità commerciali nel Mercosur, dare ai consumatori maggiori possibilità di scelta, semplificare gli oneri amministrativi, ridurre la burocrazia, stimolare la crescita e la competitività e creare posti di lavoro per entrambe le parti.

Nel mese di novembre l’UE ha avviato i negoziati con il Cile per l’aggiornamento dell’accordo di libero scambio UE-Cile del 2002. Nel quadro dell’aggiornamento dell’accordo esistente, l’UE intende proporre di includere disposizioni pilota in materia di genere.

La commissaria Cecilia Malmström accoglie Aloysio Nunes Ferreira, ministro brasiliano degli affari esteri. Bruxelles, 28 agosto 2017.

La commissaria Cecilia Malmström accoglie Aloysio Nunes Ferreira, ministro brasiliano degli affari esteri. Bruxelles, 28 agosto 2017.

Asia e Australasia

Sono proseguiti anche i negoziati relativi ad accordi commerciali con l’Indonesia e le Filippine. I colloqui mirano a incrementare gli scambi tra l’UE e i due paesi e ad ampliare gli investimenti diretti. L’obiettivo è concludere accordi simili a quelli sottoscritti con Singapore nel 2014 e con il Vietnam nel 2015. Nel corso dell’anno l’UE ha svolto tre cicli di negoziati con l’Indonesia e due con le Filippine.

Nel mese di marzo l’UE e l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico hanno convenuto di impegnarsi per la ripresa dei negoziati di libero scambio tra le due regioni.

L’UE ha inoltre organizzato quattro cicli di colloqui nei negoziati per un accordo in materia di investimenti con la Cina, ma ha sospeso le trattative per un accordo nello stesso settore con il Myanmar/Birmania. La Commissione ha proposto di avviare negoziati commerciali con l’Australia e la Nuova Zelanda.

Paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico

All’inizio del 2017 è iniziato ad applicarsi l’accordo di partenariato economico dell’UE con la Comunità di sviluppo dell’Africa australe. In primavera sono iniziati accordi simili con la Costa d’Avorio e il Ghana. In luglio l’accordo di partenariato economico dell’UE con quattro paesi dell’Africa orientale e meridionale (Madagascar, Maurizio, Seychelles e Zimbabwe) è stato ulteriormente rafforzato con l’inclusione delle Comore.

CAPITOLO 7

Uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia

«Intendo esercitare le prerogative della Commissione per difendere, nella nostra sfera di competenza, i nostri valori condivisi, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali, pur sempre nel rispetto delle diverse tradizioni costituzionali e culturali dei 28 Stati membri».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

© iStockphoto.com/bowie15

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Nel 2017 la lotta al terrorismo è rimasta una priorità politica assoluta dell’agenda dell’UE e sono stati compiuti notevoli progressi verso la creazione di un’unione della sicurezza autentica ed efficace, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali.

Come risultato concreto dell’agenda europea sulla sicurezza, l’UE ha definito come reati i viaggi e l’addestramento a fini terroristici, adottando una posizione più severa contro il finanziamento del terrorismo, il traffico di droga e di armi da fuoco e la tratta degli esseri umani. Sono stati inoltre proposti nuovi miglioramenti per consentire agli Stati membri di scambiare in modo più efficiente i dati relativi ai criminali.

Sono continuati i lavori di attuazione delle nuove norme per la protezione dei dati personali dei cittadini dell’UE all’interno e all’esterno dell’Unione, che si applicheranno a partire del 2018. Parallelamente l’UE ha continuato a promuovere le norme di protezione dei dati a livello internazionale, in particolare con la Corea del Sud, il Giappone e gli Stati Uniti. Il primo riesame annuale del quadro dello scudo UE-USA per la privacy (uno strumento che offre una maggiore protezione ai flussi transatlantici di dati) ha costituito una tappa importante nell’ambito della cooperazione sulle questioni relative alla protezione dei dati.

Alcune importanti imprese di Internet hanno aderito al codice di condotta in materia di lotta all’incitamento all’odio online e hanno represso più tempestivamente e con maggiore severità i contenuti illegali apparsi sulle loro pagine.

Venti Stati membri hanno convenuto di istituire la Procura europea, che permetterà di intensificare la lotta contro i reati a danno del bilancio dell’UE.

L’UE ha inoltre adottato misure volte a perseguire l’uguaglianza di genere sul posto di lavoro e ha firmato la convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Lotta alla criminalità e al terrorismo in Europa

Nuove norme contro il terrorismo e il riciclaggio di denaro

Sulla scia dell’agenda europea sulla sicurezza, la Commissione europea ha continuato a impegnarsi per sviluppare un’unione della sicurezza autentica ed efficace. Nel 2017 l’UE si è attivata per prevenire gli attacchi terroristici, facilitare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e proteggere i suoi cittadini negli ambienti online.

Nel mese di marzo è stata adottata una nuova normativa che qualifica come reato l’addestramento e i viaggi per scopi terroristici e rafforza i diritti delle vittime del terrorismo, garantendo che ricevano un’assistenza specializzata subito dopo un attacco terroristico e per tutto il tempo necessario.

Sono proseguite proficuamente le discussioni con il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea allo scopo di rafforzare le norme dell’UE per perseguire penalmente il riciclaggio di denaro, inasprire i controlli sui flussi monetari e congelare e confiscare i proventi di reato.

In dicembre il Parlamento e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico sulla proposta della Commissione di modificare la quarta direttiva antiriciclaggio, il che garantirà molta più trasparenza sulla titolarità effettiva dei soggetti giuridici e dei trust e vieterà l’anonimato per diversi prodotti finanziari. Queste azioni forniranno strumenti molto utili nella lotta al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.

A seguito di una relazione concernente le ripercussioni sul mercato unico del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo in relazione alle attività transfrontaliere, pubblicata in giugno, sono state formulate raccomandazioni per gli Stati membri e le autorità europee di vigilanza.

Il commissario Julian King in visita al quartier generale della polizia federale belga, dove ha presenziato a varie esercitazioni antiterrorismo. Bruxelles, 10 febbraio 2017.

Il commissario Julian King in visita al quartier generale della polizia federale belga, dove ha presenziato a varie esercitazioni antiterrorismo. Bruxelles, 10 febbraio 2017.

Lotta contro il terrorismo in rete

Al vertice di luglio del G20 ad Amburgo, in Germania, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, è stato tra i leader che hanno proposto e concordato un piano d’azione per la lotta al terrorismo che prevedeva tra l’altro il contrasto all’uso di Internet a fini terroristici. Dall’apertura del Forum dell’UE su Internet nel 2015 sono state adottate misure concrete per impedire ai gruppi terroristici internazionali di sfruttare Internet per i loro scopi. Circa l’86 % dei contenuti segnalati alle imprese di Internet dall’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto (Europol) è stato rimosso. Nel mese di luglio il Forum ha definito il proprio piano d’azione per contrastare i contenuti di matrice terroristica in rete. Il piano invita a prendere provvedimenti immediati in diversi settori e istituisce un sistema di comunicazione periodica per la misurazione e la valutazione dei risultati.

A dicembre, nel quadro del suo programma di responsabilizzazione della società civile, la Commissione ha continuato a sostenere le organizzazioni della società civile affinché possano presentare online contenuti positivi alternativi ai messaggi degli estremisti violenti e dei terroristi con una dotazione di 6 milioni di euro.

Lotta contro le droghe illecite

Nel 2017 sono stati adottati un nuovo regolamento, relativo a un sistema di allerta precoce e a una procedura di valutazione del rischio in relazione alle nuove sostanze psicoattive, e una nuova direttiva volta ad includere nuove sostanze psicoattive nella definizione di «stupefacenti». Di conseguenza, in dicembre, la Commissione ha proposto di vietare in tutta l’Unione europea sette nuove sostanze psicoattive oltre alle nove già vietate in precedenza nel 2017.

Tratta di esseri umani

In dicembre la Commissione ha adottato una comunicazione sul tema della tratta degli esseri umani e ha comunicato il suo impegno a favore di nuove priorità da attuare nel prossimo futuro. Le priorità stabilite dalla Commissione corrispondono ai settori chiave in cui è necessaria un’azione immediata da parte dell’UE e degli Stati membri per smantellare il modus operandi dei trafficanti, rafforzare i diritti delle vittime e intensificare gli sforzi interni ed esterni dell’UE per intervenire in maniera coordinata e coerente.

Giustizia civile e penale

Intensificare la lotta contro i reati a danno del bilancio dell’UE

In luglio l’UE ha compiuto una svolta decisiva per quanto riguarda i reati a danno del bilancio dell’UE con l’adozione, da parte del Parlamento e del Consiglio, di una nuova direttiva per la lotta contro la frode, la corruzione e altri reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione, inclusi i casi gravi di frode transfrontaliera dell’IVA. Si stima che la frode dell’IVA, nell’ambito degli scambi commerciali all’interno dell’UE, ammonti a 50 miliardi di euro l’anno.

La Procura europea: mantenere al sicuro il denaro dell’UE e dei cittadini.

Un importante passo avanti è stato, nel mese di novembre, l’accordo di 20 Stati membri sull’istituzione di una Procura europea incaricata di indagare, perseguire e assicurare alla giustizia gli autori di reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE. La Procura europea dovrebbe essere operativa entro la fine del 2020.

Migliorare lo scambio di informazioni sui casellari giudiziari

Il sistema europeo di informazione sui casellari giudiziari, istituito nel 2012, permette di scambiare in formato elettronico le informazioni sui casellari giudiziari delle persone condannate negli Stati membri dell’UE. Nel mese di giugno è stata pubblicata la prima relazione sull’uso del sistema da parte degli Stati membri. Nel 2017 sono stati portati avanti i negoziati per semplificare lo scambio di informazioni sui casellari giudiziari di cittadini di paesi terzi.

Proteggere i bambini in caso di separazione di genitori di paesi diversi

A luglio la Commissione ha presentato una proposta in base alla quale l’UE autorizza alcuni Stati membri ad accettare l’adesione di dieci paesi terzi alla convenzione dell’Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori. Viene così ulteriormente estesa la protezione internazionale contro la sottrazione di minori.

Assistenza alle imprese dell’UE

Il nuovo sistema di interconnessione dei registri delle imprese, varato in giugno, permette di consultare in modo più rapido e semplice le informazioni sulle società nell’UE. Ciò faciliterà gli scambi transfrontalieri e contribuirà a creare un clima di maggior fiducia nel mercato unico.

Le società in difficoltà dispongono oggi di migliori norme in materia di insolvenza grazie a una nuova legislazione che semplifica le procedure transfrontaliere e che si applica dal 2017. Sono progrediti anche i negoziati sulle proposte normative concernenti le procedure nazionali di insolvenza. Tali proposte hanno lo scopo di istituire sistemi di ristrutturazione e dare agli imprenditori una seconda possibilità.

Migliorare il governo societario

La normativa sui diritti degli azionisti è stata rafforzata in maggio con nuove disposizioni volte a migliorare il governo societario, facilitare l’esercizio dei diritti degli azionisti e dare una prospettiva a più lungo termine agli investimenti. È stata adottata anche una modifica delle norme vigenti in materia di governo societario e remunerazioni per le imprese di investimento.

Sistemi giudiziari e diritti fondamentali

Garantire il rispetto dello Stato di diritto

La Commissione ha intensificato gli sforzi per promuovere e garantire il rispetto dello Stato di diritto nell’Unione europea, incoraggiando gli Stati membri a migliorare l’indipendenza, la qualità e l’efficienza dei sistemi giudiziari nazionali. Tali sistemi hanno un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto dello Stato di diritto, assicurare un’applicazione uniforme del diritto dell’UE e mantenere un ambiente favorevole alle imprese e agli investimenti. Il quadro di valutazione UE della giustizia 2017 indica che sono stati compiuti ulteriori progressi, anche se permangono alcuni aspetti problematici per alcuni Stati membri.

Koen Lenaerts, presidente della Corte di giustizia (prima fila, quarto da destra), con i giudici della Corte di giustizia. Lussemburgo, febbraio 2017. © Court of Justice of the European Union

Koen Lenaerts, presidente della Corte di giustizia (prima fila, quarto da destra), con i giudici della Corte di giustizia. Lussemburgo, febbraio 2017.

Nel corso dell’anno la Commissione ha proseguito il suo dialogo con la Polonia nell’ambito del quadro per lo Stato di diritto e in luglio ha inviato al governo polacco una terza raccomandazione sullo Stato di diritto in cui spiega le sue preoccupazioni in merito alla prevista riforma del sistema giudiziario e alle riforme relative al Tribunale costituzionale. A dicembre la Commissione ha concluso che esiste un evidente rischio di violazione grave dello Stato di diritto da parte della Polonia, e ha presentato al Consiglio una proposta volta ad adottare una decisione a norma dell’articolo 7, paragrafo 1, del trattato sull’Unione europea. Questa proposta era accompagnata da una quarta raccomandazione sullo Stato di diritto in cui venivano definite chiaramente le iniziative che le autorità polacche possono adottare per porre rimedio alla situazione attuale. La Commissione ha deferito la Polonia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per violazione del diritto dell’UE a causa della legge polacca sull’organizzazione dei tribunali ordinari.

Maggiore protezione dei dati personali

È continuata la collaborazione con gli Stati membri, le autorità nazionali preposte alla protezione dei dati e altri portatori d’interesse nell’ambito dei lavori per la preparazione di nuove norme per la protezione dei dati personali, applicabili a partire da maggio 2018. Le nuove norme daranno ai cittadini un maggiore controllo sui loro dati personali e semplificheranno le procedure per le imprese. Le modifiche garantiranno la protezione dei dati personali dei cittadini dell’UE indipendentemente dal luogo in cui tali dati sono trasmessi, trattati o conservati, anche al di fuori dell’UE.

In gennaio la Commissione ha presentato una strategia per la promozione di norme internazionali di protezione dei dati che da un lato assicurino un livello elevato di protezione dei dati personali e dall’altro facilitino i flussi di dati utilizzati a fini commerciali e a fini di attività di contrasto. Gli accertamenti di adeguatezza, in base ai quali nel paese terzo devono esistere norme sulla protezione dei dati comparabili a quelle dell’UE, costituiscono uno degli elementi chiave di questa strategia.

Giovanni Buttarelli, garante europeo della protezione dei dati, a una conferenza sulle nuove tecnologie all’Università di Milano-Bicocca. Milano, Italia, 15 maggio 2017. © EDPS

Giovanni Buttarelli, garante europeo della protezione dei dati, a una conferenza sulle nuove tecnologie all’Università di Milano-Bicocca. Milano, 15 maggio 2017.

L’UE sta valutando la possibilità di partecipare a dialoghi di adeguatezza con partner commerciali pertinenti e con i paesi che svolgono un ruolo leader nella protezione dei dati nella loro regione. Le principali aree d’intervento sono l’Asia orientale, il sud-est asiatico, l’America latina e il vicinato europeo. Nel 2017 sono stati avviati dialoghi con la Corea del Sud e il Giappone.

Nel settembre 2017 è stato condotto il primo riesame annuale dello scudo UE-USA per la privacy, operativo dal luglio 2016. In base al riesame e come indicato nella relativa relazione, la Commissione, pur accertando che lo scudo per la privacy continua a garantire un livello adeguato di protezione, ha ritenuto che vi sia un margine di miglioramento e ha formulato una serie di raccomandazioni. Va segnalata inoltre l’entrata in vigore, nel mese di febbraio, dell’accordo quadro UE-USA, finalizzato a garantire determinati standard di protezione per i dati scambiati tra l’UE e gli Stati Uniti a fini di cooperazione nelle attività di contrasto.

Tutela dei diritti e lotta alla discriminazione

Lotta ai reati generati dall’odio e all’incitamento all’odio, sia online che offline

A due anni dall’adozione del codice di condotta per contrastare l’illecito incitamento all’odio online, le imprese di Internet si attivano oggi con maggiore rapidità ed efficacia contro i contenuti illegali, in conformità al diritto dell’UE.

Per tutto il 2017 la Commissione ha operato in stretta collaborazione con le comunità ebraiche e musulmane dell’UE e con altre organizzazioni attive nella lotta contro il razzismo, la discriminazione e ogni forma di intolleranza, raccogliendo le preoccupazioni e offrendo informazioni sulle azioni dell’UE.

La Commissione ha inoltre fornito finanziamenti UE mirati e ha elaborato, nel quadro del gruppo ad alto livello sulla lotta contro il razzismo, orientamenti operativi per il sostegno alle vittime e per l’organizzazione di corsi di formazione destinati alle forze di polizia e ai giudici su come sventare i reati generati dall’odio. Il 6 dicembre le autorità nazionali hanno convenuto principi di base per la registrazione dei dati sui reati generati dall’odio, elaborati in collaborazione con la Commissione e con l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, a un dialogo con i cittadini al Libanon Lyceum a Rotterdam, Paesi Bassi, il 27 giugno 2017.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, a un dialogo con i cittadini al Libanon Lyceum a Rotterdam, Paesi Bassi, il 27 giugno 2017.

Applicare la Carta dei diritti fondamentali dell’UE

La relazione 2016 sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è stata pubblicata nel maggio 2017. In ottobre il Consiglio ha adottato le sue conclusioni sulla relazione e ha affermato che la protezione di vari diritti era stata rafforzata, nell’anno precedente, grazie all’adozione di una serie di strumenti giuridici tra cui la presunzione di innocenza, il diritto di presenziare al processo, il patrocinio a spese dello Stato e le garanzie procedurali per i minori, nonché grazie a una serie completa di norme di protezione dei dati che si applicherà in tutta l’UE a partire dal 25 maggio 2018 e aiuterà i cittadini a riprendere il controllo dei loro dati.

Nell’intento di garantire il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, il 7 dicembre la Commissione ha deferito l’Ungheria alla Corte di giustizia dell’Unione europea per la legge sulle organizzazioni non governative che ricevono finanziamenti dall’estero e per la legge sull’istruzione superiore.

Combattere la discriminazione

Nel 2017 l’UE ha continuato a contrastare la discriminazione, attuando un elenco di azioni per la promozione della parità per le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali. Tra i principali risultati vanno segnalate la campagna «We All Share the Same Dreams» e l’adozione di una Carta europea della diversità e dell’inclusione destinata al personale della Commissione.

In occasione della revisione intermedia del quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei rom sono stati valutati i progressi realizzati dagli Stati membri nel migliorare le condizioni di vita della più grande minoranza etnica d’Europa. La revisione indica che la situazione dei rom è lentamente migliorata dal 2011, pur sottolineando che quasi l’80 % della popolazione rom è tuttora a rischio di povertà.

Combattere la violenza contro le donne

Nel 2017 l’UE si è attivata per aumentare la sensibilizzazione sul tema della violenza contro le donne e le ragazze in tutti gli Stati membri. La campagna «NON.NO.NEIN» finanziata dall’UE incoraggia tutti, uomini e donne, a prendere posizione contro la violenza di genere.

A giugno l’UE ha firmato la convenzione di Istanbul, un trattato internazionale che è al tempo stesso il primo accordo europeo in cui si fissano norme giuridicamente vincolanti per prevenire la violenza sulle donne e la violenza domestica, proteggere le vittime e punire gli autori dei reati.

VIOLENZA DOMESTICA NELL’UE

Infografica: La Commissione ha dedicato il 2017 alla lotta contro la violenza nei confronti delle donne in tutta l’UE. Tra le azioni condotte, va menzionata in particolare la campagna sui media sociali «NON.NO.NEIN. Say No! Stop Violence Against Women», volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a prendere una chiara posizione contro la violenza nei confronti delle donne. Essa ha tra l’altro dato visibilità a testimonianze positive sul notevole lavoro eseguito in questo campo in tutta l’UE. Nel mese di giugno l’Unione europea ha firmato la convenzione di Istanbul, il primo accordo europeo per fissare norme giuridicamente vincolanti per prevenire la violenza contro le donne e la violenza domestica, proteggere le vittime e punire gli autori dei reati.

Garantire i diritti delle persone con disabilità

Nel corso dell’anno una relazione sui progressi compiuti dal 2010 nell’attuazione della strategia europea sulla disabilità ha dimostrato che sono stati fatti concreti passi avanti in tutti gli otto settori prioritari (accessibilità, partecipazione, uguaglianza, occupazione, istruzione e formazione, protezione sociale, sanità, azione esterna).

Tra i traguardi raggiunti va segnalata una proposta presentata dalla Commissione per un atto europeo sull’accessibilità. Si tratta di una direttiva orientata alle imprese che migliora l’accessibilità di una serie di prodotti e servizi di uso quotidiano come i telefoni cellulari, i computer, i libri in formato elettronico, il commercio elettronico e i servizi bancari. Nel 2017 il Parlamento ha adottato una relazione sulla proposta e il Consiglio ha adottato il suo orientamento generale.

Per consentire alle persone con disabilità di spostarsi più facilmente all’interno dell’Unione europea, l’UE sta introducendo in via sperimentale la tessera europea d’invalidità in otto Stati membri (Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Italia, Malta, Romania e Slovenia). In questi Stati membri la tessera permetterà alle persone con disabilità di ottenere pari accesso a certi vantaggi specifici nel campo della cultura, del tempo libero, dello sport e dei trasporti. Nel 2017 sono state rilasciate le prime tessere.

Con una cerimonia svoltasi il 19 ottobre 2017 a Bruxelles, il Belgio è divenuto il primo Stato membro ad aver introdotto la tessera di invalidità dell’UE. Altri Stati membri seguiranno.

Con una cerimonia svoltasi il 19 ottobre 2017 a Bruxelles, il Belgio è divenuto il primo Stato membro ad aver introdotto la tessera di invalidità dell’UE. Altri Stati membri seguiranno.

Cittadinanza dell’Unione europea

Nella relazione sulla cittadinanza dell’UE 2017 sono descritte le azioni attuate per garantire che i cittadini possano godere pienamente dei loro diritti quando lavorano, viaggiano, studiano o partecipano alle elezioni.

Proteggere i consumatori

Il sistema di informazione rapida sui prodotti non alimentari pericolosi, che consente uno scambio veloce di informazioni tra gli Stati membri dell’UE e altri paesi aderenti al sistema, ha continuato a tutelare la salute e la sicurezza dei consumatori. Nel corso dell’anno sono state scambiate tra le 31 autorità nazionali partecipanti 2 201 notifiche e 3 952 reazioni su prodotti pericolosi.

SISTEMA DI ALLARME RAPIDO DELL’UE

Infografica: Il sistema di allarme rapido dell’UE consente uno scambio di informazioni celere tra 31 autorità nazionali europee e la Commissione riguardo ai prodotti pericolosi non alimentari che presentano un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Ogni settimana la Commissione pubblica sul suo sito web un elenco dei prodotti pericolosi che sono stati individuati.

Allo stesso modo il sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi consente in qualsiasi momento agli Stati membri dell’UE e ad altri paesi di scambiare informazioni e reagire collettivamente in caso di rischi per la sicurezza degli alimenti. La relazione annuale 2016, pubblicata nel marzo 2017, ha dimostrato il successo dell’approccio integrato dell’UE nel settore della sicurezza degli alimenti. Tale approccio sarà ulteriormente rafforzato in base all’esperienza acquisita a seguito del caso di contaminazione da fipronil verificatosi durante l’estate. In occasione di una conferenza ministeriale organizzata dalla Commissione il 26 settembre 2017 gli Stati membri e la Commissione hanno concordato una serie di misure concrete per rafforzare l’azione dell’UE contro le frodi alimentari e le attività illegali che mettono a repentaglio la sicurezza della filiera alimentare.

L’UE sta prendendo provvedimenti in relazione ai prodotti alimentari di diversa qualità dei nell’UE. In settembre la Commissione ha pubblicato una serie di orientamenti per aiutare le autorità nazionali a contrastare più efficacemente le pratiche sleali.

ELIMINARE LE DIFFERENZE DI QUALITÀ DEI PRODOTTI

Infografica: In vari Stati membri dell’UE i consumatori lamentano il fatto che la qualità di alcuni prodotti, ad esempio certe bevande analcoliche, il caffè e i bastoncini di pesce, nel loro paese è più bassa rispetto alla qualità dei prodotti dello stesso produttore venduti con la stessa marca oltre frontiera. La Commissione sta lavorando a una metodologia per migliorare i test comparativi dei prodotti alimentari, in modo che gli Stati membri possano discutere la questione su una base scientifica solida e condivisa, uguale per tutti. La Commissione ha inoltre pubblicato una serie di orientamenti per le autorità nazionali sull’applicazione della legislazione alimentare e della legislazione a tutela dei consumatori dell’UE ai prodotti di diversa qualità.

La Commissione ha messo a disposizione degli Stati membri un milione di euro per il finanziamento di studi e di misure di applicazione delle norme, oltre a stanziare un ulteriore milione di euro a favore del Centro comune di ricerca, per lo sviluppo e l’implementazione di una metodologia di test armonizzata. Allo stesso tempo la Commissione ha avviato un dialogo costruttivo con l’industria e con tutti i principali portatori d’interesse coinvolti. I produttori e le associazioni si sono inoltre impegnati a elaborare un codice di condotta.

La commissaria Vĕra Jourová in visita a uno stand con prodotti potenzialmente pericolosi dopo la presentazione della relazione annuale 2016 sul sistema di allarme rapido. Bruxelles, 16 marzo 2017.

La commissaria Vĕra Jourová in visita a uno stand con prodotti potenzialmente pericolosi dopo la presentazione della relazione annuale 2016 sul sistema di allarme rapido. Bruxelles, 16 marzo 2017.

Il commissario Vytenis Andriukaitis visita uno stabilimento di produzione di salsicce a Zagabria, Croazia, il 2 febbraio 2017.

Il commissario Vytenis Andriukaitis visita uno stabilimento di produzione di salsicce a Zagabria, Croazia, il 2 febbraio 2017.

Nel quadro dei continui sforzi messi in campo nel 2017 per difendere gli interessi dei consumatori dopo lo scandalo delle emissioni Volkswagen, le autorità per la tutela dei consumatori dell’UE e la Commissione hanno insieme esortato il gruppo Volkswagen a riparare rapidamente tutte le auto interessate e mettere in atto ulteriori misure per ripristinare un clima di fiducia.

Nel mese di marzo la Commissione ha presentato un piano d’azione che delinea le modalità per fornire ai consumatori una maggiore scelta e un più ampio accesso ai servizi finanziari in tutta l’UE. La Commissione è anche impegnata nei lavori di modifica del regolamento relativo ai pagamenti transfrontalieri, per ridurre le commissioni sui pagamenti in valuta diversa dall’euro, nell’elaborazione di principi per la qualità dei siti web comparativi che trattano prodotti finanziari e nella conclusione dei lavori sulla trasparenza dei prezzi degli autonoleggi.

Anche le controversie di modesta entità sono importanti

Nel corso dell’anno è entrata in vigore la revisione delle norme volte a snellire e accelerare il procedimento europeo per le controversie di modesta entità e a ridurne i costi. Le norme ora disciplinano le controversie fino a 5 000 euro (il limite precedente era di 2 000 euro) e semplificano il procedimento.

Proteggere i consumatori in rete

La crescente importanza del commercio elettronico e la moltiplicazione dei negozi e dei servizi online hanno sollevato nuovi problemi di applicazione della normativa che tutela i consumatori. A dicembre è stato adottato un nuovo regolamento volto ad assicurare che le autorità nazionali abbiano maggiori poteri nella lotta contro le pratiche illegali online che si stanno diffondendo in tutto il mercato unico: viene introdotta una procedura di coordinamento, comune a tutti i paesi dell’UE, per contrastare in modo efficace e uniforme le pratiche degli operatori commerciali multinazionali. Il nuovo regolamento prenderà effetto il 17 gennaio 2020.

Sono proseguiti i negoziati su due importanti proposte in materia di norme contrattuali, una sulla fornitura di contenuti digitali e l’altra sulla vendita di beni online. In ottobre è stata presentata dalla Commissione una proposta modificata per garantire una coerenza di approccio per le vendite di beni online e offline che ha esteso il campo di applicazione della seconda iniziativa dalle vendite di beni online a tutte le vendite di questo tipo. Le due proposte sono orientate alla tutela dei consumatori che acquistano beni o contenuti digitali.

Controllo dell’adeguatezza della normativa in materia di tutela dei consumatori

Nel mese di maggio è stato effettuato un controllo dell’adeguatezza della normativa dell’UE per la tutela dei consumatori dal quale è emerso che sebbene i cittadini dell’UE godano di ampi diritti, vi è ancora margine per migliorare la loro tutela nel mercato unico. Questo obiettivo si potrebbe conseguire in particolare facendo conoscere di più i diritti già esistenti e garantendo che siano effettivamente applicati.

rescEU

Il Fondo di solidarietà dell’Unione europea è stato mobilitato più volte per fornire assistenza all’Italia, al Regno Unito, a Cipro e al Portogallo, che sono stati colpiti da catastrofi naturali nel 2015, 2016 e 2017.

Solo nel 2017 più di 200 persone hanno perso la vita a causa di catastrofi naturali nell’UE e oltre un milione di ettari di foreste è stato distrutto. Per reagire alle catastrofi naturali che negli ultimi anni colpiscono gli Stati membri con maggiore frequenza, in novembre la Commissione ha proposto di rafforzare il meccanismo di protezione civile dell’UE con un nuovo sistema rescEU, destinato ad aumentare le capacità complessive di risposta alle catastrofi naturali.

Un velivolo antincendio in partenza per contrastare un incendio boschivo in Italia, prova della solidarietà a livello dell’UE. © Unione europea/ECHO/Claire Kowalewski

Un velivolo antincendio in partenza per contrastare un incendio boschivo in Italia, prova della solidarietà a livello dell’UE.

Il sistema contribuirà a creare una riserva di capacità proprie dell’Unione europea e ad incoraggiare la condivisione di assistenza all’interno di un pool europeo di protezione civile. Esso intende inoltre potenziare gli investimenti in materia di prevenzione e preparazione. La proposta raggiunge un giusto equilibrio tra la solidarietà nell’UE e la responsabilità degli Stati membri e contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo di una «Europa che protegge».

CAPITOLO 8

Verso una nuova politica della migrazione

«I recenti drammatici eventi verificatisi nel Mediterraneo evidenziano l’esigenza per l’Europa di gestire meglio la migrazione in tutti i suoi aspetti. Prima di tutto per motivi umanitari. Sono convinto che dobbiamo collaborare strettamente, in uno spirito di solidarietà».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

 © iStockphoto.com/Joel Carillet

© iStockphoto.com/Joel Carillet

In questi ultimi anni l’Europa ha registrato un afflusso senza precedenti di richiedenti asilo e altri migranti. Dall’inizio della crisi, circa 3 milioni di persone hanno presentato domanda di protezione internazionale nell’Unione europea; tra loro, molti sono in fuga dalla guerra e dal terrore in Siria e in altri paesi. L’UE è la prima a reagire. Solo nel 2016 gli Stati membri dell’UE hanno concesso asilo e hanno reinsediato oltre 720 000 rifugiati: il triplo dell’Australia, del Canada e degli Stati Uniti considerati insieme.

Nel 2016, per affrontare in modo approfondito questa sfida, l’UE ha introdotto varie nuove misure che sono state intensificate ulteriormente nel 2017; ad esempio, sono state compiute operazioni di soccorso e sono state salvate molte altre vite umane in mare; sono state protette le frontiere esterne dell’Unione, in particolare attraverso il metodo dei cosiddetti punti di crisi (hotspot), ed è stata istituita l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Si sono intensificati gli sforzi per ricollocare e reinsediare le persone bisognose di protezione. Maggiore attenzione è stata data allo sviluppo di un sistema europeo comune di asilo più equo, al rafforzamento della protezione dei minori non accompagnati e allo sviluppo di nuove misure per la lotta al traffico di migranti.

Si sono inoltre aperte nuove possibilità per la creazione di altri canali per la migrazione legale e sono state adottate misure per promuovere l’integrazione dei rifugiati e di altri migranti nel mercato del lavoro. Mediante il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e il Fondo Sicurezza interna, l’UE ha aumentato il suo sostegno finanziario per lo sviluppo di un approccio comune alla gestione efficace dei flussi migratori.

Nel 2017 si è anche rafforzata la cooperazione con i paesi di origine e di transito, aiutati dall’Unione europea ad affrontare le cause profonde della migrazione irregolare e a lottare contro il traffico di migranti. L’UE ha sostenuto questi paesi affinché migliorassero le loro politiche relative alle frontiere e alla migrazione e le loro condizioni di accoglienza. Molti progetti e programmi sono stati sostenuti mediante il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa. L’UE ha inoltre intensificato le sue operazioni di rimpatrio.

Agenda europea sulla migrazione

Nel 2017 la Commissione europea ha continuato ad attuare l’agenda europea sulla migrazione, proponendo misure per affrontare le sfide che si presentano attualmente. La Commissione ha anche cercato di dotare l’UE di strumenti che le consentano di gestire meglio la migrazione a medio e lungo termine per quanto riguarda la migrazione clandestina, le frontiere, l’asilo e la migrazione legale.

Proteggere chi ne ha bisogno

Dal 2015 le autorità greche e italiane, aiutate dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera e con l'assistenza dell’operazione Sophia, hanno contribuito al soccorso di oltre 620 000 persone nel Mediterraneo e nell'Egeo, mentre con l’aiuto delle autorità turche e della NATO l’UE sta smantellando le reti criminali di trafficanti.

Nel 2017 hanno ottenuto la protezione internazionale 313 050 richiedenti asilo.

Nel corso dell’anno la Commissione ha presentato diverse relazioni sui progressi compiuti, riguardanti le misure adottate nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione per stabilizzare i flussi e gestire meglio le frontiere esterne dell’UE. Le relazioni hanno affrontato vari temi tra cui la ricollocazione e il reinsediamento, l’attuazione della dichiarazione UE-Turchia, le operazioni della guardia di frontiera e costiera europea e il quadro di partenariato in materia di migrazione dimostrando che sono stati compiuti progressi significativi in tutti i settori e definendo le prossime tappe di ulteriori iniziative.

In aprile la Commissione ha anche definito le azioni prioritarie per la tutela dei minori migranti oltre le salvaguardie supplementari proposte nell’ambito della riforma del sistema europeo comune di asilo. Una delle azioni prioritarie consiste nell’integrare i minori nel nuovo paese di arrivo, anche prevedendo la corretta identificazione, buone condizioni di accoglienza e l’accesso all’istruzione.

Il commissario Dimitris Avramopoulos visita il campo profughi di Moria. Lesbo, Grecia, il 16 marzo 2017.

Il commissario Dimitris Avramopoulos visita il campo profughi di Moria. Lesbo, Grecia, 16 marzo 2017.

Ricollocazione e reinsediamento

La maggior parte degli Stati membri si sta impegnando nella ricollocazione all’interno dell’UE per attenuare la pressione sulla Grecia e sull’Italia. In novembre la Commissione ha presentato la sua ultima relazione sui progressi compiuti nell’ambito dell’agenda europea sulla migrazione. Il numero di persone ricollocate nel 2017 è aumentato significativamente rispetto all’anno precedente, il che dimostra che la ricollocazione funziona se tutte le parti rispettano gli impegni assunti. Solo nel 2017 sono state ricollocate 22 215 persone. In totale, da settembre 2015, sono state ricollocate 33 140 persone di cui 21 704 dalla Grecia e 11 436 dall’Italia, pari al 93 % di tutte le persone ammissibili. L’obiettivo principale del meccanismo di emergenza per ricollocare tutti i richiedenti ammissibili dalla Grecia e dall’Italia è pertanto realizzabile. Tuttavia, sebbene la maggior parte degli Stati membri abbia agito e si sia impegnata in operazioni di ricollocazione procedendovi regolarmente, alcuni Stati non vi hanno partecipato. Nel 2017 la Commissione ha avviato procedimenti d’infrazione contro tre Stati membri (Polonia, Repubblica ceca e Ungheria) che non avevano dato attuazione alle decisioni del Consiglio dell’Unione europea del 2015 sulla ricollocazione e in dicembre ha deciso di deferirli alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Da luglio 2015 sono in vigore programmi di reinsediamento volti a indicare un percorso legale e sicuro alle persone vulnerabili che necessitano di protezione internazionale. Oltre 26 000 persone sono state reinsediate in 21 Stati membri dell’UE, in Islanda, in Liechtenstein, in Norvegia e in Svizzera. In settembre la Commissione ha invitato gli Stati membri a reinsediare nei prossimi due anni (entro il 31 ottobre 2019) almeno altre 50 000 persone bisognose di protezione internazionale provenienti da Giordania, Libano, Turchia e da paesi africani lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale. Alla fine dell’anno erano pervenuti impegni per un totale di 39 839 reinsediamenti.

La dichiarazione UE-Turchia

La dichiarazione UE-Turchia continua a produrre risultati concreti, garantendo l’efficace gestione dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo orientale. Il numero di attraversamenti giornalieri si è mantenuto attorno a 86, con una sostanziale diminuzione delle vittime. Gli arrivi sono diminuiti del 97 % rispetto alla situazione precedente all’applicazione della dichiarazione. Il ritmo delle operazioni di rimpatrio è aumentato, con 2 032 migranti rimpatriati, di cui 228 siriani.

L’UE e la Turchia hanno accelerato la concessione del sostegno finanziario nell’ambito dello strumento per i rifugiati in Turchia. I 3 miliardi di euro di finanziamenti nel quadro dello strumento sono stati assegnati e sono stati versati in totale 1,85 miliardi di euro . Nel 2017 quasi 1,2 milioni di rifugiati in Turchia sono stati aiutati nell’ambito della rete di sicurezza sociale di emergenza, mentre si prevede che il numero di cittadini siriani aiutati arrivi fino a 1,3 milioni. Il capitolo reinsediamento della dichiarazione UE-Turchia ha dato buoni risultati. Alla fine del mese di dicembre più di 11 700 siriani erano stati reinsediati dalla Turchia in 16 Stati membri.

ARRIVI ALLE FRONTIERE MARITTIME DELL’UE

Infografica: La dichiarazione UE-Turchia continua a produrre risultati concreti, garantendo l’efficace gestione dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo orientale. Gli arrivi sono diminuiti del 97 %, passando da 1 700 al giorno prima della dichiarazione a una media di 84 al giorno dalla data di attuazione della dichiarazione (18 marzo 2016). Anche il numero di morti è nettamente diminuito.

Rimpatrio e riammissione

A marzo la Commissione ha sottolineato la necessità di rafforzare l’azione di rimpatrio dell’UE e ha preparato un nuovo piano d’azione sul rimpatrio e una serie di raccomandazioni agli Stati membri su come rendere più efficaci le procedure. È seguita, a settembre, una versione riveduta del manuale sul rimpatrio. Il sostegno agli Stati membri per le operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari è stata una delle priorità della guardia di frontiera e costiera europea, che ha prodotto risultati positivi. Nel 2017 il ritmo di tali operazioni coordinate dall’Agenzia ha continuato a crescere, raggiungendo un totale di 350 operazioni.

Lotta contro il traffico di migranti

L’attuazione del piano d’azione dell’UE contro il traffico di migranti, adottato nel maggio 2015, è proseguita. Il Centro europeo contro il traffico di migranti dell’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto, dalla sua creazione nel 2016, ha fornito un sostegno di base in più di 2 000 casi e un sostegno totale in oltre 90 casi ad alta priorità. Nel 2017 la Commissione ha istituito una rete di punti di contatto nazionali per facilitare la cooperazione strategica tra gli Stati membri e per condividere informazioni e migliori pratiche relative al contrasto del traffico di migranti.

Salvare vite in mare e attuare l’approccio basato sui «punti di crisi»

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è pienamente operativa a giugno 2017. L’Agenzia sostiene gli Stati membri in prima linea con oltre 1 700 persone tra guardie di frontiera e altro personale. È stato costituito un gruppo di esperti e una riserva di attrezzatura di reazione rapida che possono essere mobilitati in caso di necessità di intervento d’emergenza alle frontiere.

ATTUALE DISPIEGAMENTO DELLA GUARDIA DI FRONTIERA E COSTIERA EUROPEA

Infografica: L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è diventata pienamente operativa a giugno 2017. L’Agenzia sostiene gli Stati membri in prima linea con oltre 1 700 persone tra guardie di frontiera e altro personale. La nuova guardia costiera e di frontiera europea ora affianca le guardie di frontiera nazionali nel pattugliamento in Bulgaria, Grecia, Italia, Spagna e nei Balcani occidentali.

Il ruolo e le attività dell’Agenzia sono stati rafforzati e notevolmente ampliati. Il sostegno agli Stati membri nelle operazioni di rimpatrio dei migranti irregolari è divenuto ora una delle sue priorità. L’Agenzia contribuisce anche all’individuazione e alla prevenzione della criminalità transfrontaliera e il rafforzamento della cooperazione con i paesi terzi è divenuto un’altra delle sue priorità. L’importante ora è sfruttare pienamente i mezzi e gli strumenti rafforzati.

«Punti di crisi» e sostegno a Grecia e Italia

L’attuazione dell’approccio basato sui «punti di crisi» (prestazione del sostegno operativo e finanziario dell’UE e delle agenzie dell’UE competenti, come l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera e l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto) è proseguita nel 2017, sia in Grecia sia in Italia. Nel corso dell’anno, la guardia di frontiera e costiera europea ha inviato più di 1 000 funzionari in questi due Stati membri, nell’ambito di varie operazioni. L’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo ha inviato 153 agenti distaccati per sostenere le autorità greche e italiane nelle operazioni di rilevamento delle impronte digitali, di registrazione e di controllo di sicurezza, mentre l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nell’attività di contrasto ne ha inviati 24.

Grazie a questi sforzi, le condizioni di vita nei punti di crisi in Grecia sono migliorate. Nella prima metà dell’anno l’Italia ha tuttavia continuato a sentire la pressione esercitata dagli arrivi di migranti sulle sue coste attraverso il Mediterraneo centrale, a livelli paragonabili a quelli degli anni precedenti. Prevedendo tale situazione la Commissione, in collaborazione con il servizio europeo per l’azione esterna, ha agito rapidamente per affrontarla e in gennaio ha adottato la comunicazione congiunta «La migrazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Gestire i flussi e salvare vite umane».

In luglio, dato un picco stagionale, la Commissione ha presentato un ulteriore piano d’azione a sostegno dell’Italia, che, insieme alla comunicazione di gennaio, si è concentrato su cinque settori chiave: salvare vite umane, lottare contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani in Libia (anche tramite un progetto da 46,3 milioni di euro, cofinanziati dall’UE), intensificare il dialogo con i principali paesi terzi, intensificare le operazioni di rimpatrio, intensificare la solidarietà nell’UE.

Gestione delle frontiere

Schengen

Nell’autunno del 2015, diversi Stati Schengen avevano deciso di ripristinare temporaneamente i controlli ad alcune frontiere interne. Nel maggio 2016, a seguito di una proposta della Commissione, il Consiglio ha raccomandato che Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Norvegia (che erano state particolarmente colpite da movimenti secondari lungo la rotta dei Balcani occidentali) ripristinassero temporaneamente i controlli in determinate parti delle loro frontiere interne. Tale raccomandazione, conforme alle norme Schengen, è stata successivamente prorogata tre volte, l’ultima delle quali a maggio 2017.

La Commissione, in ogni modo, conferma il suo pieno impegno a ripristinare non appena possibile uno spazio senza controlli alle frontiere interne. Nella sua raccomandazione del 12 maggio 2017 relativa a controlli di polizia proporzionati e alla cooperazione di polizia nello spazio Schengen, la Commissione ha invitato gli Stati Schengen a optare in via prioritaria per misure diverse, come ad esempio i controlli di polizia, prima di reintrodurre i controlli temporanei alle frontiere interne.

In settembre la Commissione ha messo in chiaro che i controlli di frontiera effettuati dai cinque Stati Schengen menzionati devono essere aboliti entro la metà di novembre, rammentando al contempo le norme che devono essere rispettate quando gli Stati Schengen ritengono giustificato e necessario reintrodurre temporaneamente i controlli di frontiera. Sei Stati Schengen hanno tuttavia notificato alla Commissione la loro intenzione di mantenere i controlli temporanei alle frontiere interne sulla base di diverse disposizioni del codice frontiere Schengen. Alla fine del 2017 la valutazione di tali notifiche da parte della Commissione era in corso. A settembre la Commissione ha inoltre proposto di aggiornare il codice frontiere Schengen per adattare le norme relative alla reintroduzione dei controlli temporanei alle frontiere interne alle attuali esigenze e rispondere all’evoluzione della situazione e alle persistenti e gravi minacce per l’ordine pubblico o la sicurezza interna, senza negare il fatto che tali controlli devono rimanere una misura eccezionale e limitata nel tempo.

Un migliore controllo delle frontiere esterne dell’UE

In aprile sono entrate in vigore nuove norme per garantire che tutti i viaggiatori che attraversano le frontiere esterne dell’UE siano sottoposti a controlli basati sulle pertinenti banche dati, come il sistema d’informazione Schengen, che ora contiene 70 milioni di segnalazioni e che nel 2016 è stato consultato 4 miliardi di volte. In tal modo si riduce la probabilità che le persone che rappresentano una minaccia per la sicurezza, compresi i cittadini dell’UE che rientrano nell’Unione, superino le frontiere senza essere individuate.

Nel 2016 la Commissione ha proposto di rafforzare l’efficacia del sistema d’informazione Schengen migliorandone la capacità di assistere le autorità di contrasto nella lotta contro il terrorismo, di gestire meglio le frontiere e di garantire un efficace scambio di informazioni tra gli Stati membri. A febbraio 2018 sarà inoltre introdotto un sistema automatizzato di identificazione delle impronte digitali che contribuirà a identificare i criminali e i terroristi che entrano nello spazio Schengen sotto falsa identità. La Commissione ha proposto un sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi che dovrebbe garantire la possibilità di effettuare controlli di sicurezza su tutte le persone che si recano nello spazio Schengen senza obbligo di visto. Il sistema permetterà di individuare le persone che rappresentano un rischio prima che raggiungano le frontiere dell’UE, salvaguardando nel contempo gli spostamenti esenti da visto per la maggior parte dei viaggiatori. In giugno il Consiglio ha adottato la sua posizione sulla proposta. A partire dal 2020, inoltre, un nuovo sistema di ingressi/uscite innoverà la gestione delle frontiere esterne registrando i dati personali dei cittadini di paesi terzi nonché l’ora, la data e il luogo di ingresso e di uscita.

IL SISTEMA EUROPEO DI INFORMAZIONE E AUTORIZZAZIONE AI VIAGGI

Infografica: La Commissione sta lavorando all’istituzione del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi per rafforzare i controlli di sicurezza sui viaggiatori esenti dall’obbligo del visto. Il sistema permetterà di raccogliere informazioni affinché si possano effettuare controlli preventivi riguardanti la migrazione irregolare e la sicurezza. Sarà così possibile identificare le persone che possono rappresentare un rischio in termini di sicurezza o di migrazione irregolare prima che arrivino alle frontiere e sarà possibile anche rafforzare notevolmente la sicurezza delle frontiere esterne.

Aprire nuovi percorsi legali e migliorare quelli esistenti

In settembre sono stati avviati i negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta di revisione della Carta blu, che consentirebbe di migliorare la capacità dell’UE di attirare e trattenere lavoratori di paesi terzi altamente specializzati.

A luglio 2016 la Commissione aveva proposto un quadro dell’UE per il reinsediamento volto a istituire una politica comune europea per il reinsediamento che garantisse alle persone che necessitano di protezione internazionale canali organizzati e sicuri di accesso all’Europa. Il Consiglio ha presentato la sua posizione in novembre 2017 e i negoziati con il Parlamento sono iniziati in dicembre.

Integrazione dei cittadini di paesi terzi

Nel 2017 la Commissione ha attuato diverse azioni comprese nel piano d’azione per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi. Le prime attività di apprendimento reciproco delle nuova rete europea sull’integrazione si sono svolte in Germania e in Svezia.

La Commissione ha inoltre preso varie iniziative nel corso dell’anno per mobilitare i datori di lavoro e altri partner economici e sociali, in particolare con il varo, in maggio, dell’iniziativa «Datori di lavoro uniti per l’integrazione» cui ha fatto seguito, in dicembre, una dichiarazione su un «Partenariato europeo per l’integrazione». Nell’ambito della nuova agenda per le competenze in Europa la Commissione ha sviluppato e avviato uno strumento europeo di determinazione delle competenze per i cittadini di paesi terzi online e multilingue che consente una rapida individuazione e definizione delle competenze e delle qualifiche di richiedenti asilo, di rifugiati e di altri migranti. Queste iniziative dimostrano l’impegno della Commissione, dei datori di lavoro e delle altre parti sociali nel sostenere l’integrazione nel mercato del lavoro dei rifugiati e dei migranti residenti legalmente.

Il programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale e il Fondo sociale europeo hanno continuato a finanziare azioni nel corso di tutto l’anno al fine di agevolare l’integrazione nel mercato del lavoro dei rifugiati e delle loro famiglie. Anche il semestre europeo 2017 si è maggiormente concentrato sui problemi dell’integrazione incontrati da migranti e rifugiati.

Politica in materia di visti

Nel dicembre 2017 i cittadini bulgari e rumeni hanno ottenuto l’esenzione dal visto per il Canada e ora restano solo gli Stati Uniti, unico paese terzo esente da visto, a non accettare la reciprocità dell’esenzione dal visto per tutti i cittadini dell’UE. Come indicato nella sua ultima relazione sulla reciprocità dei visti, nel mese di dicembre, la Commissione continua a impegnarsi con gli Stati Uniti e i cinque Stati membri interessati (Bulgaria, Cipro, Croazia, Polonia e Romania).

Per quanto concerne la liberalizzazione dei visti, in marzo i cittadini georgiani hanno ottenuto l’esenzione dal visto per i viaggi nello spazio Schengen con brevi soggiorni (fino a 90 giorni) e in giugno tale esenzione è entrata in vigore anche per i cittadini ucraini. Il meccanismo di sospensione riveduto è entrato in vigore nel mese di marzo e a dicembre la Commissione ha riferito al riguardo. Benché i requisiti per la liberalizzazione dei visti continuino a essere soddisfatti, la Commissione ha avvertito che i paesi terzi interessati devono continuare a rispettare i parametri di riferimento, come ad esempio il miglioramento della gestione della migrazione irregolare nonché la prevenzione e la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.

IL SISTEMA EUROPEO DI INFORMAZIONE E AUTORIZZAZIONE AI VIAGGI

Infografica: La Commissione sta lavorando all’istituzione del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi per rafforzare i controlli di sicurezza sui viaggiatori esenti dall’obbligo del visto. Il sistema permetterà di raccogliere informazioni affinché si possano effettuare controlli preventivi riguardanti la migrazione irregolare e la sicurezza. Sarà così possibile identificare le persone che possono rappresentare un rischio in termini di sicurezza o di migrazione irregolare prima che arrivino alle frontiere e sarà possibile anche rafforzare notevolmente la sicurezza delle frontiere esterne.

Sostegno finanziario per la gestione efficace della migrazione

I fondi dell’UE destinati agli affari interni sono importanti strumenti strategici per affrontare le attuali sfide poste dalla migrazione. Per questo motivo nel 2017 i livelli di sostegno finanziario sono rimasti elevati. Il Fondo Asilo, migrazione e integrazione, con una dotazione di 1,4 miliardi di euro, e il Fondo Sicurezza interna, con 692 milioni di euro, hanno continuato nel 2017 a sostenere la creazione di capacità fornendo assistenza umanitaria, materiale e sanitaria e aiutando a sviluppare la cooperazione operativa. Ulteriori finanziamenti sono inoltre stati messi a disposizione attraverso i programmi nazionali degli Stati membri (634 milioni di euro a titolo del Fondo Asilo, migrazione e integrazione e 168 milioni di euro a titolo del Fondo Sicurezza interna).

Oltre a ciò, più di 743 milioni di euro sono stati forniti agli Stati membri in prima linea al fine di consentire una risposta rapida a esigenze operative urgenti durante il ciclo di vita di tali fondi. Parallelamente, i fondi fiduciari e altri strumenti di azione esterna dell’UE hanno contribuito ad affrontare importanti sfide nei paesi terzi.

CAPITOLO 9

Un ruolo più incisivo a livello mondiale

«L’Europa deve essere più forte in termini di politica estera. La crisi ucraina e la situazione preoccupante in Medio Oriente dimostrano quanto sia importante che l’Europa sia unita nei confronti del resto del mondo».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

La politica estera e di sicurezza dell’UE è incentrata da un lato sulla promozione in tutto il mondo della pace e della sicurezza, della cooperazione allo sviluppo, dei diritti umani e dello Stato di diritto, e dall’altro sull’intervento nel caso di emergenze umanitarie e climatiche.

A livello internazionale, l’UE si avvale dei suoi strumenti diplomatici, politici, economici, umanitari e di sicurezza per trovare soluzioni pacifiche ai conflitti, in particolare in Libia, Siria e Ucraina.

Nel 2017 l’UE ha continuato a vigilare sull’attuazione dell’accordo sul nucleare iraniano, con progressi in molti settori. L’UE ha inoltre operato per una risposta unitaria alla Corea del Nord.

In seguito alla pubblicazione del documento di riflessione sul futuro della difesa europea e della strategia globale dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, l’UE ha continuato a realizzare notevoli progressi nella politica di sicurezza e di difesa. La Commissione europea ha istituito un Fondo europeo per la difesa che ha lo scopo di promuovere la cooperazione nella ricerca e nello sviluppo o nei prodotti e nelle tecnologie comuni per l’industria della difesa.

Il Fondo, pronto fin d’ora ad investire 90 milioni di euro per la ricerca e 500 milioni di euro per lo sviluppo entro il 2020, è destinato ad ampliare gradualmente le sue attività, fino a erogare dopo questa data 1,5 miliardi di euro l’anno.

Nel mese di dicembre 25 Stati membri hanno deciso di instaurare una cooperazione strutturata permanente, ossia un quadro giuridicamente vincolante per una più stretta collaborazione in materia di sicurezza e di difesa. Questo è stato un traguardo storico per l’Unione europea.

Il sostegno alle Nazioni Unite e agli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 ha costituito una parte importante dell’attività dell’UE nel 2017, con un nuovo consenso europeo in materia di sviluppo. La Commissione ha proposto un nuovo piano europeo per gli investimenti esterni per promuovere gli investimenti in Africa e nel vicinato europeo, rafforzare i partenariati dell’UE e contribuire al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

L’UE ha fornito aiuti umanitari, generi alimentari, alloggi, istruzione e assistenza sanitaria a 120 milioni di persone in 80 paesi, dimostrando la propria solidarietà ai popoli di tutto il mondo.

Vicinato dell’Unione europea

La politica europea di vicinato traduce la volontà dell’UE di operare sulla base degli interessi comuni con i paesi partner a est e a sud, nonché il suo impegno a collaborare in settori prioritari chiave per promuovere la stabilità. Tra questi settori prioritari vanno segnalati la promozione della democrazia, dello Stato di diritto, del rispetto dei diritti umani e della coesione sociale.

Dal 2017 i cittadini di Georgia e Ucraina che si recano nell’UE sono esentati dall’obbligo di ottenere un visto. Sono inoltre entrati in vigore importanti accordi di associazione tra l’UE e la Georgia, la Moldova e l’Ucraina che stimoleranno le riforme e consentiranno di creare zone di libero scambio. L’UE ha nuovamente invitato a cercare una composizione pacifica del conflitto nell’Ucraina orientale tramite la piena attuazione degli accordi di Minsk. Questi accordi sono stati conclusi nel settembre 2014 e nel febbraio 2015 allo scopo di trovare una soluzione politica sostenibile al conflitto nell’Ucraina orientale, che rispetti al tempo stesso l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale del paese. L’UE ha inoltre continuato ad applicare sanzioni nei confronti della Russia per l’annessione illegale della Crimea e di Sebastopoli e per il suo ruolo nella destabilizzazione dell’Ucraina.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, al 19º vertice UE-Ucraina. Kiev, Ucraina, 12 e 13 luglio 2017.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, al 19º vertice UE-Ucraina. Kiev, Ucraina, 12 e 13 luglio 2017.

L’UE ha inoltre sostenuto la Georgia, la Giordania, la Moldova, la Tunisia e l’Ucraina mediante programmi di assistenza macrofinanziaria, integrati dal sostegno finanziario fornito dal Fondo monetario internazionale. L’obiettivo è aiutare i paesi politicamente, economicamente e geograficamente vicini all’UE a superare crisi economiche o finanziarie.

Al quinto vertice del partenariato orientale a novembre è stato ribadito l’impegno chiaro e costante per il partenariato sia da parte dell’UE che dei sei paesi partner Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina. Nella dichiarazione congiunta i partecipanti hanno accolto con favore i «20 obiettivi per il 2020», indicandoli come lo strumento ideale per canalizzare la cooperazione verso risultati tangibili che vadano a beneficio dei cittadini. A margine del vertice è stato firmato il nuovo accordo di partenariato globale e rafforzato con l’Armenia.

Russia

L’UE sta mantenendo misure restrittive nei confronti della Russia per il ruolo svolto nella destabilizzazione dell’Ucraina. Tali misure sono state prorogate nel dicembre 2017 e restano condizionate alla piena attuazione degli accordi di Minsk. Nel frattempo l’UE ha continuato a incentrare il dialogo selettivo con la Russia su aspetti quali la politica estera e le questioni globali, intensificando il suo sostegno alla società civile russa e ai contatti interpersonali tra i cittadini dell’UE e della Russia. La situazione dei diritti umani in Russia e le restrizioni alla società civile sono rimaste un ambito di particolare attenzione per l’UE.

Vicinato meridionale dell’Unione europea

Nel corso dell’anno l’UE ha continuato a negoziare le priorità del partenariato nei settori della cooperazione politica ed economica e ha concluso accordi su tali priorità con l’Algeria e l’Egitto.

L’UE ha fornito quasi 170 milioni di euro per proteggere i migranti, attuare strategie in materia di migrazione e favorire un rimpatrio e un reinserimento efficaci e volontari in Egitto, Libia, Marocco e Tunisia. L’UE ha inoltre intensificato il suo supporto alla Tunisia per sostenerla nella transizione democratica e nella ripresa economica.

In luglio l’UE ha aderito al partenariato per la ricerca e l’innovazione nell’area del Mediterraneo, impegnandosi a investire nei prossimi anni fino a 220 milioni di euro nella cooperazione regionale per migliorare le risorse idriche e i sistemi alimentari. Tali miglioramenti sono necessari perché l’attuale grave scarsità di acqua e la diminuzione delle rese agricole si ripercuotono sulle condizioni socioeconomiche e determinano un’instabilità politica, favorendo di conseguenza la migrazione a breve termine. L’UE ha confermato l’impegno nei confronti della Libia e del suo passaggio alla democrazia e ha appoggiato gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite. Nel mese di aprile una riunione ministeriale sulla cooperazione UE-Libia si è concentrata sui temi dell’istruzione e della sanità.

Nel corso del 2017 l’UE ha continuato a promuovere la cooperazione regionale con i paesi del Mediterraneo meridionale nel quadro dell’Unione per il Mediterraneo, della Lega araba e della Fondazione Anna Lindh.

Balcani occidentali e processo di allargamento

L’UE ha continuato a sostenere i paesi dei Balcani occidentali nel processo di integrazione nell’UE. Il Montenegro e la Serbia hanno proseguito i negoziati di adesione. L’intenso impegno dell’UE e i progressi in materia di riforme e di democrazia in Albania e nell’ex Repubblica jugoslava di Macedonia hanno permesso a questi due paesi di avanzare ulteriormente verso l’integrazione nell’UE. L’UE ha inoltre sostenuto le riforme in Bosnia-Erzegovina e nel Kosovo [questa designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo]. L’UE sta inoltre sostenendo la riconciliazione e contribuendo a ridurre l’attrito tra i paesi della regione.

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione (al centro), e Rakić Goran, sindaco di Mitrovica Nord (a destra), durante la cerimonia di inaugurazione del ponte di Mitrovica, Kosovo, il 4 marzo 2017.

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione (al centro), e Rakić Goran, sindaco di Mitrovica Nord (a destra), durante la cerimonia di inaugurazione del ponte di Mitrovica, Kosovo, il 4 marzo 2017.

Turchia

Nel corso dell’anno le relazioni tra l’Unione europea e la Turchia sono state messe a dura prova dal grave deterioramento dello Stato di diritto e della situazione relativa ai diritti fondamentali in Turchia. L’UE ha precisato di essere disposta a proseguire il dialogo con una Turchia stabile, democratica e inclusiva. La dichiarazione UE-Turchia del 2016 ha continuato a produrre risultati, come dimostrato dalla riduzione significativa degli attraversamenti irregolari nel Mar Egeo e dal minor numero di perdite di vite umane.

Europa occidentale

L’UE ha continuato a mantenere eccellenti relazioni con paesi terzi dell’Europa occidentale, annoverando fra i suoi principali partner commerciali e di investimento la Norvegia e la Svizzera. Le relazioni con i paesi dello Spazio economico europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia) sono migliorate, e sono state perseguite relazioni più strette con il Vaticano per quanto riguarda la politica estera e altro.

America settentrionale e America latina

L’UE ha collaborato attivamente con la nuova amministrazione degli Stati Uniti, anche in occasione di una riunione dei leader tenutasi a Bruxelles nel mese di maggio, durante la prima visita all’estero del presidente Donald Trump. La stretta cooperazione in materia di sicurezza, di politica estera — anche su Corea del Nord, Russia, Siria e Ucraina — e di lotta al terrorismo è rimasta forte e dinamica.

Il 2017 è stato un anno importante per le relazioni tra l’UE e il Canada. Tutti i cittadini dell’UE possono oramai recarsi in Canada senza obbligo di visto, e nel mese di settembre ha preso il via l’applicazione provvisoria di un accordo di libero scambio con il Canada.

In un periodo di cambiamenti in tutta l’America latina, l’UE ha continuato ad operare a favore dell’aggiornamento e del miglioramento delle relazioni con i suoi partner, tra cui Cile, Cuba, Messico, il blocco commerciale del Mercosur e i paesi dei Caraibi. L’UE ha inoltre sviluppato le relazioni con la regione nel suo insieme attraverso la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici su una serie di temi riguardanti la sicurezza, le imprese, le questioni di genere e le relazioni parlamentari. Proseguendo il lavoro svolto in anni di partenariato e di cooperazione, l’UE ha continuato a sostenere la pace in Colombia.

In che modo l’UE promuove la pace in Colombia dopo 52 anni di conflitto?

Cina

Il vertice UE-Cina di giugno, tenutosi a Bruxelles, ha permesso di progredire notevolmente in settori quali le indicazioni geografiche, la cooperazione doganale, gli aiuti di Stato e l’impegno ad attuare l’accordo di Parigi sul clima. Gli scambi sulle questioni di politica estera e regionali si sono intensificati con le consultazioni e le discussioni sull’Africa, l’Asia centrale, l’Afghanistan, la Corea del Nord e la Siria, sulla lotta al terrorismo e sulla difesa. Al centro delle relazioni tra l’UE e la Cina restano le preoccupazioni sollevate in merito alla situazione dei diritti umani.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Li Keqiang, primo ministro della Cina, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, al 19º vertice UE-Cina. Bruxelles, 2 giugno 2017.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, Li Keqiang, primo ministro della Cina, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, al 19º vertice UE-Cina. Bruxelles, 2 giugno 2017.

Asia e Pacifico

Associazione delle nazioni del sud-est asiatico

Nel 2017 si è celebrato il 40º anniversario delle relazioni ufficiali tra l’UE e l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico. I settori di cooperazione per il periodo 2018-2022 sono stati fissati al vertice di Manila, Filippine, svoltosi in agosto e riguardano la sicurezza, il commercio, lo sviluppo sostenibile e i contatti tra i popoli.

Medio Oriente

Iran

Nel corso dell’anno sono stati compiuti notevoli progressi nelle relazioni tra l’UE e l’Iran, in particolare nei settori del commercio e degli investimenti, dell’energia, dell’ambiente, dell’istruzione, della ricerca, della cooperazione nucleare per fini civili, degli aiuti umanitari e dei diritti umani. Tali progressi significativi sono stati possibili in seguito alla revoca delle sanzioni sul nucleare. Con l’Iran è stato inoltre instaurato un dialogo regolare per un impegno costruttivo sulle questioni regionali e per la promozione di strategie di composizione delle crisi nell’area.

Israele, i territori palestinesi occupati e il processo di pace in Medio Oriente

La soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati è sempre più minata dagli sviluppi sul terreno, quali la mancanza di progressi essenziali nella riconciliazione intrapalestinese e una maggiore attività di insediamento da parte del governo di Israele nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est. Nel mese di dicembre il Consiglio europeo ha tuttavia ribadito la posizione dell’UE a favore di una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati. Alla fine dell’anno sono stati compiuti i primi passi verso la riconciliazione intrapalestinese. L’UE ha avviato una revisione delle sue modalità di intervento sul terreno per garantire che portino a un progresso nella situazione e alla realizzazione della soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati.

L’UE e i suoi Stati membri, la Norvegia e la Svizzera hanno concordato una strategia comune europea 2017-2020 per un sostegno finanziario ai palestinesi nel primo programma comune di aiuti nel vicinato meridionale dell’Unione europea.

Siria

La crisi siriana ha continuato a mobilitare l’UE e la comunità internazionale per tutto l’anno. In aprile l’UE è stata tra gli organizzatori della conferenza di Bruxelles «Sostenere il futuro della Siria e della regione». I partecipanti hanno assunto impegni per 5,6 miliardi di euro nel 2017 per la gestione della crisi. L’UE è pronta a sostenere la ricostruzione, ma solo dopo che sarà stata concordata tra le parti una soluzione politica sostenibile e inclusiva per il conflitto in Siria.

LA CRISI SIRIANA

Infografica: La crisi siriana è la più grave catastrofe umanitaria al mondo. Nell’ambito della risposta internazionale alla crisi, l’UE è il maggior donatore con oltre 9,4 miliardi di euro collettivamente stanziati dall’UE e dagli Stati membri per l’assistenza umanitaria e allo sviluppo dall’inizio del conflitto. Dal 2011 il sostegno della Commissione europea in risposta alla crisi siriana ha superato i 3,9 miliardi di euro, compresi l’immediata assistenza umanitaria e gli aiuti non umanitari, per far fronte a esigenze immediate e a medio termine.

Relazioni UE-Africa

L’UE è il più importante partner commerciale e d’investimento dell’Africa, nonché la sua principale fonte di aiuti. È il maggiore fornitore di aiuti pubblici allo sviluppo e di aiuti umanitari del continente. Al quinto vertice Unione africana-Unione europea svoltosi in novembre ad Abidjan, Costa d’Avorio, si è discusso di come investire in una popolazione africana sempre più giovane. L’UE guarda inoltre con interesse alla collaborazione con il continente africano nel quadro del futuro accordo post-Cotonou.

Migrazione: la dimensione umana orienta l’approccio dell’UE

La migrazione ha continuato a rappresentare una delle priorità dell’UE nel corso dell’anno, con un forte accento sulla dimensione umana. Il numero delle persone che hanno attraversato il Mediterraneo e il deserto del Sahara durante l’anno è notevolmente diminuito, grazie a una maggiore collaborazione e al migliore coordinamento dell’UE con i paesi africani partner, con le organizzazioni internazionali e con gli Stati membri. La missione navale dell’UE (l’operazione «Sophia») ha continuato a contrastare le attività di traffico dei migranti e a formare la guardia costiera libica. Il Fondo fiduciario di emergenza dell’UE per l’Africa ha già mobilitato circa 3,2 miliardi di euro per creare occupazione, migliorare le competenze, rafforzare la gestione della migrazione e promuovere condizioni di sicurezza, affinché i paesi possano consolidare le loro economie e creare altre opportunità che permettano di ridurre il desiderio di migrare.

Dal varo del quadro di partenariato in materia di migrazione sono stati conseguiti alcuni risultati tangibili nei cinque paesi prioritari dell’Africa subsahariana (Etiopia, Mali, Niger, Nigeria e Senegal). Gran parte di questo lavoro viene descritta nella relazione sullo stato di avanzamento, presentata nel 2017 dall’alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione Federica Mogherini.

Sviluppo sostenibile

L’UE è il maggiore donatore mondiale di aiuti allo sviluppo e di aiuti umanitari. Con questi aiuti l’UE non fa beneficenza, ma investe concretamente nei popoli. L’aiuto pubblico allo sviluppo della sola Commissione a favore dell’Africa per il periodo 2014-2020 ammonta a 31 miliardi di euro.

L’UE ha continuato a mostrare impegno e leadership nell’attuazione dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, con la firma di un nuovo consenso europeo in materia di sviluppo. Un ulteriore incentivo all’impegno già profuso nella realizzazione pratica di questo nuovo approccio è venuto dal varo di un nuovo piano europeo per gli investimenti esterni, che mira a generare investimenti aggiuntivi fino a 44 miliardi di euro in Africa e nel vicinato europeo.

Il piano per gli investimenti esterni: un nuovo modo di sostenere i paesi africani e del vicinato

Il piano per gli investimenti esterni, un approccio innovativo all’assistenza allo sviluppo fornita dall’UE, è stato istituito nel 2017. Il suo elemento principale, il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile, è stato costituito il 28 settembre.

Il commissario Neven Mimica visita il Nafasi Art Space e conversa con i giovani a Dar es Salaam, Tanzania, il 3 novembre 2017.

Il commissario Neven Mimica visita il Nafasi Art Space a Dar es Salaam, Tanzania, il 3 novembre 2017.

Il piano promuoverà gli investimenti nei paesi partner dell’UE in Africa e nella regione del vicinato. Favorirà la crescita inclusiva, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo sostenibile, e di conseguenza affronterà anche alcune delle cause più profonde della migrazione irregolare. Con un contributo di 4,1 miliardi di euro dal bilancio dell’UE e dal Fondo europeo di sviluppo, il piano dovrebbe mobilitare più di 44 miliardi di euro di investimenti entro il 2020. La Commissione ha invitato anche gli Stati membri e gli altri partner a contribuire.

Nel 2017 l’UE ha inoltre avviato, in partenariato con le Nazioni Unite, un’iniziativa del valore di 500 milioni di euro per eliminare ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze in tutto il mondo.

È stato proposto dalla Commissione il mandato all’UE per l’avvio di negoziati formali su un nuovo partenariato con i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico dopo il 2020.

La politica dell’UE di aiuti al commercio, risalente al 2007, è stata rivista per adottare un approccio più ampio al commercio per lo sviluppo sostenibile e aumentare ulteriormente l’impatto delle relazioni economiche con i paesi partner sullo sviluppo.

L’UE e le Nazioni Unite lanciano l’Iniziativa Spotlight per eliminare la violenza contro le donne.

L’UE come difensore dei diritti umani

Nel corso dell’anno l’UE ha ribadito il suo ruolo di primo piano come difensore dei diritti umani sulla scena internazionale. A giugno l’UE ha pubblicato una revisione intermedia del piano d’azione dell’UE per i diritti umani e la democrazia (2015-2019). La revisione intermedia individua i settori in cui l’UE dovrebbe attivarsi ulteriormente a favore dei diritti umani nei paesi terzi per il restante periodo di attuazione dell’attuale piano d’azione.

In linea con le priorità della strategia globale dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, l’UE ha dato il suo più ampio appoggio a un ambiente favorevole alle organizzazioni non governative e ai difensori dei diritti umani, attraverso i dialoghi specifici e il sostegno finanziario e nelle sedi multilaterali. Per tutto l’anno si è assistito nel mondo ad azioni repressive nei confronti della società civile. L’UE è rimasta fermamente contraria a qualsiasi limitazione ingiustificata del diritto alla libertà di associazione e di riunione pacifica.

Promuovere la democrazia: le missioni di osservazione elettorale dell’UE.

Sicurezza e difesa

Nel 2017 L’UE si è attivata con rapidità per l’attuazione della strategia globale in materia di sicurezza e difesa ed è stato istituito il primo centro di comando unico per le missioni militari consultive e di formazione dell’UE. È stato aperto un centro europeo di eccellenza incaricato di migliorare l’analisi e la capacità di gestione delle minacce ibride (a seguito della comunicazione congiunta della Commissione e dell’alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 2016 sul contrasto alle minacce ibride). È stata inoltre rafforzata la cooperazione con la NATO.

INVESTIRE NELLA RICERCA E NELLO SVILUPPO DI TECNOLOGIE E PRODOTTI PER L’INDUSTRIA DELLA DIFESA

Infografica: Il Fondo europeo per la difesa promuove la cooperazione e il risparmio tra gli Stati membri al fine di produrre tecnologia e attrezzature d’avanguardia per la difesa. Grazie al Fondo, l’UE diventerà uno dei maggiori investitori in Europa per la ricerca nel settore della difesa e promuoverà lo sviluppo di tecnologie di punta, pienamente interoperabili, e l’incremento dei livelli di attrezzatura.

FONDO EUROPEO PER LA DIFESA

Infografica: Le minacce nel campo della sicurezza e della difesa non conoscono confini nazionali: vanno quindi affrontate mediante la collaborazione. Un ambizioso Fondo europeo per la difesa promuoverà la cooperazione e il risparmio tra gli Stati membri al fine di produrre tecnologia e attrezzature d’avanguardia per la difesa. Il Fondo contribuirà a creare un’Unione europea che sostiene e protegge i suoi cittadini.

In giugno la Commissione ha varato un Fondo europeo per la difesa che entro il 2020 investirà 90 milioni di euro nella ricerca e 500 milioni nello sviluppo di prodotti e tecnologie per l’industria della difesa. Tramite questo Fondo il bilancio dell’UE sarà per la prima volta utilizzato per finanziare progetti nel settore della difesa. Verrà così ridotto il rischio di duplicazioni, mentre la spesa dei governi nazionali sarà ottimizzata grazie alla cooperazione nel campo della ricerca e dello sviluppo e alle acquisizioni in comune.

COOPERAZIONE STRUTTURATA PERMANENTE

Infografica: La cooperazione strutturata permanente nel settore della sicurezza e della difesa mira a rafforzare il coordinamento e ad aumentare gli investimenti nel settore della difesa e della cooperazione sviluppando le capacità di difesa degli Stati membri dell’UE. Si tratta di un’integrazione strutturale perseguita da 25 delle 28 forze armate nazionali dell’Unione europea, in base all’articolo 42, paragrafo 6, e al protocollo n. 10 del trattato sull’Unione europea e integrata nella politica di sicurezza e di difesa comune.

Sono stati pubblicati primi inviti a presentare proposte per progetti di ricerca e prima della fine del 2017 sono stati annunciati i primi progetti di ricerca che saranno interamente finanziati nell’ambito dei sistemi senza equipaggio e dei sistemi per il soldato. La Commissione ha inoltre proposto un programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa, con una dotazione di 500 milioni di euro a titolo del bilancio dell’UE, per cofinanziare prodotti e tecnologie per l’industria della difesa che si trovano ancora in fase di sviluppo, come i prototipi.

In dicembre, a soli sei mesi dalla proposta della Commissione, il Consiglio dell’Unione europea ha approvato un orientamento generale. I lavori proseguono presso il Parlamento europeo e il Fondo europeo per la difesa dovrebbe essere pienamente operativo per il finanziamento dei primi progetti a partire dal 2019.

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione, visita la base aerea di Saragozza, Spagna, l’8 giugno 2017.

Federica Mogherini, alta rappresentante/vicepresidente della Commissione, visita la base aerea di Saragozza, Spagna, l’8 giugno 2017.

Riconoscendo l’esigenza di rafforzare il coordinamento e la cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa, in dicembre i leader di 25 Stati membri hanno avviato la cooperazione strutturata permanente in materia di difesa. Nell’ambito della cooperazione gli Stati membri che lo desiderino, disposti e in grado di sviluppare congiuntamente capacità di difesa, potranno investire in progetti condivisi e accrescere la prontezza e il contributo operativi delle loro forze armate. Tali Stati membri hanno approvato 17 progetti collaborativi, che comprendono squadre di intervento rapido e assistenza reciproca nel campo della cibersicurezza; soccorso militare in caso di catastrofe; miglioramento della sicurezza marittima; istituzione di un comando medico europeo; istituzione di un centro di competenza per le missioni di formazione dell’UE.

Gli Stati membri condividono inoltre per la prima volta i loro piani di spesa per la difesa tramite la revisione coordinata annuale sulla difesa per individuare meglio le lacune, restare più coerenti e beneficiare di economie di scala.

Risposta alle crisi umanitarie e alle situazioni di emergenza

Nel 2017 l’UE ha stanziato più di 1,8 miliardi di euro per gli aiuti umanitari e la protezione civile. Sono stati forniti aiuti di emergenza in generi alimentari, alloggi, istruzione, protezione e assistenza sanitaria a oltre 120 milioni di persone in stato di necessità in oltre 80 paesi. L’UE ha finanziato aiuti umanitari in tutte le principali zone di conflitto del mondo, dall’Iraq alla Siria all’Afghanistan, alla Repubblica centrafricana, al Sud Sudan e allo Yemen.

Nel corso dell’anno più di 65,6 milioni di persone nel mondo sono state costrette a sfollare a causa di conflitti e guerre. Circa il 90 % della dotazione annuale dell’UE per gli aiuti umanitari è stato assegnato a progetti di assistenza ai rifugiati in 56 paesi. L’UE ha inoltre intensificato la lotta contro la fame e la carestia, che mietono milioni di vittime in Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen, stanziando 326 milioni di euro a favore di tali paesi nel 2017.

Il commissario Christos Stylianides con alcuni profughi sud-sudanesi a Imvepi, Uganda, il 22 giugno 2017.

Il commissario Christos Stylianides con alcuni profughi sud-sudanesi a Imvepi, Uganda, il 22 giugno 2017.

L’UE ha fornito assistenza a rifugiati e migranti in Grecia con contributi in denaro e mettendo a disposizione alloggi in affitto tramite il programma di sostegno di emergenza per l’alloggio e l’integrazione. La rete di sicurezza sociale di emergenza, il più vasto programma umanitario mai realizzato dall’UE, ha aiutato più di 1,1 milioni di rifugiati tra i più vulnerabili in Turchia a soddisfare i bisogni fondamentali fornendo carte di debito prepagate.

L’AIUTO UMANITARIO DELL’UE NEL 2017

Infografica: Il bilancio iniziale dell’UE per la protezione civile e le operazioni di aiuto umanitario europee, stanziato nel quadro finanziario pluriennale dell’UE per il periodo 2014-2020, ammonta a circa un miliardo di euro all’anno (per l’intero ciclo di sette anni del quadro finanziario pluriennale è stato approvato un importo totale di 7,1 miliardi di euro). Oltre alle attività essenziali di aiuto umanitario e protezione civile, nel bilancio 2017 era incluso il sostegno per l’iniziativa «EU Aid Volunteers» e lo strumento di sostegno di emergenza per le operazioni all’interno dell’UE.

Nel 2017 l’UE ha stanziato più del 6 % della sua dotazione di bilancio per gli aiuti umanitari a programmi di istruzione destinati a bambini in situazioni di emergenza umanitaria, rispetto all’1 % nel 2015.

Attraverso il suo meccanismo di protezione civile, l’UE fornisce e coordina gli aiuti di emergenza nelle aree colpite da calamità naturali in Europa e nel mondo. Il meccanismo è stato attivato 32 volte nel corso dell’anno, anche a seguito di incendi boschivi in Europa, alluvioni in Perù e uragani nei Caraibi.

Cooperazione multilaterale

L’UE e l’ONU: lavorare insieme per migliorare la vita delle persone.

Nel corso dell’anno l’UE ha operato in stretta collaborazione con le Nazioni Unite e ha sostenuto le tre priorità del nuovo segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres: prevenzione dei conflitti, sviluppo sostenibile e riforma delle Nazioni Unite. Collettivamente, l’UE e i suoi Stati membri sono i maggiori contribuenti finanziari al sistema delle Nazioni Unite. In linea con la sua strategia globale, l’UE ha promosso il consolidamento della governance globale, la prevenzione dei conflitti, la pace e l’attuazione dei principali accordi in materia di cambiamenti climatici e di sviluppo sostenibile.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, saluta António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza di Monaco, Germania, il 18 febbraio 2017.

Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione, saluta António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, al Consiglio di sicurezza tenuto a Monaco, Germania, il 18 febbraio 2017.

Nel 2017 è stata rafforzata la cooperazione tra l’UE e la NATO sulla base della dichiarazione di Varsavia del 2016 relativa alla cooperazione reciproca per far fronte alle minacce comuni. La cooperazione UE-NATO costituisce uno dei pilastri delle attività svolte dall’UE per rafforzare la politica europea di sicurezza e di difesa nel quadro della sua strategia globale. Nell’autunno si sono tenute per la prima volta esercitazioni parallele e coordinate.

CAPITOLO 10

Un’Unione di cambiamento democratico

«La Commissione da me guidata si impegnerà a dare nuova vita allo speciale partenariato con il Parlamento europeo (…). Mi impegno inoltre a migliorare la trasparenza nei contatti con i portatori d’interessi e i lobbisti».

Jean-Claude Juncker, Orientamenti politici, 15 luglio 2014

Nel 2017 si è celebrato il 60º anniversario dei trattati istitutivi dell’Unione europea. È stata un’occasione importante per riconoscere i risultati conseguiti in passato e celebrare i valori che oggi continuano a unire gli europei. È stata inoltre un’opportunità per esaminare i settori da migliorare ulteriormente e le sfide da affrontare all’inizio di un nuovo capitolo della storia dell’UE.

Per avviare il dibattito sulle prospettive future, in marzo la Commissione europea ha pubblicato un libro bianco sul futuro dell’Europa, che presenta le principali sfide e opportunità previste per i prossimi dieci anni, unitamente a cinque ipotesi di sviluppo dell’UE fino al 2025. Successivamente al libro bianco sono stati pubblicati documenti di riflessione sulle questioni che rivestiranno maggiore importanza per il futuro dell’UE e sono stati avviati dibattiti in oltre 2 000 eventi pubblici in Europa.

Nel discorso sullo stato dell’Unione di settembre Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ha presentato le sue riflessioni su un anno di rinnovato ottimismo e ambizione per il progetto europeo grazie a una forte leadership politica da parte delle istituzioni dell’UE e degli Stati membri. Il presidente ha illustrato la sua visione di un’Unione più salda, più forte e più democratica. Ha inoltre presentato una tabella di marcia con le azioni chiave necessarie per completare i lavori sulle dieci priorità politiche della Commissione entro la fine del suo mandato, e una serie di iniziative orientate al futuro. Un vertice speciale dei leader dell’UE a 27 sulla via da seguire per l’Unione europea si terrà nella città rumena di Sibiu il 9 maggio 2019.

La Commissione ha continuato a dedicarsi al miglioramento della qualità nell’attività politica e legislativa dell’UE, al fine di garantire che la legislazione serva meglio gli interessi dei cittadini.

Realizzare un programma positivo per l’Europa

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, pronuncia il suo discorso sullo stato dell’Unione per il 2016 al Parlamento europeo. Strasburgo, Francia, 13 settembre 2017.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, pronuncia il suo discorso sullo stato dell’Unione per il 2016 al Parlamento europeo. Strasburgo, Francia, 13 settembre 2017.

Nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 2016 il presidente Juncker ha presentato un programma positivo per «Un’Europa che protegge, dà forza e difende», accolto con favore dal Parlamento europeo e dai leader dell’UE a 27 al vertice di Bratislava, Slovacchia, nel settembre 2016.

I lavori sul programma positivo sono proseguiti nel 2017 con la pubblicazione, il 1º marzo, di un libro bianco sul futuro dell’Europa, che illustra la visione della Commissione per il futuro dell’UE con 27 Stati membri. Il libro bianco descrive le principali sfide e opportunità per l’Unione europea nel prossimo decennio e presenta cinque ipotesi di sviluppo dell’UE fino al 2025, a seconda della risposta che deciderà di fornire. Successivamente sono stati pubblicati cinque documenti di riflessione per avviare il dibattito sulle questioni che più incidono sul futuro dell’Europa:

Il 25 marzo i leader dell’UE a 27 si sono riuniti a Roma per celebrare il 60º anniversario dei trattati di Roma, che hanno fondato la Comunità economica europea, il precursore dell’Unione europea odierna, e per rinnovare l’impegno nei confronti dell’Unione. Nella dichiarazione di Roma adottata al termine delle celebrazioni, i leader hanno definito una visione comune per «rendere l’Unione europea più forte e più resiliente, attraverso un’unità ancora maggiore».

La Commissione ha pubblicato un libro bianco sul futuro dell’Europa il 1º marzo 2017.

La Commissione ha pubblicato un libro bianco sul futuro dell’Europa il 1º marzo 2017.

Adesso si presenta l’opportunità di avviare una riforma di ampio respiro dell’Unione europea. La Commissione europea, in collaborazione con il Parlamento europeo e gli Stati membri, ha avviato una serie di dibattiti sul futuro dell’Europa in tutta l’UE. Il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato europeo delle regioni sono stati attivamente coinvolti nell’organizzazione di dibattiti nazionali e regionali negli Stati membri. I dibattiti proseguiranno nei parlamenti, nelle città e nelle regioni, fino al vertice speciale dei leader dell’UE a 27 il 9 maggio 2019 a Sibiu, in Romania.

Il commissario Günther Oettinger presenta la relazione finale sulle norme semplificate per i fondi dell’UE nell’ambito del prossimo quadro di bilancio dopo il 2020 a una conferenza stampa. Bruxelles, 11 luglio 2017.

Il commissario Günther Oettinger presenta la relazione finale sulle norme semplificate per i fondi dell’UE nell’ambito del prossimo quadro di bilancio dopo il 2020 a una conferenza stampa. Bruxelles, 11 luglio 2017.

Una tabella di marcia per un’Unione più unita, più forte e più democratica

Nel discorso sullo stato dell’Unione del settembre 2017 il presidente Juncker ha presentato la sua visione dei possibili sviluppi dell’UE fino al 2025. Per orientare il programma di riforme delineato nel suo discorso, il presidente ha proposto una tabella di marcia per un’Unione più unita, più forte e più democratica. La Commissione ha adottato una serie di iniziative concrete in materia di commercio, controllo degli investimenti, cibersicurezza, industria, dati e democrazia. Il presidente Juncker e il primo vicepresidente della Commissione Frans Timmermans hanno inoltre proposto nuove norme in materia di finanziamento dei partiti politici e delle fondazioni politiche, per garantire che i finanziamenti rispecchino meglio le scelte democratiche dei cittadini alle elezioni del Parlamento europeo aumentando la trasparenza, migliorando la legittimità democratica e rafforzando l’applicazione delle leggi.

Nel clima attuale di rinnovato ottimismo e ambizione, la tabella di marcia illustra le azioni da completare entro la fine del mandato quinquennale della Commissione, unitamente ad iniziative di più lungo respiro che contribuiranno a modellare l’UE fino al 2025. Fra gli elementi cruciali figurano una strategia di allargamento credibile per i primi paesi candidati all’adesione nei Balcani occidentali; un futuro bilancio dell’Unione atto a sostenere l’ambizione dell’UE e a garantire che possa mantenere le sue promesse; una proposta relativa a un ministro europeo dell’economia e delle finanze.

Al fine di completare i lavori sulle dieci priorità politiche del presidente Juncker e contribuire a plasmare il futuro dell’UE la Commissione ha definito le principali iniziative per il prossimo anno nel suo programma di lavoro per il 2018. Il programma è stato elaborato in consultazione con il Parlamento e il Consiglio dell’Unione europea nel contesto dell’accordo interistituzionale «Legiferare meglio». I leader dell’UE hanno inoltre approvato la nuova agenda dei leader, che dovrebbe guidare i lavori del Consiglio europeo fino al termine dell’attuale ciclo legislativo nel 2019.

Il programma di lavoro della Commissione comprende proposte concrete per realizzare il piano d’azione per l’economia circolare, al fine di promuovere l’occupazione e la crescita, e per completare il mercato unico digitale, l’unione dell’energia, l’unione dei mercati dei capitali, l’unione economica e monetaria, l’unione bancaria e l’unione della sicurezza.

Su una serie di azioni relative alla tabella di marcia erano stati compiuti progressi prima della fine dell’anno. In settembre, al vertice di Tallinn sul digitale in Estonia, gli Stati membri hanno deciso di completare il mercato unico digitale entro il 2018. In novembre, al vertice di Göteborg in Svezia è stato concordato il pilastro europeo dei diritti sociali, che sostiene mercati del lavoro e sistemi di previdenza sociale equi e ben funzionanti. In dicembre la Commissione ha stabilito una tabella di marcia per l’approfondimento dell’unione economica e monetaria dell’Europa, con interventi concreti da realizzare nel corso dei 18 mesi successivi, e una tabella di marcia politica per concordare un pacchetto globale in materia di migrazione entro giugno 2018. Al vertice One Planet, svoltosi in dicembre a Parigi, in Francia, in occasione del secondo anniversario dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, l’UE ha adottato provvedimenti in materia di finanziamenti per il clima.

Il Parlamento europeo

Il 17 gennaio 2017 Antonio Tajani è stato eletto nuovo presidente del Parlamento europeo. Nel corso dell’anno il Parlamento ha affrontato una vasta gamma di questioni politiche, tra cui: la proroga e l’aumento del Fondo europeo per gli investimenti strategici; i requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi; il controllo delle armi da fuoco e l’azione contro il terrorismo; la riforma dei sistemi di asilo e di migrazione legale; il sistema di ingressi/uscite alle frontiere intelligenti; la riforma del diritto d’autore e del mercato delle telecomunicazioni; il divieto dei blocchi geografici; la riforma del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE e l’elaborazione di norme in materia di efficienza energetica; il mercato dell’energia elettrica.

Antonio Tajani, eletto presidente del Parlamento europeo il 17 gennaio 2017, succede a Martin Schulz.

Antonio Tajani, eletto presidente del Parlamento europeo il 17 gennaio 2017, succede a Martin Schulz.

I rappresentanti dell’opposizione democratica del Venezuela ricevono il premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero nel corso di una cerimonia a Strasburgo, Francia, il 13 dicembre 2017.

I rappresentanti dell’opposizione democratica del Venezuela ricevono il premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero nel corso di una cerimonia a Strasburgo, Francia, il 13 dicembre 2017.

Il servizio di ricerca del Parlamento europeo pubblica regolarmente una relazione sullo stato di avanzamento delle dieci priorità della Commissione Juncker.

Il servizio di ricerca del Parlamento europeo pubblica regolarmente una relazione sullo stato di avanzamento delle dieci priorità della Commissione Juncker.

Fra gli ospiti di alto profilo che sono intervenuti al Parlamento nel 2017 ricordiamo António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, nonché Alexander Van der Bellen, presidente dell’Austria, e Frank-Walter Steinmeier, presidente della Repubblica federale di Germania, che hanno entrambi scelto il Parlamento europeo per una delle loro prime visite ufficiali. Anche Justin Trudeau, primo ministro del Canada, è intervenuto al Parlamento, così come Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione africana.

Il Consiglio europeo

Donald Tusk è stato rieletto presidente del Consiglio europeo per il periodo compreso tra il 1º giugno 2017 e il 30 novembre 2019.

Il 9 marzo 2017 il Consiglio europeo ha rieletto come presidente Donald Tusk per un secondo mandato di due anni e mezzo, dal 1º giugno 2017 al 30 novembre 2019.

Il 9 marzo 2017 il Consiglio europeo ha rieletto come presidente Donald Tusk per un secondo mandato di due anni e mezzo, dal 1º giugno 2017 al 30 novembre 2019.

In febbraio il Consiglio europeo ha tenuto una riunione informale a La Valletta, Malta, per discutere degli aspetti esterni della migrazione e della rotta del Mediterraneo centrale. Il Consiglio europeo di primavera si è concentrato sull’economia, in particolare sul mercato unico e sul commercio.

Il 29 marzo il Regno Unito ha notificato formalmente, ai sensi dell’articolo 50 del trattato sull’Unione europea, la sua intenzione di uscire dall’Unione europea e dalla Comunità europea dell’energia atomica. Un mese più tardi, a una riunione straordinaria, il Consiglio europeo, nella composizione comprendente gli altri 27 Stati membri, ha approvato gli orientamenti politici che definiscono l’approccio dell’UE per i negoziati sulla Brexit. Gli orientamenti stabiliscono l’obiettivo di concordare le modalità di un «recesso ordinato» del Regno Unito in una prima fase dei negoziati, prima che sia stabilita, in una seconda fase, un’intesa comune in merito al quadro per le relazioni future. In maggio il Consiglio «Affari generali» ha adottato una decisione che traduce tali orientamenti in direttive negoziali dettagliate e che autorizza la Commissione ad agire in qualità di negoziatore dell’UE con il Regno Unito. I negoziati sono iniziati in giugno sotto la direzione del capo negoziatore Michel Barnier, che guida la task force della Commissione per i negoziati a norma dell’articolo 50 con il Regno Unito.

In giugno è stato ribadito l’impegno a rafforzare la cooperazione a livello di UE in materia di sicurezza e di difesa e i leader hanno convenuto sulla necessità di avviare una cooperazione strutturata permanente inclusiva e ambiziosa.

Nel mese di ottobre il Consiglio europeo ha tenuto la sua riunione ordinaria per discutere di migrazione, economia digitale, sicurezza e difesa, relazioni esterne. I leader dell’UE hanno inoltre esaminato i progressi compiuti nella realizzazione dell’agenda di Bratislava e hanno approvato la nuova agenda dei leader, che dovrebbe guidare i lavori del Consiglio europeo fino al termine dell’attuale ciclo legislativo nel 2019. Il Consiglio europeo di ottobre, riunito nella composizione comprendente 27 Stati membri, ha inoltre passato in rassegna i negoziati sul recesso del Regno Unito, concludendo che i progressi ottenuti non erano ancora sufficienti. Il Consiglio europeo ha invitato i 27 Stati membri, insieme al negoziatore dell’UE, ad avviare discussioni preparatorie interne su eventuali disposizioni transitorie e sul quadro delle future relazioni con il Regno Unito.

Un’altra riunione informale dei capi di Stato o di governo si è svolta in novembre a Göteborg, Svezia, per discutere di istruzione e cultura. Prima della riunione la Commissione ha presentato la comunicazione «Rafforzare l’identità europea grazie all’istruzione e alla cultura», in cui propone una visione per la creazione di uno spazio europeo dell’istruzione. Questo vertice sociale, il primo in vent’anni, ha fornito ai leader dell’UE l’occasione per ribadire la volontà di rafforzare la dimensione sociale dell’UE e per discutere del futuro dell’istruzione e della cultura. Durante il vertice il Parlamento, il Consiglio e la Commissione hanno proclamato e firmato il pilastro europeo dei diritti sociali, che mira a rafforzare le norme e le leggi che definiscono la politica sociale dell’UE, a garantire diritti più efficaci per i cittadini e a sostenere l’equità e il corretto funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi previdenziali.

Nel corso dell’ultima riunione del 2017, nel mese di dicembre, il Consiglio europeo è tornato alle questioni di difesa, agenda sociale, istruzione e cultura. Il Consiglio ha accolto con favore l’avvio della cooperazione strutturata permanente e ha individuato priorità per valorizzare i risultati del vertice sociale di Göteborg. Nell’ambito dell’agenda dei leader, i capi di Stato o di governo hanno discusso le dimensioni esterna e interna della migrazione. Nel corso di un vertice euro in formato inclusivo a 27 Stati membri, i leader hanno discusso anche di questioni relative all’unione economica e monetaria e all’unione bancaria. Il Consiglio europeo si è riunito in questa composizione anche per adottare orientamenti che hanno confermato la valutazione della Commissione secondo la quale nella prima fase dei negoziati sul recesso del Regno Unito erano stati compiuti progressi sufficienti per avviare la seconda fase riguardante le disposizioni transitorie e le relazioni future.

Il Consiglio dell’Unione europea

Malta e l’Estonia hanno detenuto la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea per la prima volta. Durante la prima metà dell’anno Malta si è dedicata alla migrazione, alla sicurezza, all’inclusione sociale, al mercato unico e alle politiche europee di vicinato e marittima. Nella seconda metà dell’anno, l’Estonia ha prestato particolare attenzione all’Europa digitale e all’innovazione.

Il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato europeo delle regioni

Georges Dassis, presidente del Comitato economico e sociale europeo, in occasione del forum dei portatori d’interesse del corpo europeo di solidarietà. Bruxelles, 12 aprile 2017.

Georges Dassis, presidente del Comitato economico e sociale europeo, in occasione del forum dei portatori d’interesse del corpo europeo di solidarietà. Bruxelles, 12 aprile 2017.

Nel 2017 il Comitato economico e sociale europeo ha partecipato attivamente al dibattito sul futuro dell’Europa, adottando una risoluzione sul libro bianco della Commissione e organizzando dibattiti nazionali negli Stati membri. In giugno il Comitato ha altresì organizzato l’edizione annuale delle Giornate della società civile, impegnandosi a fornire un forte contributo della società civile alla riflessione sul futuro dell’Europa.

Karl-Heinz Lambertz, presidente del Comitato europeo delle regioni, al momento della firma della dichiarazione congiunta che proclama il 21 maggio giornata europea Natura 2000. Bruxelles, 15 maggio 2017.

Karl-Heinz Lambertz, presidente del Comitato europeo delle regioni, al momento della firma della dichiarazione congiunta che proclama il 21 maggio giornata europea Natura 2000. Bruxelles, 15 maggio 2017.

Nel luglio 2017 Karl-Heinz Lambertz è stato eletto presidente del Comitato europeo delle regioni. Durante l’anno il Comitato ha organizzato una serie di eventi pubblici di dialogo con i cittadini sul futuro dell’Europa, culminati in ottobre in 29 eventi che si sono svolti in tutti gli Stati membri durante la Settimana europea delle regioni e delle città. Il Comitato ha anche ospitato l’ottava conferenza europea sulla comunicazione pubblica, destinata a migliorare la comunicazione dei governi con i cittadini e a sensibilizzare in merito alle politiche dell’UE.

Completare il programma «Legiferare meglio»

Fin dall’insediamento, nel 2014, la Commissione Juncker ha deciso di concentrarsi su questioni per le quali la soluzione a livello di UE rappresenta l’opzione migliore e le soluzioni nazionali o locali non sono efficaci. Ciò ha comportato una riduzione del numero di iniziative nei programmi di lavoro annuali di oltre l’80 % rispetto alle precedenti Commissioni. Per conseguire risultati migliori e rispondere meglio alle esigenze dei cittadini, la Commissione ha reso più trasparente l’elaborazione delle politiche e della legislazione e sta prestando maggiore attenzione ai cittadini, grazie a consultazioni pubbliche e strumenti di feedback utilizzati in ciascuna fase del processo legislativo e di definizione delle politiche.

Il programma «Legiferare meglio» mira a definire e valutare le politiche e la legislazione dell’UE in modo trasparente, basandosi su elementi di prova e sulle opinioni dei cittadini e dei portatori d’interesse.

Lo spirito del programma è presente in tutte le attività della Commissione e garantisce che l’UE faccia solo ciò che è necessario e lo faccia bene. Oltre a limitare il numero di iniziative prioritarie ogni anno, legiferare meglio significa prestare costantemente attenzione all’attuale corpus del diritto dell’UE, garantirne l’idoneità allo scopo e procedere a revisioni, abrogazioni e semplificazioni ove necessario. Tutti possono contribuire a questo processo condividendo le loro opinioni su come migliorare la legislazione dell’UE in vigore tramite uno strumento online.

Il programma di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione mira a individuare le possibilità di semplificare la legislazione e ridurre le spese inutili. Ogni volta che la Commissione propone di rivedere la legislazione in vigore, essa verifica se sia possibile semplificarla e sopprimere gli eventuali costi superflui. I risultati nell’ambito di ciascuna delle dieci priorità politiche della Commissione Juncker possono essere monitorati attraverso il quadro di valutazione REFIT, che illustra anche in che modo la Commissione ha tenuto conto delle raccomandazioni degli esperti e dei portatori di interesse. A tutt’oggi sono stati adottati 69 pareri, basati su oltre 280 suggerimenti del pubblico su come rendere la normativa UE più efficace ed efficiente.

Il comitato per il controllo normativo è un organismo indipendente effettua il controllo di qualità per la valutazione d’impatto e le altre attività di valutazione. Nel 2017 il comitato ha proseguito il suo lavoro potenziando il monitoraggio, la quantificazione e l'orientamento nelle fasi iniziali e ha svolto attività periodiche di sensibilizzazione con altre istituzioni e organi di controllo normativo.

Il programma di lavoro della Commissione per il 2018 era accompagnato dalla comunicazione «Completare il programma “Legiferare meglio”: soluzioni migliori per conseguire risultati migliori», che fa il punto sui progressi realizzati finora e stabilisce ulteriori misure che la Commissione intende adottare. Un più ampio dialogo con il pubblico, la valutazione sistematica, valutazioni d’impatto di elevata qualità e un approccio rafforzato al controllo dell’adeguatezza della regolamentazione hanno portato ad una migliore valutazione delle nuove proposte e della legislazione vigente. In questo modo sia i responsabili politici sia i portatori d’interesse hanno la possibilità di argomentare sulla base di elementi di prova e previsioni degli impatti.

La task force per la sussidiarietà e la proporzionalità e per «fare meno in modo più efficiente»

Per completare il lavoro sul programma «Legiferare meglio», il 14 novembre 2017 il presidente Juncker ha istituito ufficialmente una task force per la sussidiarietà e la proporzionalità e per «fare meno in modo più efficiente». Nella task force, presieduta dal primo vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, i membri formuleranno raccomandazioni su come migliorare l’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità e garantire che l’UE intervenga solo nei casi in cui apporta un valore aggiunto. Questo implica la necessità di accertare che le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini, a livello nazionale, regionale o locale, a meno che l’azione a livello dell’UE sia più efficace. Ciò significa anche garantire che la regolamentazione non vada oltre quanto necessario. La task force individua settori in cui i risultati potrebbero essere conseguiti con maggiore efficacia dagli Stati membri e propone modi per coinvolgere meglio gli enti locali e regionali nella definizione e nell’attuazione delle politiche dell’UE.

Accordo interistituzionale «Legiferare meglio»

Nel 2017 il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione hanno attuato il nuovo accordo interistituzionale «Legiferare meglio». Dopo l’adozione dell’accordo nel 2016 le tre istituzioni hanno concordato per la prima volta una dichiarazione comune sulle 58 priorità legislative per il 2017. Le iniziative riguardavano l’occupazione, la crescita e gli investimenti; la dimensione sociale dell’UE; la politica dell’UE in materia di sicurezza e migrazione; il mercato unico digitale; soluzioni ambiziose nell’ambito della politica climatica ed energetica.

LA DICHIARAZIONE COMUNE DEL 2017

Infografica: Ogni anno il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione discutono le priorità legislative dell’UE e concordano quelle principali per l’anno successivo. A dicembre 2017 è stata firmata la nuova dichiarazione congiunta, che comprende sette aree prioritarie: proteggere meglio la sicurezza dei nostri cittadini; riformare e sviluppare la politica sulla migrazione in uno spirito di responsabilità e solidarietà; rilanciare l’occupazione, la crescita e gli investimenti; affrontare la dimensione sociale dell’Unione europea; rispettare l’impegno di attuare un mercato unico digitale connesso; realizzare il nostro obiettivo di un’unione dell’energia ambiziosa e di una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici e sviluppare ulteriormente la legittimità democratica a livello dell’UE.

Delle 58 iniziative presentate dalla Commissione, 28 sono state realizzate entro la fine dell’anno con l’accordo del Parlamento e del Consiglio e riguardano tra l’altro il rinnovo e la proroga del Fondo europeo per gli investimenti strategici e nuove norme per prevenire il riciclaggio di denaro. Questa cifra complessiva comprende le iniziative concordate a livello politico, mentre le ultime tappe formali del processo legislativo dovrebbero essere completate all’inizio del 2018.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (a destra), con Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo (a sinistra), e Jüri Ratas, primo ministro estone (al centro), alla firma della dichiarazione comune sulle priorità legislative dell’UE per il periodo 2018-2019. Bruxelles, 14 dicembre 2017.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (a destra), con Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo (a sinistra), e Jüri Ratas, primo ministro estone (al centro), alla firma della dichiarazione comune sulle priorità legislative dell’UE per il periodo 2018-2019. Bruxelles, 14 dicembre 2017.

In dicembre i presidenti delle tre istituzioni hanno esaminato i progressi compiuti e hanno stabilito di comune accordo 31 ulteriori priorità su cui collaborare più strettamente per affrontare le grandi sfide future. Stabilendo priorità con efficacia a 18 mesi dalle prossime elezioni europee, l’UE dimostra di sapersi impegnare per i suoi cittadini, quando e dove conta.

Nel corso dell’anno la Commissione ha avviato negoziati formali con il Parlamento e il Consiglio su un’importante proposta legislativa riguardante l’allineamento al trattato di Lisbona di oltre 160 atti legislativi vigenti dell’UE, tra cui vecchie disposizioni giuridiche che devono essere aggiornate per garantire un’attuazione uniforme negli Stati membri e riviste per tenere conto dei progressi scientifici e tecnologici.

Le tre istituzioni hanno inoltre iniziato a negoziare criteri che, una volta concordati, consentiranno di distinguere più facilmente tra atti delegati e atti di esecuzione, i due tipi di delega di potere contemplati dal trattato di Lisbona. Il registro interistituzionale degli atti delegati, elaborato in comune dalle tre istituzioni e avviato formalmente il 12 dicembre, fornirà informazioni complete e trasparenza in tutte le fasi del ciclo di vita di un atto delegato.

Controllo dell’applicazione del diritto dell’UE

Per consentire ai cittadini e alle imprese di cogliere appieno i vantaggi offerti dal diritto dell’UE è essenziale che gli Stati membri recepiscano le direttive dell’UE nell’ordinamento nazionale entro i termini concordati e applichino correttamente la legislazione dell’UE.

A luglio la Commissione ha adottato la relazione annuale sul controllo dell’applicazione del diritto dell’UE, che illustra le principali tendenze del 2016. La relazione segnala un aumento generale dei casi di infrazione aperti pari al 21 % rispetto all’anno precedente: alla fine del 2017 i casi di infrazione aperti nei confronti dei 28 Stati membri erano oltre 1 500, rispetto a 1 300 alla fine del 2013.

In linea con la comunicazione «Diritto dell’Unione europea: risultati migliori attraverso una migliore applicazione», adottata nel dicembre 2016, la Commissione ha intensificato gli sforzi per applicare, attuare e far rispettare il diritto dell’UE. In particolare, la Commissione intende avvalersi pienamente del sistema di sanzioni pecuniarie nei casi in cui gli Stati membri non recepiscono una direttiva nell’ordinamento nazionale entro il termine concordato.

CASI DI INFRAZIONE AVVIATI DALLA COMMISSIONE EUROPEA

Infografica: Gli Stati membri sono responsabili del recepimento accurato e tempestivo delle direttive nei loro ordinamenti nazionali e della corretta applicazione e attuazione dell’intero corpus legislativo dell’UE. In quanto custode dei trattati, la Commissione ha la responsabilità di garantire che il diritto dell’UE sia correttamente applicato in tutti gli Stati membri. Se uno Stato membro non applica correttamente il diritto dell’UE, la Commissione può avviare una procedura formale di infrazione e, se del caso, adire la Corte di giustizia dell’Unione europea. Migliorare l’applicazione del diritto dell’UE è una priorità della Commissione Juncker e una componente fondamentale dell’agenda «Legiferare meglio». Al 31 dicembre 2017, i casi di infrazione aperti dalla Commissione erano 1 559.

Dare ai cittadini la possibilità di esprimersi nel processo legislativo dell’UE

Nel quadro del programma «Legiferare meglio» i cittadini dispongono ora di un maggior numero di opportunità di contribuire al processo legislativo dell’Unione europea. Nel febbraio 2017 è stato inaugurato un nuovo portale web che consente ai cittadini e ai portatori di interesse di avere voce in capitolo durante l’intero ciclo di elaborazione delle politiche. Il feedback raccolto sulle nuove iniziative, dalle idee di partenza illustrate in tutte le tabelle di marcia fino alle proposte legislative, è pubblicato immediatamente online, per aumentare la trasparenza. Nel corso dell’anno, la sezione «feedback» del portale è stata visitata quasi mezzo milione di volte.

Trasparenza e assunzione di responsabilità

Comitatologia

Per garantire più trasparenza e responsabilità, la Commissione europea ha proposto una riforma del sistema di comitatologia, attraverso il quale gli Stati membri controllano l’attuazione della legislazione dell’UE da parte della Commissione. Attraverso la riforma proposta, gli Stati membri saranno tenuti a prendere posizioni nette e quindi ad assumere maggiore responsabilità politica quando è richiesto il loro parere in merito a decisioni sensibili.

Il registro comune per la trasparenza

Al registro per la trasparenza sono iscritti oltre 11 500 soggetti, di cui più di 7 000 da novembre 2014, quando la Commissione ha adottato nuove norme che rendono l’iscrizione al registro obbligatoria per ottenere una riunione con i suoi più alti responsabili politici.

Nel 2016 la Commissione ha proposto di istituire un registro comune per la trasparenza obbligatorio per il Parlamento, la Commissione e, per la prima volta, il Consiglio. La proposta è volta ad assicurare un sistema solido ed elevati standard di trasparenza in seno alle tre istituzioni. Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato i loro mandati negoziali nel 2017 e i negoziati dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2018.

IL PROGRAMMA «LEGIFERARE MEGLIO»

Infografica: La piattaforma REFIT, collegata al programma di controllo dell’adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione, era stata annunciata nell’agenda «Legiferare meglio» del 2015. La piattaforma è costituita da un gruppo di portatori d’interessi, composto di 19 membri, tra cui un rappresentante del Comitato economico e sociale europeo e uno del Comitato europeo delle regioni, e da un gruppo di rappresentanti governativi composto di 28 esperti ad alto livello, uno per ogni Stato membro dell’UE. Grazie al programma di controllo, la legislazione dell’UE e la sua applicazione negli Stati membri saranno più efficaci e più efficienti nel conseguimento degli obiettivi. Questa iniziativa, che riunisce un gruppo eterogeneo di esperti di analisi degli effetti concreti della legislazione dell’UE, costituirà la base di un lavoro approfondito sull'obiettivo comune di legiferare meglio per ottenere migliori risultati.

Un nuovo codice di condotta per i membri della Commissione

Nel febbraio 2018, al termine della procedura di consultazione del Parlamento, dovrebbe entrare in vigore un nuovo codice di condotta che stabilirà nuovi standard e rafforzerà le norme etiche per i membri della Commissione europea.

Accesso ai documenti

A settembre è stata adottata la relazione 2016 della Commissione sull’accesso ai documenti, in cui si conclude che i cittadini e le organizzazioni stanno effettivamente esercitando questo diritto, uno strumento importante per la promozione della trasparenza. Sono state ricevute oltre 6 000 domande iniziali di accesso ai documenti. Nell’81 % dei casi i documenti richiesti sono stati interamente o parzialmente divulgati.

Controllo del bilancio dell’UE

Ad aprile 2017 il Parlamento, su raccomandazione positiva del Consiglio, ha approvato in via definitiva le modalità di esecuzione del bilancio 2015 dell’UE da parte della Commissione.

In luglio la Commissione ha presentato il pacchetto integrato di informativa finanziaria sul bilancio dell’UE 2016, che raccoglie tutte le informazioni disponibili concernenti le entrate e le uscite, la gestione finanziaria e i risultati. Secondo le relazioni del pacchetto, il bilancio dell’UE ha conseguito risultati coerenti con le priorità della Commissione e la sua esecuzione è stata corretta. Nel mese di settembre, per il decimo anno consecutivo, la Corte dei conti europea ha certificato la buona salute dei conti annuali dell’UE, considerandoli veritieri e corretti. La Corte ha inoltre individuato un minor numero di errori in tutti i settori di spesa rispetto agli ultimi tre anni e, per la prima volta, ha emesso un giudizio con rilievi anziché un giudizio negativo sul livello complessivo di errore stimato. Per circa la metà della spesa dell’UE il tasso di errore non ha raggiunto nemmeno il livello considerato dalla Corte come rilevante. Non sono stati riscontrati errori sul lato delle entrate del bilancio.

Klaus-Heiner Lehne, presidente della Corte dei conti europea, presenta la relazione annuale di attività 2016 della Corte dei conti europea. Lussemburgo, 24 aprile 2017.

Klaus-Heiner Lehne, presidente della Corte dei conti europea, presenta la relazione annuale di attività 2016 della Corte dei conti europea. Lussemburgo, 24 aprile 2017.

Parlamenti nazionali

Nel mese di giugno sono state pubblicate due relazioni annuali: la relazione annuale 2016 in materia di sussidiarietà e proporzionalità e la relazione annuale 2016 sui rapporti tra la Commissione europea e i parlamenti nazionali.

Nel 2017 i parlamenti nazionali hanno trasmesso in totale 576 pareri, compresi 53 pareri motivati presentati nell’ambito del meccanismo di controllo della sussidiarietà, che sostenevano che alcuni atti legislativi presentati dalla Commissione non erano conformi al principio di sussidiarietà. La Commissione ha continuato a rafforzare il dialogo politico con i parlamenti nazionali. In particolare, i commissari hanno incontrato i parlamenti nazionali 217 volte nel corso dell’anno, durante visite negli Stati membri oppure quando i deputati si sono recati in visita a Bruxelles. I membri della Commissione hanno inoltre partecipato a diverse riunioni interparlamentari e altri eventi durante i quali hanno avviato un dialogo con i deputati nazionali.

VISITE DEI PARLAMENTI NAZIONALI

Infografica: La Commissione continua ad approfondire con impegno le importanti relazioni con i parlamenti nazionali al fine di avvicinare l’Unione europea ai suoi cittadini. Il numero di riunioni tra i membri della Commissione e i parlamenti nazionali fin dall’inizio del mandato della Commissione Juncker ha permesso di avvicinare l’Europa ai suoi cittadini e ai loro rappresentanti nazionali.

Il mediatore europeo

Nel 2017 le indagini del mediatore europeo su presunti casi di cattiva amministrazione nelle istituzioni e negli organismi dell’Unione europea hanno riguardato questioni orizzontali, quali il codice di condotta dei commissari, il comitato etico ad hoc, la nomina di consulenti speciali della Commissione, la trasparenza e la composizione dei gruppi di esperti della Commissione e il trattamento delle denunce di infrazione nell’ambito del progetto EU Pilot. Sono stati affrontati anche temi specifici, come ad esempio le questioni relative a bandi di gara, contratti, ritardi di pagamento, questioni relative al personale e accesso ai documenti.

Emily O’Reilly, mediatrice europea, presenta l’European Ombudsman Award for Good Administration. Bruxelles, 30 marzo 2017.

Emily O’Reilly, mediatrice europea, presenta l’European Ombudsman Award for Good Administration. Bruxelles, 30 marzo 2017.

Diritto d’iniziativa dei cittadini europei

Nel corso dell’anno la Commissione ha registrato otto nuove iniziative e ha riconosciuto la validità della raccolta delle firme per una iniziativa. Nel mese di settembre, nell’ambito del pacchetto dello stato dell’Unione, è stata avanzata una proposta per riformare l’iniziativa dei cittadini europei e renderla maggiormente accessibile e di più facile utilizzo. La revisione mira a sfruttare appieno il potenziale dell’iniziativa dei cittadini europei come strumento per promuovere il dibattito democratico e consentire ai cittadini di contribuire all’agenda UE.

A seguito dell’iniziativa dei cittadini europei «Vietare il glifosato e proteggere le persone e l’ambiente dai pesticidi tossici», il 12 dicembre la Commissione si è impegnata a presentare, nel 2018, una proposta legislativa per aumentare ulteriormente la trasparenza e la qualità degli studi utilizzati per la valutazione scientifica delle sostanze da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. In merito alla richiesta di vietare il glifosato, l’UE ritiene che non vi siano motivi scientifici né motivi giuridici che giustificano tale divieto.

Dialoghi con i cittadini

Nel corso del 2017 la Commissione ha continuato a interagire con il pubblico attraverso i dialoghi con i cittadini. Il presidente e i vicepresidenti della Commissione, i commissari, alcuni deputati del Parlamento europeo e politici nazionali hanno partecipato a 156 dialoghi nel corso dell’anno. Altri 161 dialoghi con i cittadini si sono svolti con alti funzionari della Commissione.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, durante il dialogo con i cittadini al Museo nazionale d’arte di Bucarest, Romania, l’11 maggio 2017.

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, durante il dialogo con i cittadini al Museo nazionale d’arte di Bucarest, Romania, l’11 maggio 2017.

Ricordiamo in particolare i dialoghi con il presidente Juncker e il primo ministro della Slovenia Miro Cerar, tenutosi in marzo a Lubiana, Slovenia, il giorno dopo l’adozione del libro bianco sul futuro dell’Europa; con il primo vicepresidente della Commissione Timmermans a Stoccolma, Svezia, in occasione della Giornata dell’Europa in maggio; con l’alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza/vicepresidente della Commissione Federica Mogherini e Joseph Muscat, primo ministro di Malta, svoltosi a Roma alla vigilia del 60º anniversario della firma dei trattati di Roma.

In settembre Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, è intervenuto ad un dialogo con i cittadini a Norcia insieme al commissario Tibor Navracsics, mentre la commissaria Corina Crețu e Karl-Heinz Lambertz, presidente del Comitato europeo delle regioni, hanno partecipato a un dialogo a Bucarest, in Romania.

NEL 2017 SI SONO SVOLTI DIALOGHI CON I CITTADINI IN 160 LOCALITÀ DI TUTTA L’UE

Infografica: Nel corso del 2017 si sono svolti 317 dialoghi con i cittadini dell’UE in 160 località: dal 2015 si sono quindi tenute 440 manifestazioni di questo tipo. Nel 2017 il presidente e i vicepresidenti della Commissione e i commissari hanno partecipato a 156 dialoghi con i cittadini, mentre gli altri 161 sono stati animati da alti funzionari della Commissione, tutto ciò nel quadro del nuovo impegno verso il raggiungimento di un numero di persone sempre maggiore.

DIALOGHI CON I CITTADINI NEL 2017: ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE

Infografica: Grazie all’impiego di nuove tecnologie e di varie forme di comunicazione il pubblico dei dialoghi con i cittadini aumenta sempre più: 97 milioni di persone sono raggiungibili tramite i mezzi di comunicazione, si registrano 22,5 milioni di «impression» sulle piattaforme dei media sociali, 650 000 persone raggiunte con gli streaming in diretta di eventi. Inoltre, si contano più di 50 000 presenze a manifestazioni varie.

I 317 dialoghi che si sono svolti nel corso dell’anno hanno dato ai cittadini e ai responsabili politici l’occasione di discutere apertamente, attribuendo una particolare priorità all’analisi delle reazioni dei cittadini al libro bianco sul futuro dell’Europa e delle questioni che stanno loro maggiormente a cuore, tra cui l’Europa sociale, la partecipazione dei giovani e la preoccupazione che la democrazia e l’unità dell’UE siano messe in causa dai populisti. I dialoghi hanno avuto luogo in 160 città in 27 Stati membri e vi hanno partecipato più di 50 000 persone, con altre 193 000 persone che hanno seguito in diretta su Facebook nove dialoghi con i cittadini.

Il recesso del Regno Unito dall’Unione europea

Il 23 giugno 2016 la maggioranza dei cittadini del Regno Unito che ha partecipato al referendum sull’appartenenza all’Unione europea ha votato a favore dell’uscita dall’UE. Il 29 marzo 2017 il Regno Unito ha notificato formalmente al Consiglio europeo l’intenzione di uscire dall’UE e dalla Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e in tal modo ha segnato l’inizio della procedura di recesso dall’Unione, prevista all’articolo 50 del trattato sull’Unione europea.

Il processo di negoziazione

Il 29 aprile, nel corso di una riunione straordinaria del Consiglio europeo, i leader degli altri 27 Stati membri hanno adottato gli orientamenti sul recesso ordinato del Regno Unito dall’Unione europea. Tali orientamenti hanno definito il quadro per i negoziati e hanno stabilito i principi e le posizioni generali dell’UE. Quattro giorni dopo la Commissione ha presentato al Consiglio una raccomandazione per l’avvio con il Regno Unito dei negoziati di cui all’articolo 50. Tale raccomandazione comprendeva anche la proposta di direttive per negoziare il recesso.

Il 22 maggio il Consiglio ha adottato sia una decisione che autorizza l’avvio dei negoziati con il Regno Unito, designando formalmente la Commissione negoziatore dell’UE, sia la prima serie di direttive per negoziare il recesso, che forniva una chiara struttura e un approccio unitario dell’UE ai negoziati.

L’UE è rappresentata da Michel Barnier, nominato capo negoziatore dalla Commissione europea. Una task force presso la Commissione europea, sotto la responsabilità di Michel Barnier, coordina i lavori su tutte le questioni strategiche, operative, giuridiche e finanziarie relative ai negoziati. La Commissione riferisce ai leader e al Consiglio per tutta la durata dei negoziati e informa il Parlamento europeo periodicamente e con precisione.

La prima fase dei negoziati

La prima fase dei negoziati è iniziata il 19 giugno, subito dopo le elezioni generali nel Regno Unito. In tale fase si è mirato a offrire il massimo grado possibile di chiarezza e certezza giuridica e a regolare lo svincolamento del Regno Unito dall’UE.

Nel corso del 2017 si sono svolti sei cicli negoziali, centrati su tre temi prioritari: la tutela dei diritti dei cittadini, il quadro per affrontare le circostanze specifiche in Irlanda e Irlanda del Nord e la liquidazione finanziaria, al fine di garantire il rispetto, da parte sia dell’UE sia del Regno Unito, degli obblighi finanziari assunti prima del recesso. I negoziati hanno trattato anche altri problemi riguardanti la separazione.

Il 20 ottobre i leader dell’UE a 27, riuniti in sede di Consiglio europeo, hanno convenuto di avviare i preparativi interni per la seconda fase dei negoziati, chiedendo tuttavia maggiori progressi nei tre settori prioritari. Hanno inoltre affermato che avrebbero riesaminato lo stato di avanzamento in occasione del vertice di dicembre al fine di determinare se fossero stati compiuti progressi sufficienti su ognuna delle tre questioni.

L’8 dicembre la Commissione europea ha raccomandato al Consiglio europeo di constatare che i progressi compiuti nella prima fase dei negoziati a norma dell’articolo 50 erano sufficienti. La valutazione della Commissione era basata su una relazione comune concordata dai negoziatori della Commissione e dal governo del Regno Unito, rappresentato da Theresa May, primo ministro del Regno Unito, nel corso di una riunione con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea.

Il 15 dicembre il Consiglio europeo ha confermato che i progressi compiuti erano sufficienti e i leader hanno adottato orientamenti per passare alla seconda fase riguardante le eventuali disposizioni transitorie e le relazioni future tra UE e Regno Unito.

La prossima fase dei negoziati

A seguito dei sufficienti progressi compiuti nella prima fase dei negoziati, il 20 dicembre la Commissione ha trasmesso una raccomandazione al Consiglio affinché sia avviata la fase successiva. Tale raccomandazione comprende anche la proposta di direttive per negoziare le modalità del recesso che integrano quelle di maggio 2017 e stabiliscono dettagli supplementari su eventuali accordi transitori.

La raccomandazione ribadisce inoltre la necessità di tradurre in termini giuridici i risultati della prima fase dei negoziati, come indicato nella comunicazione della Commissione e nella relazione congiunta e sottolinea che devono essere completati i lavori su tutte le questioni relative al recesso, comprese quelle non ancora affrontate nella prima fase, quali la governance globale dell’accordo di recesso, insieme a questioni sostanziali come gli appalti pubblici, i diritti di proprietà intellettuale, la protezione dei dati e la situazione delle merci immesse sul mercato prima del recesso del Regno Unito dall’UE. Come indicato negli orientamenti del Consiglio europeo del 15 dicembre, le direttive di negoziato supplementari sulle modalità transitorie devono essere adottate a gennaio 2018.

I negoziati dovrebbero concludersi entro l’autunno 2018, in modo che vi sia il tempo sufficiente perché il Consiglio, previa approvazione del Parlamento europeo, concluda entro il 29 marzo 2019 l’accordo di recesso, che dovrà essere approvato dal Regno Unito conformemente alle sue procedure interne.

L’accordo di recesso dovrebbe tenere conto del quadro delle future relazioni tra l’UE e il Regno Unito e quindi l’accordo vero e proprio relativo a tali future relazioni potrà essere concluso solo dopo che il Regno Unito avrà lasciato l’Unione europea. I leader dell’UE hanno dichiarato la loro disponibilità ad avviare trattative preliminari e preparatorie sul quadro di tali future relazioni durante la seconda fase dei negoziati a norma dell’articolo 50.

Momenti salienti del 2017

Cerimonia in onore di Helmut Kohl (1930-2017), ex cancelliere tedesco. Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 1º luglio 2017.

Cerimonia in onore di Helmut Kohl (1930-2017), ex cancelliere tedesco. Parlamento europeo, Strasburgo, Francia, 1º luglio 2017.

Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ricevono a nome dell’Unione europea il Premio Principessa delle Asturie per la concordia dal re Felipe VI di Spagna. Oviedo, Spagna, 20 ottobre 2017. © Princess of Asturias Foundation

Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, ricevono a nome dell’Unione europea il Premio Principessa delle Asturie per la concordia dal re Felipe VI di Spagna. Oviedo, Spagna, 20 ottobre 2017. © Princess of Asturias Foundation

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DELEGAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA

L’Unione europea ha inoltre delegazioni in altre regioni del mondo: https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/area/geo_it

INFORMAZIONI

L’UE nel 2017 — Relazione generale sull’attività dell’Unione europea

Commissione europea
Direzione generale della Comunicazione
Informazioni per i cittadini
1049 Bruxelles/Brussel
BELGIQUE/BELGIË

L’UE nel 2017 — Relazione generale sull’attività dell’Unione europea è stata adottata dalla Commissione europea il 28 febbraio 2018 con il numero di riferimento C(2018) 1280.

IDENTIFICATORI

Relazione generale sull’attività dell’Unione europea

Print ISBN 978-92-79-71225-8 ISSN 1608-7305 doi:10.2775/9912
PDF ISBN 978-92-79-71247-0 ISSN 1977-3463 doi:10.2775/980116
EPUB ISBN 978-92-79-71235-7 ISSN 1977-3463 doi:10.2775/207619
HTML ISSN 1977-3463 doi:10.2775/4172

Highlights

Print ISBN 978-92-79-71177-0 ISSN 2443-9150 doi:10.2775/509176
PDF ISBN 978-92-79-71176-3 ISSN 2443-938X doi:10.2775/20567
EPUB ISBN 978-92-79-71164-0 ISSN 2443-938X doi:10.2775/588738

Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, 2018

© Unione europea, 2018
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Per ogni uso o riproduzione di singole foto è necessario richiedere l’autorizzazione direttamente ai titolari dei diritti d’autore.

CREDITI

Tutte le fotografie © Unione europea, salvo diversamente indicato.
Copertina: come indicato nella seconda pagina di copertina.

Sulla copertina

  1. Più di 900 dipendenti della Commissione europea formano il numero «60» in occasione del 60º anniversario dei trattati di Roma (© Unione europea).
  2. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea (© Unione europea).
  3. Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Narendra Modi, primo ministro dell’India, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, al vertice UE-India. Nuova Delhi, India, 6 ottobre 2017 (© Unione europea).
  4. Il 9 marzo 2017 il Consiglio europeo ha rieletto come presidente Donald Tusk per un secondo mandato di due anni e mezzo, dal 1º giugno 2017 al 30 novembre 2019 (© Unione europea).
  5. I leader dell’UE posano per una foto di gruppo al varo della cooperazione strutturata permanente, che consente agli Stati membri che lo desiderano di partecipare a una più stretta cooperazione nel settore della difesa e della sicurezza, al vertice UE di Bruxelles, il 14 dicembre 2017 (© Unione europea).
  6. Antonio Tajani, eletto presidente del Parlamento europeo il 17 gennaio 2017, succede a Martin Schulz (© Unione europea).
  7. Il 15 giugno 2017 sono state abolite le tariffe di roaming nell’Unione europea. I cittadini dell’UE che viaggiano negli Stati membri possono usufruire del roaming a tariffa nazionale per chiamate, SMS e servizi di dati senza costi aggiuntivi (© Unione europea).
  8. I leader dell’UE hanno proclamato il pilastro europeo dei diritti sociali al vertice sociale per l’occupazione equa e la crescita. Göteborg, Svezia, 17 novembre 2017 (© Unione europea).
  9. Una signora pone una domanda durante uno dei 317 dialoghi con i cittadini che si sono tenuti in tutta l’UE nel 2017. Toruń, Polonia, 29 maggio 2017 (© Unione europea).
  10. Cordoglio dell’Unione europea per la morte di Helmut Kohl, ex cancelliere tedesco, spentosi il 16 giugno 2017 all’età di 87 anni (© Unione europea).
  11. Joseph Muscat, primo ministro di Malta, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, a una conferenza stampa nel corso della riunione informale dei capi di Stato o di governo dell’UE. Malta, 3 febbraio 2017 (© Unione europea).

L’UE nel 2016